Sicurezza Informatica
FBI ha utilizzato il software spia NSO
Tempo di lettura: 2 minuti. L’FBI ha utilizzato il software spia NSO, noto come Pegasus e Landmark, attraverso un appaltatore, nonostante fosse illegale negli Stati Uniti. La scoperta solleva domande sulla legalità e sulla sicurezza nazionale.
L’utilizzo del software spia NSO, noto come Pegasus e Landmark, è stato dichiarato illegale negli Stati Uniti dal novembre 2021. Tuttavia, una recente scoperta ha rivelato che l’FBI ha utilizzato il software attraverso un appaltatore, sollevando domande sulla legalità e sulla sicurezza nazionale.
NSO Spyware: Pegasus e Landmark
NSO è un’azienda israeliana famosa per il suo software spia Pegasus, che può essere utilizzato per hackerare un iPhone a distanza. Ma l’azienda produce anche un secondo prodotto spia chiamato Landmark, che sfrutta le vulnerabilità nelle stazioni base dei cellulari per identificare la posizione del telefono. L’utilizzo di NSO spyware è stato dichiarato un rischio per la sicurezza nazionale nel 2021, rendendolo illegale per qualsiasi azienda o agenzia governativa statunitense.
Indagine dell’FBI porta all’FBI
Un’indagine del New York Times ad aprile ha scoperto che una società statunitense, Riva Networks, aveva acquistato e utilizzato illegalmente il software spia NSO per conto di un cliente governativo statunitense sconosciuto. L’indagine dell’FBI ha successivamente rivelato che il cliente era l’FBI stessa. L’FBI sostiene di aver utilizzato lo strumento involontariamente e che Riva Networks ha ingannato l’agenzia.
Termini del contratto e terminazione
Il contratto segreto, esaminato dal Times, indicava che il “governo degli Stati Uniti” sarebbe stato l’utente finale dello strumento. Una volta scoperto che Riva aveva utilizzato il software spia per suo conto, il direttore dell’FBI, Christopher A. Wray, ha terminato il contratto. L’FBI aveva fornito a Riva alcuni numeri di telefono messicani ritenuti utilizzati da spacciatori di droga e latitanti, credendo che Riva stesse utilizzando uno strumento interno, ma Riva aveva successivamente iniziato a utilizzare il software spia Landmark di NSO.
Altre agenzie governative coinvolte?
L’FBI potrebbe non essere l’unica agenzia governativa statunitense indirettamente coinvolta. I database governativi mostrano che Riva ha anche contratti con il Dipartimento della Difesa, la Drug Enforcement Administration (DEA) e l’Air Force Research Laboratory. La DEA è anche segnalata come utilizzatrice di uno strumento simile a Pegasus venduto da un concorrente di NSO, Paragon Graphite, il cui uso non è illegale, ma altrettanto discutibile.
Domande sulla legalità e sulla sicurezza nazionale
La scoperta dell’utilizzo dell’FBI del software spia NSO solleva domande serie sulla legalità e sulla sicurezza nazionale. Il fatto che un’appaltatore possa ingannare un’agenzia governativa su un problema così delicato solleva preoccupazioni sulla supervisione e sulla responsabilità, e apre un dibattito più ampio sulla regolamentazione e sull’etica dell’utilizzo di tali strumenti.
Sicurezza Informatica
Intelligenza artificiale e malware: LLM per offuscare codice JavaScript dannoso
Tempo di lettura: 2 minuti. Gli LLM stanno trasformando la sicurezza informatica: come i modelli linguistici avanzati offuscano JavaScript dannoso e come Palo Alto Networks contrasta la minaccia.
Un recente studio condotto da Palo Alto Networks mostra come i modelli linguistici avanzati (LLM) possano essere utilizzati per offuscare il codice JavaScript dannoso, rendendo più difficile la sua rilevazione da parte degli strumenti di sicurezza. Questo approccio sottolinea sia le potenzialità che le sfide della generazione di codice basata sull’intelligenza artificiale.
LLM e malware: un’arma a doppio taglio
Sebbene gli LLM non siano in grado di generare malware complessi da zero, si sono dimostrati particolarmente efficaci nel riscrivere codice già esistente. Utilizzando tecniche come il rinominare variabili, inserire codice morto e riformattare stringhe, i criminali informatici possono creare varianti del codice che mantengono le stesse funzionalità dannose ma evitano il rilevamento.
Ad esempio, uno script JavaScript malevolo destinato al phishing può essere trasformato in modo da passare inosservato dai principali strumenti di analisi, inclusi quelli su piattaforme come VirusTotal. In un test, l’algoritmo di riscrittura sviluppato da Palo Alto Networks ha ridotto la rilevazione del codice originale dal 100% a meno dell’1%.
Difesa contro l’offuscamento basato su LLM
Per contrastare queste tecniche, Palo Alto Networks ha utilizzato un approccio basato sulla “data augmentation”. Gli esperti hanno creato un dataset contenente migliaia di varianti di JavaScript riscritte da LLM e lo hanno usato per addestrare nuovamente i modelli di rilevazione. Questa strategia ha migliorato la capacità di identificare codice dannoso reale di circa il 10%.
Implicazioni per il futuro
L’uso di LLM per offuscare il malware rappresenta una minaccia crescente, ma offre anche opportunità per rafforzare le difese. Sistemi di sicurezza più avanzati, come il nuovo rilevatore di JavaScript di Palo Alto Networks, possono ora identificare migliaia di attacchi a settimana.
Mentre i criminali informatici sfruttano l’IA per evadere la rilevazione, le stesse tecnologie possono essere utilizzate per migliorare le difese. La ricerca e l’innovazione rimangono essenziali per mantenere un vantaggio sui metodi di attacco in evoluzione.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità critiche nei plugin WordPress WPLMS
Tempo di lettura: < 1 minuto. Vulnerabilità critiche nei plugin WordPress WPLMS: aggiornamenti obbligatori per proteggere i siti da attacchi RCE, SQL injection e escalation di privilegi.
Due plugin richiesti dal tema premium WordPress WPLMS, utilizzato da oltre 28.000 utenti, sono stati identificati con una serie di vulnerabilità critiche che potrebbero compromettere gravemente la sicurezza dei siti web. Le falle, scoperte dai ricercatori di Patchstack, consentono attacchi che spaziano dall’esecuzione remota di codice all’escalation di privilegi, fino a iniezioni SQL dannose.
Dettagli delle vulnerabilità in WPLMS e VibeBP
I problemi principali riguardano i plugin WPLMS e VibeBP, componenti chiave per il funzionamento del tema. Tra le vulnerabilità identificate:
- CVE-2024-56046 (CVSS 10.0): Permette a un attaccante non autenticato di caricare file malevoli, aprendo la strada all’esecuzione di codice remoto (RCE).
- CVE-2024-56043 (CVSS 9.8): Consente la registrazione come utente con ruoli privilegiati, incluso Amministratore, senza autenticazione.
- CVE-2024-56042 (CVSS 9.3): Permette l’iniezione di query SQL malformate per compromettere il database o estrarre dati sensibili.
Analogamente, il plugin VibeBP presenta falle come:
- CVE-2024-56040 (CVSS 9.8): Attaccanti non autenticati possono registrarsi come utenti con privilegi elevati.
- CVE-2024-56039 (CVSS 9.3): SQL injection da parte di utenti non autenticati attraverso input non sanitizzati.
Risoluzione e aggiornamenti
Gli sviluppatori di Vibe Themes, in collaborazione con Patchstack, hanno rilasciato aggiornamenti che risolvono le falle. Si raccomanda agli utenti di aggiornare immediatamente:
- WPLMS alla versione 1.9.9.5.3 o successiva.
- VibeBP alla versione 1.9.9.7.7 o successiva.
Raccomandazioni di sicurezza
- Implementare controlli rigorosi per i caricamenti di file.
- Sanitizzare gli input SQL per prevenire attacchi.
- Rafforzare i controlli basati sui ruoli per limitare l’accesso non autorizzato.
Le vulnerabilità nei plugin WPLMS e VibeBP evidenziano l’importanza di mantenere aggiornati i plugin WordPress e di adottare misure preventive per proteggere i dati sensibili. Gli amministratori di siti che utilizzano WPLMS dovrebbero agire immediatamente per evitare rischi.
Sicurezza Informatica
Operazione “Old School”: la Polizia Postale contro la pedopornografia online
Tempo di lettura: < 1 minuto. Operazione “Old School”: la Polizia Postale arresta quattro persone per pedopornografia online, grazie a una collaborazione internazionale.
La Polizia di Stato ha concluso con successo l’operazione “Old School”, arrestando quattro persone e denunciandone una quinta per produzione, diffusione e detenzione di CSAM. L’indagine è stata condotta dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Genova, in collaborazione con il Centro nazionale per il contrasto del CSAM e l’organizzazione britannica no profit Child Rescue Coalition.
Indagini e metodologia dell’operazione
L’operazione è stata avviata monitorando account sospetti su piattaforme online utilizzate per condividere e scaricare materiale pedopornografico. Attraverso tecniche avanzate di investigazione digitale, gli agenti hanno identificato gli utenti responsabili di tali attività.
Le perquisizioni personali e informatiche sono state eseguite in tutto il territorio ligure, portando alla scoperta di un ingente quantitativo di materiale illegale, detenuto dagli indagati. Questa azione sottolinea il costante impegno della Polizia Postale nel combattere la diffusione di contenuti illeciti e nel proteggere i minori da abusi online.
Collaborazione internazionale
Il coinvolgimento della Child Rescue Coalition ha giocato un ruolo cruciale, fornendo strumenti e dati utili per localizzare gli account coinvolti. Questa collaborazione rafforza l’importanza di un approccio globale nella lotta contro la pedopornografia, integrando risorse tecnologiche e investigazioni tradizionali.
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