Guardia di Finanza: chiusa una delle maggiori IPTV illegali

da Livio Varriale
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La Guardia di Finanza di Napoli ha messo fine alle attività di Italia TV, una piattaforma IPTV illegale che gestiva circa il 40% del mercato pirata italiano. L’operazione ha portato all’arresto del principale organizzatore, all’identificazione di oltre 6.000 utenti e alla scoperta di ulteriori attività illecite legate alla criminalità organizzata.

Italia TV: un impero illegale di streaming

Italia TV offriva accesso illegale a contenuti di piattaforme come DAZN, Sky, Netflix, Disney+, Amazon Prime Video e canali per adulti. Con 46 siti web attivi e un sistema di reindirizzamento per eludere i blocchi, il servizio garantiva agli utenti un accesso continuo, anche in caso di interventi delle autorità.

Gli abbonamenti variavano tra 10 euro al mese e 80 euro all’anno, con pagamenti effettuati in contanti, bonifici o criptovalute. La piattaforma ha generato un giro d’affari di oltre 850.000 euro in quattro anni. Durante l’operazione, la Guardia di Finanza ha sequestrato 64 wallet di criptovalute, utilizzati per gestire i pagamenti di circa 2.000 abbonati.

Accuse gravi per i responsabili

Il promotore dell’organizzazione ha utilizzato identità false per pubblicizzare la piattaforma sui social network, mentre due complici si occupavano del reclutamento clienti e dell’assistenza tecnica. Durante le perquisizioni nella sua abitazione, sono stati scoperti circa 1.600 file pedopornografici, commercializzati attraverso gruppi WhatsApp con listini prezzi dedicati.

Inoltre, nei locali utilizzati come centrale operativa della IPTV, i finanzieri hanno trovato una serra indoor attrezzata per la produzione di cannabis, completa di irrigatori, luci e termostato. Il principale indagato è ora in custodia cautelare in carcere, mentre i complici sono soggetti all’obbligo di presentazione quotidiana alle autorità.

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Utenti identificati e multe in arrivo

Gli abbonati alla piattaforma sono stati identificati seguendo le tracce dei pagamenti. Le autorità hanno annunciato l’emissione di multe da 150 a 5.000 euro per gli utenti coinvolti. Questo dimostra l’importanza di non sottovalutare i rischi legati all’utilizzo di servizi illegali, non solo dal punto di vista legale, ma anche per la sicurezza dei dati personali e finanziari.

L’operazione della Guardia di Finanza contro l’ IPTV illegale “Italia TV” rappresenta un duro colpo per il mercato illegale dello streaming in Italia. L’impegno delle autorità dimostra che la lotta alla pirateria digitale è più attiva che mai, con conseguenze severe non solo per gli organizzatori, ma anche per gli utenti.

Pirateria digitale: un problema irrisolto nonostante il quadro legislativo italiano

Durante un panel ad Atreju, Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha sottolineato come l’Italia disponga di una delle migliori leggi in Europa per combattere la pirateria digitale, ma l’assenza di applicazione concreta rende questo strumento inefficace. Anche il CEO di DAZN, Stefano Azzi, ha ribadito l’importanza di affrontare il problema, considerato cruciale per la sostenibilità economica del calcio italiano.

Un quadro legislativo avanzato ma disatteso

Scaroni ha elogiato il lavoro del Parlamento italiano nel creare un quadro normativo all’avanguardia per combattere la pirateria. Tuttavia, ha evidenziato come la mancanza di applicazione pratica da parte delle autorità, inclusi magistratura e Guardia di Finanza, abbia lasciato il fenomeno incontrollato. “Avere la legge migliore, ma inapplicata, è inutile”, ha dichiarato.

Secondo Stefano Azzi, il fenomeno della pirateria digitale interessa circa 4 milioni di italiani, che ricorrono a forme di abbonamento illegale per accedere a contenuti sportivi. Questo fenomeno priva il mondo del calcio di risorse essenziali, limitando la crescita dei ricavi necessari per sostenere il settore.

L’impatto economico della pirateria sul calcio italiano

Il CEO di DAZN ha sottolineato come il futuro del calcio dipenda dalla capacità di arginare la pirateria. Azzi ha proposto di ampliare gli interventi legali, andando oltre i distributori illegali per colpire anche gli utenti finali che usufruiscono di tali servizi.

Parallelamente, Scaroni ha affrontato un altro tema economico legato al calcio: il divieto in Italia di pubblicità sul betting. Secondo il presidente del Milan, questa misura, introdotta dal Decreto Dignità, costa al settore calcistico italiano almeno 100 milioni di euro l’anno in mancate entrate, mentre le scommesse continuano a generare profitti significativi in altre nazioni europee.

Necessità di un intervento coordinato

Le osservazioni di Scaroni e Azzi mettono in luce una necessità urgente: coordinare le azioni legislative con interventi pratici per garantire che le norme contro la pirateria siano effettivamente applicate e rende onore alla piattaforma Piracy Shield. Questo richiede non solo una maggiore partecipazione delle forze dell’ordine, ma anche una sensibilizzazione degli utenti sui rischi legali e le implicazioni economiche del ricorso alla pirateria perché se identificati come nel caso dell’ultima operazione della Guardia di Finanza sulla IPTV, subiranno multe salate.

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