Economia
Che cos’è la moneta Enjin (ENJ)?
Enjin Coin è un progetto di Enjin, una società che fornisce un ecosistema di prodotti di gioco interconnessi e basati su blockchain. L’offerta di punta di Enjin è Enjin Network, una piattaforma di social gaming attraverso la quale gli utenti possono creare siti Web e clan, chattare e ospitare negozi di articoli virtuali.
Enjin consente agli sviluppatori di giochi di tokenizzare gli elementi di gioco sulla blockchain di Ethereum. Utilizza Enjin Coin, un token ERC-20, per supportare le risorse digitali emesse utilizzando la sua piattaforma, il che significa che gli oggetti possono essere acquistati, venduti e scambiati con un valore reale.
Enjin Coin è stato annunciato per la prima volta a luglio 2017 ed è stato lanciato sulla mainnet di Ethereum a giugno 2018.
Enjin Coin (ENJ) è un negozio digitale di valore utilizzato per sostenere il valore delle risorse blockchain come i token non fungibili (NFT). Ogni risorsa coniata con la piattaforma Enjin contiene ENJ, una risorsa di conio che è bloccata all’interno di NFT e rimossa dalla circolazione. Coniare asset blockchain con ENJ offre una serie di vantaggi a creatori e utenti:
- Li infonde con un valore di riserva
- Garantisce la loro trasparenza e scarsità
- Dà loro liquidità di istanza
- Fornisce utilità in giochi e app
- Anti-inflazione
La funzionalità di “fusione” di Enjin consente agli utenti di distruggere le proprie risorse blockchain in qualsiasi momento per recuperare il valore ENJ dall’interno.
L’ecosistema blockchain di Enjin mira a offrire prodotti software che rendano facile per tutti lo sviluppo, il commercio, la monetizzazione e il mercato con blockchain.
Fondata nel 2009, Enjin ha radici nel settore dei giochi, con il primo prodotto dell’azienda, una piattaforma di comunità di gioco chiamata Enjin Network, che è cresciuta fino a 20 milioni di utenti nel corso di un decennio.
Nel 2017 a seguito di un ICO, Enjin si è affermato come uno dei principali sviluppatori di ecosistemi blockchain, costruendo una suite di prodotti software che consentono a chiunque di coniare, gestire, scambiare, distribuire e integrare facilmente le risorse blockchain.
Il co-fondatore di Enjin Witek Radomski ha scritto il codice per uno dei primi token non fungibili (NFT) ed è anche il coautore dello standard per token Ethereum ERC-1155.
Costruito su un’infrastruttura on-chain, l’ecosistema Enjin consente agli sviluppatori di giochi e alle aziende di tutte le dimensioni di utilizzare risorse digitali tokenizzate come parte delle loro strategie di acquisizione, fidelizzazione, coinvolgimento e monetizzazione. L’ecosistema Enjin è alimentato da Enjin Coin (ENJ), una criptovaluta utilizzata per sostenere il valore degli asset blockchain.
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Chi sono i fondatori di Enjin Coin?
Enjin è stata fondata come piattaforma di comunità di gioco nel 2009 da Maxim Blagov e Witek Radomski, con Blagov che è diventato CEO e si è assunto la responsabilità della direzione creativa dell’azienda e Radomski è stato direttore tecnico, responsabile dello sviluppo tecnico dei suoi prodotti. Blagov ha affermato di avere esperienza nella direzione creativa, nel marketing e nella gestione e progettazione di progetti software.
L’idea di introdurre la blockchain su Enjin è stata proposta per la prima volta da Radomski dopo essersi interessato a Bitcoin (BTC) nel 2012, convincendo infine l’azienda ad accettarlo come opzione di pagamento. Dopo aver appreso di Ethereum e dei contratti intelligenti, ha deciso di voler creare il proprio software integrato con blockchain. Radomski è anche l’autore dello standard token ERC-1155, un nuovo standard per i token emessi da Ethereum che è stato introdotto nel giugno 2018, finalizzato nel giugno 2019, e viene utilizzato per coniare token sia fungibili che non fungibili.
Cosa rende unica la moneta Enjin?
Secondo il co-fondatore Radomski, Enjin Coin è unico in quanto ogni token coniato con Enjin Platform, la piattaforma di sviluppo di asset blockchain dell’azienda lanciata nel febbraio 2020, è direttamente supportato da ENJ, fornendo agli oggetti di gioco liquidità nel mondo reale. Allo stesso modo, Blagov ha dichiarato che l’azienda è focalizzata sull’adozione, dicendo che immagina un futuro in cui milioni di giocatori usano oggetti digitali supportati da Enjin Coin senza nemmeno sapere che esiste.
Enjin Coin utilizza una serie di contratti intelligenti a cui gli sviluppatori di giochi inviano ENJ per coniare nuovi e unici token ERC-1155 fungibili o non fungibili. Questi token possono essere scambiati su Enjin Marketplace, lanciato a settembre 2019, o scambiati con il loro supporto ENJ in qualsiasi momento. Man mano che vengono coniati più token personalizzati, più ENJ viene rimosso dall’ecosistema, rendendolo così più scarso.
Secondo il suo whitepaper, Enjin Coin utilizza una serie di processi sia on-chain che off-chain. Quando una transazione viene completata all’interno dell’ecosistema Enjin, una piattaforma affidabile contatta i portafogli intelligenti degli utenti e il sito Web o il gioco viene aggiornato immediatamente con un segnaposto o una versione non negoziabile dell’elemento digitale fino a quando la transazione non è stata convalidata dalla blockchain di Ethereum.
Quante monete Enjin Coin (ENJ) ci sono in circolazione?
Enjin Coin ha una fornitura massima fissa di 1 miliardo di token. Tuttavia, man mano che l’ecosistema cresce e più ENJ è bloccato nelle risorse digitali di gioco, il numero di monete effettivamente in circolazione diminuirà.
Enjin Coin è stato reso disponibile per l’acquisto durante un evento di prevendita nel settembre 2017 in cui sono stati venduti 400 milioni di ENJ per un totale di 38.800 Ether (ETH), per un valore di $ 12 milioni all’epoca, con altri 100 milioni di ENJ regalati come bonus. In totale, la prevendita ha venduto e regalato il 50% della fornitura totale. Un’offerta iniziale di monete si è tenuta nell’ottobre 2017, con 300 milioni di ENJ, il 30% dell’offerta totale, disponibili per la vendita. L’ICO ha raccolto 75.041 ETH, per un valore di $ 18,9 milioni all’epoca. I token che non sono stati venduti durante l’ICO sono stati bloccati per sei mesi per essere successivamente utilizzati per iniziative e marketing della comunità.
Il 10% della fornitura totale di token è stato riservato all’azienda per iniziative della community, beta testing, marketing e partnership strategiche, mentre un altro 10% è stato riservato ai membri del team e ai consulenti. I token dei membri del team sono stati bloccati per i primi sei mesi e assegnati per un periodo di 24 mesi, mentre i token dei consulenti sono stati bloccati per due mesi e successivamente rilasciati completamente.
Come è protetta la rete Enjin Coin?
Enjin Coin è un token ERC-20 emesso sulla blockchain di Ethereum, il che significa che qualsiasi transazione ENJ su catena è convalidata e protetta dalla rete Ethereum utilizzando un algoritmo di consenso proof-of-work. I minatori competono tra loro per aggiungere nuovi blocchi alla blockchain e la maggior parte di tutti i nodi della rete deve confermare un record affinché venga pubblicato.
I contratti intelligenti sottostanti che alimentano Enjin Coin sono stati sottoposti a diversi controlli, tra cui lo sviluppatore di Ethereum Matthew Di Ferrante a settembre 2017, revisore dei contratti intelligenti e sviluppatore ZK Labs all’inizio del 2018 e Castillo Network a luglio 2019.
Nell’ottobre 2020, Enjin ha lanciato un programma di bug bounty tramite la società di sicurezza informatica HackerOne.
Economia
Apple accusata della guerra in Congo e TikTok spera in Trump
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple affronta accuse sull’uso di minerali di conflitto, mentre TikTok chiede alla Corte Suprema di bloccare il divieto negli USA.
Apple e TikTok si trovano entrambe al centro di controversie globali e battaglie legali. Mentre Apple affronta denunce penali relative all’uso di minerali provenienti da conflitti in Congo, TikTok chiede un intervento della Corte Suprema per bloccare un possibile divieto negli Stati Uniti.
Apple accusata di utilizzare minerali di conflitto dal Congo
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha presentato denunce penali contro Apple in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti da fonti illecite. Le accuse includono l’impiego di “minerali di conflitto”, noti anche come “blood minerals”, che vengono estratti utilizzando lavoro minorile e i cui proventi finanziano gruppi armati responsabili di crimini di guerra.
Le principali accuse mosse contro Apple e le sue filiali francesi e belghe sono:
- Riciclaggio di minerali illeciti attraverso catene di approvvigionamento internazionali.
- Coprire crimini di guerra, ignorando l’origine dei minerali.
- Pratiche commerciali ingannevoli che rassicurano i consumatori sulla trasparenza delle supply chain.
Nonostante Apple non acquisti direttamente questi minerali, essi fanno parte della catena di fornitura attraverso società terze. La compagnia ha sempre sostenuto di adottare audit rigorosi per garantire la conformità etica, ma gli avvocati della RDC affermano di aver inviato prove a Tim Cook già ad aprile 2024, senza ottenere risposte concrete.
Ora spetterà alle procure di Francia e Belgio decidere se avviare un processo penale contro Apple, ponendo nuovi interrogativi sulla responsabilità delle multinazionali nei confronti delle violazioni dei diritti umani.
TikTok: richiesta di emergenza alla Corte Suprema per evitare ban negli USA
TikTok, nel frattempo, si trova ad affrontare una possibile esclusione dal mercato statunitense. Dopo che un tribunale ha respinto le argomentazioni secondo cui il divieto violerebbe il Primo Emendamento, ByteDance, la società madre di TikTok, ha chiesto alla Corte Suprema un’ingiunzione di emergenza per impedire l’entrata in vigore del divieto previsto per gennaio 2025.
TikTok sostiene che il divieto interferisce con il diritto alla libertà di espressione e danneggerebbe gravemente l’azienda, facendole perdere almeno un terzo degli utenti americani. La società argomenta che la misura non è necessaria, poiché non esiste una minaccia imminente alla sicurezza nazionale.
In parallelo, è emerso che Donald Trump, ex presidente e figura centrale nella vicenda del primo tentativo di divieto nel 2020, avrebbe incontrato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Trump, che ora si definisce più aperto alla piattaforma, attribuisce parte del suo successo tra i giovani elettori all’utilizzo di TikTok, nonostante i dati elettorali mostrino il contrario.
L’intervento della Corte Suprema rappresenta l’ultima speranza per TikTok di evitare una chiusura forzata o una vendita a una società statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni significative sia per gli utenti americani che per le strategie di ByteDance a livello globale.
Apple e TikTok affrontano sfide legali complesse che mettono in luce temi etici e politici di rilievo globale. Mentre Apple è accusata di non garantire trasparenza nella propria catena di approvvigionamento, TikTok lotta per difendere il proprio diritto di operare negli Stati Uniti, ponendo un dilemma tra sicurezza nazionale e libertà di espressione.
Economia
Controversie e investimenti globali: Apple, Google e TikTok
Tempo di lettura: 3 minuti. Controversie globali: Apple, Google, TikTok e Meta al centro di cause legali su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. Scopri i dettagli.
Apple, Google e TikTok affrontano temi complessi e controversie che spaziano dalla gestione dei contenuti alla concorrenza e agli investimenti. Mentre Apple è accusata di non affrontare adeguatamente il problema del CSAM (contenuti di abusi sessuali su minori), la compagnia annuncia un significativo investimento di oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito. Nel frattempo, Google contesta un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI, mentre TikTok si prepara a una battaglia legale per evitare il divieto negli Stati Uniti.
Apple e la controversia sul CSAM
Apple è stata citata in giudizio da migliaia di vittime di abusi per non aver implementato un sistema di scansione dei contenuti CSAM su iCloud. La causa da 1,2 miliardi di dollari accusa l’azienda di aver creato un ambiente sicuro per i predatori, segnalando solo 267 casi rispetto ai milioni riportati da altri giganti tecnologici nel 2023.
Apple aveva inizialmente proposto un sistema di scansione on-device, ma l’idea è stata abbandonata nel 2022 a causa delle preoccupazioni sul possibile abuso da parte di governi repressivi. Nonostante l’azienda sottolinei l’importanza di strumenti come Communication Safety, le accuse puntano il dito contro una presunta negligenza nel proteggere i minori.
Apple: investimenti da 18 miliardi di sterline nel Regno Unito
Apple ha investito oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito negli ultimi cinque anni, sostenendo 550.000 posti di lavoro tra impieghi diretti, fornitori e l’economia delle app iOS. Tim Cook ha sottolineato il ruolo cruciale dei team ingegneristici britannici, che operano in città come Londra e Cambridge, nello sviluppo di tecnologie chiave come Apple Intelligence e Siri.
Il contributo di Apple si estende anche all’industria creativa, con una triplicazione delle produzioni Apple TV+ negli ultimi due anni. Questi progetti non solo generano occupazione per cast e crew, ma coinvolgono centinaia di fornitori in settori come costruzione e servizi tecnici.
Google contro Microsoft: monopolio AI?
Google ha chiesto alla FTC di bloccare un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI che prevede Azure come unico fornitore cloud per i servizi di intelligenza artificiale. Google accusa Microsoft di limitare la concorrenza, aumentando i costi per gli utenti e riducendo la possibilità di utilizzare alternative come Google Cloud. Questo caso sottolinea la rivalità tra i due colossi, mentre il mercato AI continua a espandersi rapidamente.
TikTok: battaglia legale per evitare il divieto negli USA
TikTok ha presentato una richiesta di ingiunzione per fermare un imminente divieto negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio 2025. La piattaforma, di proprietà della cinese ByteDance, è accusata dal governo USA di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto potenzialmente accessibile dal governo cinese.
Il divieto è stato approvato dal Congresso e richiede che ByteDance ceda il controllo dell’app a un proprietario non cinese. TikTok sostiene che questa misura violi il Primo Emendamento, poiché impedirebbe a milioni di utenti americani di esprimersi liberamente sulla piattaforma. Secondo TikTok, il divieto causerebbe anche perdite economiche significative: oltre 1 miliardo di dollari per le piccole imprese e 300 milioni per i creatori di contenuti in un solo mese.
Nonostante gli sforzi legali, TikTok deve affrontare una crescente opposizione globale, con divieti già in vigore in India e Canada, e accuse di uso improprio dei dati degli utenti.
Meta: processo in Spagna per pubblicità sleale
Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, affronterà un processo in Spagna nell’ottobre 2025 per una causa da 551 milioni di euro. Oltre 80 aziende mediatiche spagnole accusano Meta di utilizzare in modo massiccio e sistematico i dati personali degli utenti per ottenere un vantaggio competitivo ingiusto nella pubblicità personalizzata, violando le normative europee sulla protezione dei dati.
Nonostante i tentativi di negoziare fuori dal tribunale, le parti non sono giunte a un accordo. Il processo metterà in discussione se il consenso degli utenti ottenuto tramite cookie sia sufficiente per conformarsi alle leggi europee. Questo caso si inserisce in una battaglia più ampia tra media tradizionali e giganti tecnologici per un compenso equo nell’ecosistema digitale.
Dalle accuse contro Apple e Meta alle controversie su concorrenza e privacy che coinvolgono Google e TikTok, queste battaglie legali riflettono la complessità e la responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel mondo contemporaneo.
Economia
Italia: marcia indietro su tassa criptovalute al 42%
Tempo di lettura: 2 minuti. L’Italia rivede la tassa sulle criptovalute: dall’aumento al 42% a un possibile tetto del 28%. Opportunità per investitori e crescita del mercato.
L’Italia si prepara a ridurre l’imposta proposta sui guadagni di capitale delle criptovalute, passando da una tassa del 42% iniziale a un tetto massimo del 28%. La decisione arriva dopo una forte opposizione da parte dell’industria e disaccordi interni alla coalizione di governo, con l’obiettivo di creare un ambiente più favorevole agli investimenti nel settore cripto.
La proposta iniziale e la revisione fiscale
Il governo italiano, guidato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva proposto di aumentare l’aliquota fiscale dal 26% al 42% per sostenere iniziative socio-economiche. Tuttavia, le critiche hanno spinto i legislatori a ridimensionare l’aumento fiscale per evitare effetti negativi sugli investitori e sull’economia.
Secondo Giulio Centemero e Federico Freni, rappresentanti della Lega, un’imposta troppo elevata potrebbe spingere le attività legate alle criptovalute verso l’economia sommersa, riducendo la trasparenza e danneggiando il mercato. La nuova proposta prevede un limite del 28% o il mantenimento dell’aliquota attuale del 26%, a favore di un regime fiscale più progressivo e di esenzioni per i piccoli investitori.
Strategie per il 2025: un bilancio più favorevole al cripto
La revisione fiscale fa parte del piano di bilancio per il 2025, che deve essere approvato entro la fine di dicembre. La coalizione di governo ha presentato oltre 300 emendamenti prioritari per modificare la proposta iniziale, tra cui incentivi per promuovere gli investimenti in criptovalute e proteggere i piccoli investitori con soglie di esenzione più alte.
Confronto internazionale
Altri paesi stanno adottando misure simili per regolare il settore delle criptovalute. In Russia, le vendite di criptovalute sono tassate con un’aliquota dal 13% al 15%, mentre la Repubblica Ceca ha introdotto esenzioni fiscali per asset detenuti per più di tre anni. Questi esempi dimostrano che una tassazione equilibrata può incentivare la crescita del mercato senza ostacolarlo.
La revisione della tassa sulle criptovalute in Italia è un segnale positivo per il settore, che potrebbe beneficiare di un quadro normativo più favorevole. Riducendo le imposte e implementando esenzioni, il governo mira a sostenere lo sviluppo di un mercato trasparente e competitivo, bilanciando le esigenze fiscali con il potenziale di crescita economica.
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