Cina pronta a colpire Apple, Google, Nvidia e Intel con nuove indagini antitrust

da Livio Varriale
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La tensione tra Cina e Stati Uniti continua a crescere e il nuovo fronte della battaglia si sposta sul settore tecnologico. Le autorità cinesi stanno valutando di aprire indagini antitrust su Apple, Google, Nvidia e Intel, colossi statunitensi che giocano un ruolo chiave nell’intelligenza artificiale, nei semiconduttori e nei sistemi operativi mobili.

Queste inchieste, tuttavia, potrebbero non essere solo una questione di concorrenza leale, ma parte di una più ampia strategia geopolitica legata alle recenti restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti nei confronti della Cina.

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Google nel mirino: l’ecosistema Android è un problema per i produttori cinesi?

L’indagine su Google riguarda il suo dominio nel mercato degli smartphone attraverso Android. Secondo il governo cinese, il sistema operativo potrebbe ostacolare la crescita di marchi locali come Xiaomi, Oppo e Vivo, limitando le loro possibilità di innovazione e indipendenza tecnologica.

L’inchiesta, che risale inizialmente al 2019, era stata sospesa ma è stata riaperta nel dicembre 2024, con funzionari della State Administration for Market Regulation (SAMR) che hanno visitato gli uffici di Google a Pechino per raccogliere informazioni.

Sebbene antitrust e controlli sulla concorrenza siano una pratica comune in molte nazioni, il tempismo di questa azione è particolarmente significativo, dato che arriva subito dopo l’annuncio di nuove restrizioni statunitensi sulle esportazioni di tecnologia AI e chip avanzati verso la Cina.

Nvidia e Intel: il dominio nei chip e le acquisizioni sotto esame

Anche Nvidia è nel mirino per presunti comportamenti anticoncorrenziali. Le autorità cinesi stanno rivedendo i termini dell’acquisizione di Mellanox Technologies, approvata precedentemente con alcune condizioni. Nvidia è il leader mondiale nel settore delle GPU e dei chip AI, e il governo cinese teme che possa sfruttare questa posizione dominante per limitare la disponibilità di prodotti avanzati ai clienti cinesi.

Anche Intel potrebbe essere oggetto di un’indagine per il suo monopolio nel mercato dei processori in Cina. Sebbene non ci siano ancora conferme ufficiali, la possibilità di un’azione antitrust contro il gigante dei semiconduttori è vista come una potenziale rappresaglia contro le restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip.

Apple sotto inchiesta per le commissioni dell’App Store

Parallelamente alle indagini su Google e Nvidia, il governo cinese sta valutando un’indagine antitrust contro Apple per le commissioni dell’App Store, una questione già ampiamente dibattuta in Europa, Stati Uniti, India e Corea del Sud.

Apple è stata spesso accusata di imporre condizioni monopolistiche agli sviluppatori, impedendo loro di utilizzare sistemi di pagamento alternativi e trattenendo una commissione fino al 30% sugli acquisti in-app.

Nel 2024, il Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea ha costretto Apple a permettere app store di terze parti su iOS, ma la società ha cercato di mantenere un controllo stringente sulle commissioni. La situazione è simile negli Stati Uniti, dove Apple ha dovuto concedere agli sviluppatori la possibilità di inserire link per acquisti fuori dall’App Store, ma con regole che comunque favoriscono il suo ecosistema chiuso.

L’antitrust cinese potrebbe seguire questa stessa direzione, ma molti esperti ritengono che si tratti più di una manovra politica che di un reale interesse per la concorrenza.

Guerra commerciale mascherata da regolamentazione?

L’annuncio dell’indagine antitrust su Apple è arrivato poche ore dopo che la Cina aveva imposto dazi su alcune importazioni dagli Stati Uniti, e appena secondi dopo la decisione di avviare un’inchiesta su Google. Questo ha portato molti analisti a sospettare che Pechino stia usando queste indagini come arma negoziale nella guerra commerciale con Washington.

Donald Trump ha recentemente imposto un dazio del 10% su tutti i prodotti importati dalla Cina, aumentando la pressione sul settore tecnologico. Pechino ha risposto con nuove restrizioni sull’export di metalli critici come tungsteno e molibdeno, essenziali per la produzione di chip e batterie.

Se la tensione commerciale tra i due Paesi dovesse intensificarsi, è probabile che queste inchieste si trasformino in vere e proprie sanzioni contro le aziende americane, con Apple e Google come principali bersagli.

Futuro della tecnologia tra geopolitica e regolamentazioni

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sta ridefinendo gli equilibri globali nel settore tecnologico. Se queste indagini antitrust dovessero concretizzarsi, potrebbero avere un impatto significativo su:

  • Il mercato degli smartphone, con aziende cinesi come Huawei, Xiaomi e Oppo che potrebbero ricevere maggior supporto locale per ridurre la dipendenza da Google.
  • L’industria dei semiconduttori, con Nvidia e Intel che potrebbero perdere quote di mercato in Cina in favore di produttori locali come SMIC.
  • L’App Store di Apple, che potrebbe subire pressioni per aprire il suo ecosistema o abbassare le commissioni sui pagamenti.

Nonostante la retorica ufficiale sulla regolamentazione del mercato, è evidente che queste azioni sono strettamente collegate alle tensioni commerciali e geopolitiche tra le due superpotenze. Il 2025 potrebbe essere un anno cruciale per l’equilibrio tra tecnologia, politica e mercati globali.

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