Economia
Continuano le speculazioni della Finanza nel mondo DeFi
Tempo di lettura: 3 minuti. I grandi gestori di denaro si stanno buttando a capofitto sugli asset digitali, trovando nuovi modi per monetizzare l’interesse degli investitori anche se i volumi di trading e i prezzi del bitcoin e di altre criptovalute sono crollati.
Questa settimana Abrdn, società quotata nel FTSE 100, è stata l’ultima casa d’investimento a fare il grande passo, acquistando una partecipazione in Archax, uno scambio di asset digitali regolamentato nel Regno Unito. La partecipazione permetterà al gestore di fondi da 508 miliardi di sterline di avere un posto nel consiglio di amministrazione e rappresenta una scommessa sul fatto che la tecnologia di Archax sarà alla base delle modalità di negoziazione di fondi, azioni e altri titoli in futuro.
L’investimento di Abrdn, di cui non è stata data notizia in precedenza, arriva mentre BlackRock, il più grande gestore di fondi al mondo, non solo ha annunciato i piani per un trust di bitcoin spot per gli investitori istituzionali, ma ha anche accettato di collegare la sua piattaforma tecnologica Aladdin allo scambio di criptovalute Coinbase. Quest’ultima mossa dovrebbe facilitare la strada agli 82.000 professionisti dell’investimento che utilizzano Aladdin per offrire ai clienti l’accesso al bitcoin.
Nel frattempo Charles Schwab, il gruppo statunitense di broker e investimenti, ha lanciato la scorsa settimana un fondo negoziato in borsa che mira a dare agli investitori un’esposizione alle criptovalute senza doverle effettivamente acquistare. A luglio, inoltre, il gestore patrimoniale britannico Schroders ha acquistato una partecipazione nel gestore di asset digitali Forteus.
Mentre Fidelity offre servizi di custodia di asset digitali da quasi cinque anni e ad aprile ha aggiunto un’opzione bitcoin alle sue offerte pensionistiche, le attività di quest’estate segnalano una più ampia accettazione degli asset digitali, hanno detto gli analisti di mercato.
“I grandi gestori patrimoniali stanno iniziando a considerarlo un vero e proprio investimento”, ha dichiarato Chris Brendler, analista senior di DA Davidson. “Penso che sia un dato importante in termini di società di gestione patrimoniale tradizionali che abbracciano ciò che per anni è stato quasi ridicolizzato”.
Il fondatore di BlackRock, Larry Fink, era tra gli scettici e nel 2017 ha affermato che “il bitcoin mostra solo quanta domanda di riciclaggio di denaro ci sia nel mondo”.
Le nuove offerte digitali arrivano dopo che gli asset digitali hanno subito una brutale svendita di mercato che ha ridotto la capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute da circa 3,2 miliardi di dollari a novembre a meno di 1 miliardo di dollari.
Ma Charley Cooper, amministratore delegato della società di blockchain R3 ed ex membro di spicco della Commodity Futures Trading Commission statunitense, sostiene che il fatto che siano andati avanti rappresenti un voto di fiducia. “Accordi come questo non vengono messi insieme all’ultimo minuto. Sono cose che si fanno da mesi, se non da anni…”. Non è che abbiano deciso di farlo al volo”.
Questo è ciò che preoccupa le associazioni dei consumatori. “Solo perché le aziende di alto livello vogliono fare soldi con qualcosa di nuovo, questo non significa che sia una buona cosa da fare”, ha detto Dennis Kelleher, responsabile di Better Markets, un gruppo di difesa degli investitori con sede a Washington. “Questa volatilità sarebbe normalmente un segnale di allarme”.
L’ampia varietà di offerte di asset digitali riflette la natura nascente della classe di asset e lo scetticismo normativo nei confronti dei prodotti al dettaglio che investono direttamente in bitcoin. BlackRock ha evitato questo problema offrendo un fondo privato agli investitori istituzionali, mentre l’ETF di Schwab investe in società quotate in borsa che mirano a trarre profitto dall’offerta di servizi agli investitori in criptovalute o dalla sottostante tecnologia digitale blockchain.
“Sappiamo che si tratta di un investimento speculativo, ma lo abbiamo identificato come una tendenza a lungo termine”, ha dichiarato David Botset, responsabile della gestione dei prodotti azionari presso il ramo di gestione patrimoniale di Charles Schwab.
La partecipazione di Abrdn in Archax è una scommessa simile. Fondata nel 2018 da ex dirigenti di hedge fund Graham Rodford, Andrew Flatt e Matthew Pollard, Archax fornisce una piattaforma agli investitori istituzionali per la negoziazione di criptovalute e titoli tokenizzati come frazioni di azioni di società. Nel corso del tempo, Abrdn spera di raccogliere “entrate sostanziali” dando ai clienti l’accesso ai suoi fondi in forma di token, nonché ad attività meno facilmente negoziabili come il debito privato, il private equity e gli edifici, sulla borsa.
“Il nostro punto di vista è che il prossimo evento dirompente sarà il passaggio dalla negoziazione elettronica alle borse digitali e alla negoziazione attraverso titoli digitali”, ha dichiarato Russell Barlow, global head of alternatives di Abrdn, che ha contribuito alla conclusione dell’operazione. “Essere presenti all’inizio ci metterà in una posizione molto forte”.
All’inizio di questa settimana Abrdn ha registrato una perdita nel primo semestre di 320 milioni di sterline, a causa del deflusso di clienti che ha fatto diminuire il patrimonio gestito e amministrato.
Economia
Apple accusata della guerra in Congo e TikTok spera in Trump
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple affronta accuse sull’uso di minerali di conflitto, mentre TikTok chiede alla Corte Suprema di bloccare il divieto negli USA.
Apple e TikTok si trovano entrambe al centro di controversie globali e battaglie legali. Mentre Apple affronta denunce penali relative all’uso di minerali provenienti da conflitti in Congo, TikTok chiede un intervento della Corte Suprema per bloccare un possibile divieto negli Stati Uniti.
Apple accusata di utilizzare minerali di conflitto dal Congo
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha presentato denunce penali contro Apple in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti da fonti illecite. Le accuse includono l’impiego di “minerali di conflitto”, noti anche come “blood minerals”, che vengono estratti utilizzando lavoro minorile e i cui proventi finanziano gruppi armati responsabili di crimini di guerra.
Le principali accuse mosse contro Apple e le sue filiali francesi e belghe sono:
- Riciclaggio di minerali illeciti attraverso catene di approvvigionamento internazionali.
- Coprire crimini di guerra, ignorando l’origine dei minerali.
- Pratiche commerciali ingannevoli che rassicurano i consumatori sulla trasparenza delle supply chain.
Nonostante Apple non acquisti direttamente questi minerali, essi fanno parte della catena di fornitura attraverso società terze. La compagnia ha sempre sostenuto di adottare audit rigorosi per garantire la conformità etica, ma gli avvocati della RDC affermano di aver inviato prove a Tim Cook già ad aprile 2024, senza ottenere risposte concrete.
Ora spetterà alle procure di Francia e Belgio decidere se avviare un processo penale contro Apple, ponendo nuovi interrogativi sulla responsabilità delle multinazionali nei confronti delle violazioni dei diritti umani.
TikTok: richiesta di emergenza alla Corte Suprema per evitare ban negli USA
TikTok, nel frattempo, si trova ad affrontare una possibile esclusione dal mercato statunitense. Dopo che un tribunale ha respinto le argomentazioni secondo cui il divieto violerebbe il Primo Emendamento, ByteDance, la società madre di TikTok, ha chiesto alla Corte Suprema un’ingiunzione di emergenza per impedire l’entrata in vigore del divieto previsto per gennaio 2025.
TikTok sostiene che il divieto interferisce con il diritto alla libertà di espressione e danneggerebbe gravemente l’azienda, facendole perdere almeno un terzo degli utenti americani. La società argomenta che la misura non è necessaria, poiché non esiste una minaccia imminente alla sicurezza nazionale.
In parallelo, è emerso che Donald Trump, ex presidente e figura centrale nella vicenda del primo tentativo di divieto nel 2020, avrebbe incontrato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Trump, che ora si definisce più aperto alla piattaforma, attribuisce parte del suo successo tra i giovani elettori all’utilizzo di TikTok, nonostante i dati elettorali mostrino il contrario.
L’intervento della Corte Suprema rappresenta l’ultima speranza per TikTok di evitare una chiusura forzata o una vendita a una società statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni significative sia per gli utenti americani che per le strategie di ByteDance a livello globale.
Apple e TikTok affrontano sfide legali complesse che mettono in luce temi etici e politici di rilievo globale. Mentre Apple è accusata di non garantire trasparenza nella propria catena di approvvigionamento, TikTok lotta per difendere il proprio diritto di operare negli Stati Uniti, ponendo un dilemma tra sicurezza nazionale e libertà di espressione.
Economia
Controversie e investimenti globali: Apple, Google e TikTok
Tempo di lettura: 3 minuti. Controversie globali: Apple, Google, TikTok e Meta al centro di cause legali su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. Scopri i dettagli.
Apple, Google e TikTok affrontano temi complessi e controversie che spaziano dalla gestione dei contenuti alla concorrenza e agli investimenti. Mentre Apple è accusata di non affrontare adeguatamente il problema del CSAM (contenuti di abusi sessuali su minori), la compagnia annuncia un significativo investimento di oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito. Nel frattempo, Google contesta un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI, mentre TikTok si prepara a una battaglia legale per evitare il divieto negli Stati Uniti.
Apple e la controversia sul CSAM
Apple è stata citata in giudizio da migliaia di vittime di abusi per non aver implementato un sistema di scansione dei contenuti CSAM su iCloud. La causa da 1,2 miliardi di dollari accusa l’azienda di aver creato un ambiente sicuro per i predatori, segnalando solo 267 casi rispetto ai milioni riportati da altri giganti tecnologici nel 2023.
Apple aveva inizialmente proposto un sistema di scansione on-device, ma l’idea è stata abbandonata nel 2022 a causa delle preoccupazioni sul possibile abuso da parte di governi repressivi. Nonostante l’azienda sottolinei l’importanza di strumenti come Communication Safety, le accuse puntano il dito contro una presunta negligenza nel proteggere i minori.
Apple: investimenti da 18 miliardi di sterline nel Regno Unito
Apple ha investito oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito negli ultimi cinque anni, sostenendo 550.000 posti di lavoro tra impieghi diretti, fornitori e l’economia delle app iOS. Tim Cook ha sottolineato il ruolo cruciale dei team ingegneristici britannici, che operano in città come Londra e Cambridge, nello sviluppo di tecnologie chiave come Apple Intelligence e Siri.
Il contributo di Apple si estende anche all’industria creativa, con una triplicazione delle produzioni Apple TV+ negli ultimi due anni. Questi progetti non solo generano occupazione per cast e crew, ma coinvolgono centinaia di fornitori in settori come costruzione e servizi tecnici.
Google contro Microsoft: monopolio AI?
Google ha chiesto alla FTC di bloccare un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI che prevede Azure come unico fornitore cloud per i servizi di intelligenza artificiale. Google accusa Microsoft di limitare la concorrenza, aumentando i costi per gli utenti e riducendo la possibilità di utilizzare alternative come Google Cloud. Questo caso sottolinea la rivalità tra i due colossi, mentre il mercato AI continua a espandersi rapidamente.
TikTok: battaglia legale per evitare il divieto negli USA
TikTok ha presentato una richiesta di ingiunzione per fermare un imminente divieto negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio 2025. La piattaforma, di proprietà della cinese ByteDance, è accusata dal governo USA di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto potenzialmente accessibile dal governo cinese.
Il divieto è stato approvato dal Congresso e richiede che ByteDance ceda il controllo dell’app a un proprietario non cinese. TikTok sostiene che questa misura violi il Primo Emendamento, poiché impedirebbe a milioni di utenti americani di esprimersi liberamente sulla piattaforma. Secondo TikTok, il divieto causerebbe anche perdite economiche significative: oltre 1 miliardo di dollari per le piccole imprese e 300 milioni per i creatori di contenuti in un solo mese.
Nonostante gli sforzi legali, TikTok deve affrontare una crescente opposizione globale, con divieti già in vigore in India e Canada, e accuse di uso improprio dei dati degli utenti.
Meta: processo in Spagna per pubblicità sleale
Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, affronterà un processo in Spagna nell’ottobre 2025 per una causa da 551 milioni di euro. Oltre 80 aziende mediatiche spagnole accusano Meta di utilizzare in modo massiccio e sistematico i dati personali degli utenti per ottenere un vantaggio competitivo ingiusto nella pubblicità personalizzata, violando le normative europee sulla protezione dei dati.
Nonostante i tentativi di negoziare fuori dal tribunale, le parti non sono giunte a un accordo. Il processo metterà in discussione se il consenso degli utenti ottenuto tramite cookie sia sufficiente per conformarsi alle leggi europee. Questo caso si inserisce in una battaglia più ampia tra media tradizionali e giganti tecnologici per un compenso equo nell’ecosistema digitale.
Dalle accuse contro Apple e Meta alle controversie su concorrenza e privacy che coinvolgono Google e TikTok, queste battaglie legali riflettono la complessità e la responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel mondo contemporaneo.
Economia
Italia: marcia indietro su tassa criptovalute al 42%
Tempo di lettura: 2 minuti. L’Italia rivede la tassa sulle criptovalute: dall’aumento al 42% a un possibile tetto del 28%. Opportunità per investitori e crescita del mercato.
L’Italia si prepara a ridurre l’imposta proposta sui guadagni di capitale delle criptovalute, passando da una tassa del 42% iniziale a un tetto massimo del 28%. La decisione arriva dopo una forte opposizione da parte dell’industria e disaccordi interni alla coalizione di governo, con l’obiettivo di creare un ambiente più favorevole agli investimenti nel settore cripto.
La proposta iniziale e la revisione fiscale
Il governo italiano, guidato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva proposto di aumentare l’aliquota fiscale dal 26% al 42% per sostenere iniziative socio-economiche. Tuttavia, le critiche hanno spinto i legislatori a ridimensionare l’aumento fiscale per evitare effetti negativi sugli investitori e sull’economia.
Secondo Giulio Centemero e Federico Freni, rappresentanti della Lega, un’imposta troppo elevata potrebbe spingere le attività legate alle criptovalute verso l’economia sommersa, riducendo la trasparenza e danneggiando il mercato. La nuova proposta prevede un limite del 28% o il mantenimento dell’aliquota attuale del 26%, a favore di un regime fiscale più progressivo e di esenzioni per i piccoli investitori.
Strategie per il 2025: un bilancio più favorevole al cripto
La revisione fiscale fa parte del piano di bilancio per il 2025, che deve essere approvato entro la fine di dicembre. La coalizione di governo ha presentato oltre 300 emendamenti prioritari per modificare la proposta iniziale, tra cui incentivi per promuovere gli investimenti in criptovalute e proteggere i piccoli investitori con soglie di esenzione più alte.
Confronto internazionale
Altri paesi stanno adottando misure simili per regolare il settore delle criptovalute. In Russia, le vendite di criptovalute sono tassate con un’aliquota dal 13% al 15%, mentre la Repubblica Ceca ha introdotto esenzioni fiscali per asset detenuti per più di tre anni. Questi esempi dimostrano che una tassazione equilibrata può incentivare la crescita del mercato senza ostacolarlo.
La revisione della tassa sulle criptovalute in Italia è un segnale positivo per il settore, che potrebbe beneficiare di un quadro normativo più favorevole. Riducendo le imposte e implementando esenzioni, il governo mira a sostenere lo sviluppo di un mercato trasparente e competitivo, bilanciando le esigenze fiscali con il potenziale di crescita economica.
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