Economia
Elon Musk cambia nome a Twitter Inc. con X Corp e qualche allusione sessuale
Tempo di lettura: 3 minuti. Una nuova era per il celebre social network che però vale di meno e fa questione con la BBC
Twitter Inc. è stata assorbita da X Corp., la società controllata da X Holdings, attraverso la quale Elon Musk ha acquisito il noto social network lo scorso autunno. Questo passaggio segna la fine dell’era di Twitter Inc. e l’inizio di un nuovo capitolo, sempre più influenzato dall’impronta di Musk.
Il cambio di denominazione
Nonostante sul blog ufficiale di Twitter e su altre pagine del social network compaia ancora la scritta “Twitter, Inc.”, il cambiamento è stato rilevato in un documento depositato presso un tribunale statunitense riguardante una causa in corso tra una giornalista e la stessa Twitter. Al momento non è stato rilasciato alcun comunicato ufficiale e non è chiaro il motivo del cambio di nome. Tuttavia, la lettera “X” è un elemento ricorrente nell’universo di Elon Musk, presente in nomi come SpaceX, Model X, X Holdings e altri progetti.
Gli scherzi di Musk e le sfide che Twitter affronta
Recentemente, Musk ha condiviso una foto dell’insegna del quartier generale di Twitter a San Francisco, in cui la lettera “W” è stata nascosta. Inoltre, per qualche ora, Musk ha cambiato il suo nome in “Harry Bolz”, un gioco di parole che si riferisce ai genitali maschili. Questi scherzi sembrano far parte di una strategia volta a distogliere l’attenzione dalle difficoltà che Twitter sta attraversando da quando Musk ne è al comando.
Il valore di Twitter sarebbe oggi di 20 miliardi di dollari, meno della metà dell’importo utilizzato per acquistarlo. Le finanze dell’azienda potrebbero subire ulteriori colpi, poiché alcuni ex dirigenti di Twitter, tra cui l’ex CEO Parag Agrawal, hanno avviato un’azione legale collettiva contro la piattaforma, rivendicando oltre 1 milione di dollari in rimborsi spese.
Scherzi da tycoon
Elon Musk è stato protagonista di un altro scherzo controverso riguardo a Twitter, coprendo la “w” nel logo dell’azienda situato sul quartier generale di San Francisco, trasformando il nome del social media in “Titter”. Questa non è la prima volta che il CEO di Tesla gioca con la parola inglese “tits”, che è una versione colloquiale e volgare di “seno”. Tuttavia, il proprietario dell’edificio, SRI Nine Market Square LLC, non era entusiasta del cambiamento e ha affermato che Twitter è legalmente obbligato a mantenere la scritta originale. Musk ha risposto dipingendo la “w” del colore dello sfondo per “risolvere il problema”.
Musk ha avuto anche precedenti con altri scherzi sul tema, come la creazione di una nuova università chiamata “Texas Institute of Technology and Science”, con l’acronimo “TITS”. Tuttavia, questa idea non è mai stata realizzata.
Oltre agli scherzi, Musk è stato accusato di non aver pagato gli affitti per gli edifici di Twitter a San Francisco e Londra. SRI Nine Market Square LLC ha citato la società in tribunale per la riscossione di 6,7 milioni di dollari non pagati.
La polemica con la BBC
Infine, Twitter è anche al centro di una polemica con la BBC, in quanto il social media ha aggiunto una dicitura che descrive la BBC come una “testata finanziata dal governo”, mettendo in dubbio l’indipendenza e l’attendibilità del lavoro giornalistico svolto dall’emittente. Nonostante la richiesta di rimuovere la dicitura, al momento è ancora presente.
Economia
Apple sospesa tra Cina e Europa per privacy, AI e iOS
Tempo di lettura: 4 minuti. Apple tra AI, privacy e aggiornamenti: scopri iOS 18.3, l’intelligenza artificiale in Cina e le sfide del Digital Markets Act.
Apple si trova al centro di importanti sviluppi tecnologici e regolamentari, che spaziano dalla difesa della privacy contro le normative europee del DMA (Digital Markets Act) fino all’introduzione di nuove funzionalità AI e aggiornamenti software, come iOS 18.3. Inoltre, l’azienda ha bloccato il downgrade a iOS 18.1.1, limitando le opzioni per gli utenti.
Digital Markets Act e rischi per la privacy: il punto di vista di Apple
In un recente rapporto, Apple ha espresso preoccupazioni per le implicazioni del DMA, che richiede alle grandi piattaforme di garantire interoperabilità e accesso paritario alle loro funzionalità. Apple teme che queste normative possano compromettere la privacy degli utenti.
Ad esempio, Meta ha richiesto accesso a tecnologie come AirPlay, CarPlay e App Intents, che secondo Apple potrebbero esporre i dati degli utenti a rischi, consentendo a terze parti di accedere a messaggi, telefonate, foto e password. Apple sottolinea che queste richieste potrebbero minare la sicurezza degli utenti e contraddire il GDPR.
Apple si è impegnata a collaborare con la Commissione Europea, proponendo un processo rigoroso per valutare le richieste di interoperabilità, ma insiste sull’importanza di proteggere i dati sensibili e mantenere l’integrità della piattaforma.
Apple Intelligence e negoziazioni in Cina: AI tra opportunità e regolamenti
Con l’introduzione di Apple Intelligence, che integra funzionalità avanzate di AI nei dispositivi, Apple sta negoziando con aziende come Tencent e ByteDance per adattare i suoi modelli di intelligenza artificiale alle normative cinesi.
Le discussioni riguardano l’implementazione di strumenti come ChatGPT, attualmente non disponibile in Cina, dove l’approvazione governativa è obbligatoria per i servizi generativi. Apple punta a integrare l’AI nel suo ecosistema cinese, ma affronta sfide tecniche e regolamentari legate alla protezione dei dati degli utenti.
Queste trattative sono cruciali per contrastare la concorrenza di Huawei, che con dispositivi come il Mate 70 sta guadagnando terreno nel mercato cinese grazie a funzionalità AI avanzate.
iOS 18.3 e il blocco del downgrade: focus su sicurezza e innovazione
Apple ha smesso di firmare iOS 18.1.1, impedendo il ritorno a versioni precedenti. Questa pratica, pur limitando la libertà degli utenti, mira a garantire che i dispositivi siano aggiornati con le ultime funzionalità e patch di sicurezza.
Nel frattempo, la versione beta di iOS 18.3 introduce nuove funzionalità, come il supporto per robot aspirapolvere nell’app Home. Sebbene le novità di AI siano assenti, macOS Sequoia aggiunge Genmoji, consentendo agli utenti Mac di creare emoji personalizzati.
Gli aggiornamenti pubblici sono previsti per gennaio, segnando un ulteriore passo avanti nell’evoluzione dei sistemi operativi Apple.
Apple abbandona il progetto del servizio di abbonamento hardware per iPhone
Apple ha deciso di interrompere lo sviluppo del suo servizio di abbonamento hardware per iPhone, un progetto ambizioso che mirava a rendere l’acquisto di un iPhone simile alla sottoscrizione di un’app. Questo programma, inizialmente pianificato per il lancio alla fine del 2022, ha subito ritardi significativi a causa di problemi software e preoccupazioni regolamentari, portando alla sua definitiva cancellazione nel 2024.
Come avrebbe funzionato il servizio di abbonamento hardware
L’idea del servizio era rivoluzionaria: anziché pagare un iPhone a prezzo pieno o optare per un piano a rate, i clienti avrebbero pagato una tariffa mensile associata al loro ID Apple, la stessa utilizzata per scaricare app e gestire altri abbonamenti.
Questa tariffa avrebbe permesso agli utenti di ricevere un nuovo modello di iPhone ogni anno, facilitando l’aggiornamento continuo del dispositivo senza dover affrontare costi iniziali elevati. Il servizio si sarebbe basato su un’infrastruttura finanziaria interna ad Apple, con prestiti gestiti direttamente dall’azienda, simile al sistema utilizzato per il programma Apple Pay Later, anch’esso recentemente dismesso.
Setback e ragioni della cancellazione
Apple ha testato il programma in via sperimentale con un gruppo di dipendenti del team Apple Pay, coinvolgendo anche i team responsabili della fatturazione dell’App Store e dello store online. Tuttavia, diversi ostacoli hanno reso difficile la realizzazione:
- Problemi software: i sistemi interni necessari per supportare il servizio non hanno raggiunto la stabilità richiesta.
- Regolamentazioni: preoccupazioni legali e normative hanno ulteriormente complicato l’implementazione del progetto, soprattutto in mercati come l’Europa e gli Stati Uniti.
Il programma è stato definitivamente abbandonato nello stesso anno in cui Apple ha cessato il Apple Pay Later, optando per alternative che includono il supporto a soluzioni di finanziamento di terze parti come Affirm e Klarna su iOS 18.
Alternative attuali: i programmi di finanziamento Apple
Nonostante l’abbandono di questo progetto, Apple continua a offrire opzioni di finanziamento per i suoi dispositivi:
- iPhone Upgrade Program: un programma supportato da Citizens Bank che consente di dividere il costo di un iPhone in rate su due anni, con la possibilità di aggiornare il dispositivo dopo un anno.
- Apple Card Monthly Installments: un’opzione che permette di finanziare acquisti tramite la Apple Card.
Queste soluzioni, sebbene meno innovative rispetto al servizio di abbonamento hardware, rappresentano comunque un’opzione conveniente per molti utenti.
Il progetto di abbonamento hardware per iPhone dimostra l’intenzione di Apple di esplorare nuovi modelli di business per rendere i suoi prodotti più accessibili. Tuttavia, la complessità tecnica e regolamentare ha portato alla sua cancellazione, lasciando spazio ad alternative consolidate. Mentre il concetto di “iPhone come servizio” è stato accantonato, l’azienda potrebbe tornare a esplorare modelli simili in futuro, adattandosi alle sfide normative e tecnologiche.
Apple si muove tra innovazione tecnologica e sfide regolamentari, dimostrando un impegno costante verso la privacy e l’introduzione di nuove funzionalità AI. Con aggiornamenti software e strategie per affrontare i mercati globali, il 2025 si preannuncia un anno cruciale per Cupertino.
Economia
Apple accusata della guerra in Congo e TikTok spera in Trump
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple affronta accuse sull’uso di minerali di conflitto, mentre TikTok chiede alla Corte Suprema di bloccare il divieto negli USA.
Apple e TikTok si trovano entrambe al centro di controversie globali e battaglie legali. Mentre Apple affronta denunce penali relative all’uso di minerali provenienti da conflitti in Congo, TikTok chiede un intervento della Corte Suprema per bloccare un possibile divieto negli Stati Uniti.
Apple accusata di utilizzare minerali di conflitto dal Congo
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha presentato denunce penali contro Apple in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti da fonti illecite. Le accuse includono l’impiego di “minerali di conflitto”, noti anche come “blood minerals”, che vengono estratti utilizzando lavoro minorile e i cui proventi finanziano gruppi armati responsabili di crimini di guerra.
Le principali accuse mosse contro Apple e le sue filiali francesi e belghe sono:
- Riciclaggio di minerali illeciti attraverso catene di approvvigionamento internazionali.
- Coprire crimini di guerra, ignorando l’origine dei minerali.
- Pratiche commerciali ingannevoli che rassicurano i consumatori sulla trasparenza delle supply chain.
Nonostante Apple non acquisti direttamente questi minerali, essi fanno parte della catena di fornitura attraverso società terze. La compagnia ha sempre sostenuto di adottare audit rigorosi per garantire la conformità etica, ma gli avvocati della RDC affermano di aver inviato prove a Tim Cook già ad aprile 2024, senza ottenere risposte concrete.
Ora spetterà alle procure di Francia e Belgio decidere se avviare un processo penale contro Apple, ponendo nuovi interrogativi sulla responsabilità delle multinazionali nei confronti delle violazioni dei diritti umani.
TikTok: richiesta di emergenza alla Corte Suprema per evitare ban negli USA
TikTok, nel frattempo, si trova ad affrontare una possibile esclusione dal mercato statunitense. Dopo che un tribunale ha respinto le argomentazioni secondo cui il divieto violerebbe il Primo Emendamento, ByteDance, la società madre di TikTok, ha chiesto alla Corte Suprema un’ingiunzione di emergenza per impedire l’entrata in vigore del divieto previsto per gennaio 2025.
TikTok sostiene che il divieto interferisce con il diritto alla libertà di espressione e danneggerebbe gravemente l’azienda, facendole perdere almeno un terzo degli utenti americani. La società argomenta che la misura non è necessaria, poiché non esiste una minaccia imminente alla sicurezza nazionale.
In parallelo, è emerso che Donald Trump, ex presidente e figura centrale nella vicenda del primo tentativo di divieto nel 2020, avrebbe incontrato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Trump, che ora si definisce più aperto alla piattaforma, attribuisce parte del suo successo tra i giovani elettori all’utilizzo di TikTok, nonostante i dati elettorali mostrino il contrario.
L’intervento della Corte Suprema rappresenta l’ultima speranza per TikTok di evitare una chiusura forzata o una vendita a una società statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni significative sia per gli utenti americani che per le strategie di ByteDance a livello globale.
Apple e TikTok affrontano sfide legali complesse che mettono in luce temi etici e politici di rilievo globale. Mentre Apple è accusata di non garantire trasparenza nella propria catena di approvvigionamento, TikTok lotta per difendere il proprio diritto di operare negli Stati Uniti, ponendo un dilemma tra sicurezza nazionale e libertà di espressione.
Economia
Controversie e investimenti globali: Apple, Google e TikTok
Tempo di lettura: 3 minuti. Controversie globali: Apple, Google, TikTok e Meta al centro di cause legali su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. Scopri i dettagli.
Apple, Google e TikTok affrontano temi complessi e controversie che spaziano dalla gestione dei contenuti alla concorrenza e agli investimenti. Mentre Apple è accusata di non affrontare adeguatamente il problema del CSAM (contenuti di abusi sessuali su minori), la compagnia annuncia un significativo investimento di oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito. Nel frattempo, Google contesta un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI, mentre TikTok si prepara a una battaglia legale per evitare il divieto negli Stati Uniti.
Apple e la controversia sul CSAM
Apple è stata citata in giudizio da migliaia di vittime di abusi per non aver implementato un sistema di scansione dei contenuti CSAM su iCloud. La causa da 1,2 miliardi di dollari accusa l’azienda di aver creato un ambiente sicuro per i predatori, segnalando solo 267 casi rispetto ai milioni riportati da altri giganti tecnologici nel 2023.
Apple aveva inizialmente proposto un sistema di scansione on-device, ma l’idea è stata abbandonata nel 2022 a causa delle preoccupazioni sul possibile abuso da parte di governi repressivi. Nonostante l’azienda sottolinei l’importanza di strumenti come Communication Safety, le accuse puntano il dito contro una presunta negligenza nel proteggere i minori.
Apple: investimenti da 18 miliardi di sterline nel Regno Unito
Apple ha investito oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito negli ultimi cinque anni, sostenendo 550.000 posti di lavoro tra impieghi diretti, fornitori e l’economia delle app iOS. Tim Cook ha sottolineato il ruolo cruciale dei team ingegneristici britannici, che operano in città come Londra e Cambridge, nello sviluppo di tecnologie chiave come Apple Intelligence e Siri.
Il contributo di Apple si estende anche all’industria creativa, con una triplicazione delle produzioni Apple TV+ negli ultimi due anni. Questi progetti non solo generano occupazione per cast e crew, ma coinvolgono centinaia di fornitori in settori come costruzione e servizi tecnici.
Google contro Microsoft: monopolio AI?
Google ha chiesto alla FTC di bloccare un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI che prevede Azure come unico fornitore cloud per i servizi di intelligenza artificiale. Google accusa Microsoft di limitare la concorrenza, aumentando i costi per gli utenti e riducendo la possibilità di utilizzare alternative come Google Cloud. Questo caso sottolinea la rivalità tra i due colossi, mentre il mercato AI continua a espandersi rapidamente.
TikTok: battaglia legale per evitare il divieto negli USA
TikTok ha presentato una richiesta di ingiunzione per fermare un imminente divieto negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio 2025. La piattaforma, di proprietà della cinese ByteDance, è accusata dal governo USA di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto potenzialmente accessibile dal governo cinese.
Il divieto è stato approvato dal Congresso e richiede che ByteDance ceda il controllo dell’app a un proprietario non cinese. TikTok sostiene che questa misura violi il Primo Emendamento, poiché impedirebbe a milioni di utenti americani di esprimersi liberamente sulla piattaforma. Secondo TikTok, il divieto causerebbe anche perdite economiche significative: oltre 1 miliardo di dollari per le piccole imprese e 300 milioni per i creatori di contenuti in un solo mese.
Nonostante gli sforzi legali, TikTok deve affrontare una crescente opposizione globale, con divieti già in vigore in India e Canada, e accuse di uso improprio dei dati degli utenti.
Meta: processo in Spagna per pubblicità sleale
Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, affronterà un processo in Spagna nell’ottobre 2025 per una causa da 551 milioni di euro. Oltre 80 aziende mediatiche spagnole accusano Meta di utilizzare in modo massiccio e sistematico i dati personali degli utenti per ottenere un vantaggio competitivo ingiusto nella pubblicità personalizzata, violando le normative europee sulla protezione dei dati.
Nonostante i tentativi di negoziare fuori dal tribunale, le parti non sono giunte a un accordo. Il processo metterà in discussione se il consenso degli utenti ottenuto tramite cookie sia sufficiente per conformarsi alle leggi europee. Questo caso si inserisce in una battaglia più ampia tra media tradizionali e giganti tecnologici per un compenso equo nell’ecosistema digitale.
Dalle accuse contro Apple e Meta alle controversie su concorrenza e privacy che coinvolgono Google e TikTok, queste battaglie legali riflettono la complessità e la responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel mondo contemporaneo.
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