Sommario
Introduzione: Due incriminazioni federali nei confronti di un funzionario bancario nordcoreano, Sim Hyon Sop, sono state rese pubbliche da un tribunale distrettuale di Washington, D.C., per il suo presunto ruolo in cospirazioni legate al riciclaggio di criptovalute.
Le accuse contro Sim Hyon Sop
Sim, rappresentante della North Korean Foreign Trade Bank (FTB), è accusato di aver riciclato fondi “rubati dai fornitori di servizi di asset virtuali” e di aver trasferito tali fondi in dollari statunitensi per acquistare beni, in collaborazione con un gruppo di operatori di criptovalute over-the-counter. Queste presunte azioni violano le sanzioni attualmente in vigore contro la Corea del Nord da parte degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite.
L’uso di VPN e altri strumenti per eludere le sanzioni
Le incriminazioni svelate recentemente rivelano un andamento più ampio negli ultimi anni, con lavoratori nordcoreani che utilizzano reti private virtuali (VPN) e altri strumenti per ottenere impieghi remoti illegalmente e dirottare entrate verso la Corea del Nord.
Altre operazioni di hacking legate alle criptovalute
Negli ultimi anni, gli operatori che lavorano per conto della Corea del Nord hanno messo in atto altri attacchi informatici focalizzati sulle criptovalute, rubando un valore stimato di 1,7 miliardi di dollari in cripto nel 2022, secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Nel tardo 2017, gli hacker nordcoreani hanno ottenuto circa 75 milioni di dollari in valuta virtuale attraverso una campagna di phishing.
Riciclaggio di salari guadagnati illegalmente
Nella seconda incriminazione, Sim è accusato di aver cospirato con un gruppo di lavoratori IT nordcoreani per riciclare circa 12 milioni di dollari in salari guadagnati illegalmente attraverso lavori di sviluppo IT negli Stati Uniti. I lavoratori avrebbero assunto false identità per ottenere impiego presso aziende di sviluppo blockchain negli Stati Uniti e all’estero tra il 2021 e il marzo 2023.
Pagamenti in criptovalute e possibili collegamenti a programmi militari
I lavoratori IT coinvolti avrebbero richiesto che i loro stipendi fossero pagati in criptovalute, come ad esempio stablecoin come USD Tether e USD Coin, attraverso exchange di criptovalute con sede negli Stati Uniti. Questa pratica avrebbe facilitato il riciclaggio dei guadagni e la loro successiva deviazione verso la Corea del Nord, in parte per “generare entrate per i programmi di missili balistici e armi di distruzione di massa” della nazione, secondo l’atto d’accusa.
Il ruolo degli Stati Uniti nelle indagini e le possibili conseguenze
Mentre l’FBI continua a indagare sui casi di riciclaggio di criptovalute, le accuse di riciclaggio di denaro sono punibili con un massimo di 20 anni di carcere, secondo un comunicato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Tuttavia, è improbabile che Sim e gli altri imputati affrontino un processo, poiché si ritiene che fossero basati in Cina e Hong Kong quando sono stati commessi i presunti crimini, e gli Stati Uniti non hanno un trattato di estradizione in vigore con la Cina.
L’impegno del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel contrastare le attività illecite
Kenneth A. Polite Jr., Vice Procuratore Generale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha dichiarato in un comunicato: “Le accuse annunciate oggi rispondono a tentativi innovativi da parte degli operatori nordcoreani di eludere le sanzioni sfruttando le caratteristiche tecnologiche degli asset virtuali per facilitare pagamenti e profitti, e prendendo di mira le società di valute virtuali per il furto”. Ha inoltre aggiunto: “Continueremo a lavorare per interrompere e scoraggiare gli attori nordcoreani e coloro che li aiutano, seguendo il denaro sulla blockchain e mettendo in luce la loro condotta”.