Due eventi recenti hanno avuto un impatto significativo sul settore tecnologico e sulla regolamentazione in Europa: Google ha vinto una battaglia legale contro una multa da 1,7 miliardi di dollari imposta dall’Unione Europea, mentre il Commissario Europeo Thierry Breton, noto per il suo ruolo nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche, ha rassegnato le dimissioni, sollevando questioni sulla governance all’interno della Commissione.
Google la fa franca: non paga
Google ha ottenuto una vittoria legale cruciale contro una multa di 1,49 miliardi di euro (circa 1,7 miliardi di dollari) inflitta dall’UE per pratiche pubblicitarie scorrette, relative al servizio AdSense. Questa multa faceva parte di una serie di tre grandi sanzioni imposte al gigante tecnologico tra il 2017 e il 2019, per un totale di oltre 9 miliardi di dollari. Sebbene il Tribunale dell’Unione Europea abbia confermato in gran parte la posizione della Commissione sulla violazione delle regole di concorrenza, ha deciso di annullare la sanzione per errori nell’analisi del periodo di violazione e del mercato coinvolto nel 2016. Tuttavia, Google non ha concluso la sua battaglia legale con l’UE, in quanto è ancora coinvolta in un altro contenzioso relativo a una multa di 4,3 miliardi di euro per restrizioni legate all’ecosistema Android. Parallelamente, la recente introduzione del Digital Markets Act (DMA) mira a regolamentare meglio il comportamento delle grandi aziende tecnologiche prima di arrivare a sanzioni significative.
Breton lascia: segnale a Macron
Nel frattempo, Thierry Breton, Commissario Europeo responsabile del Mercato Interno e noto per la sua battaglia contro le aziende tecnologiche attraverso la Legge sui Servizi Digitali, ha rassegnato le dimissioni. Breton ha accusato la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen di aver fatto pressioni affinché il Presidente francese Macron ritirasse la sua candidatura per un secondo mandato. La dimissione di Breton è avvenuta in un clima di tensioni interne alla Commissione, con von der Leyen che spinge per una maggiore parità di genere nella composizione del Collegio dei Commissari, ma anche per una politica più aperta alle multinazionali come Google. Le dimissioni di Breton e di altri nomi di rilievo, come la Commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, potrebbero complicare la futura regolamentazione del settore tecnologico in Europa. Questi sviluppi mettono in evidenza la continua sfida tra le istituzioni europee e le grandi aziende tecnologiche, nonché le questioni interne sulla governance all’interno della Commissione stessa.