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Negli ultimi giorni, sia gli Stati Uniti che la Cina hanno fatto passi significativi verso la creazione di riserve strategiche di Bitcoin, alimentando il dibattito su una futura guerra valutaria digitale. Mentre l’amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di includere Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute nella futura US Crypto Reserve, Pechino starebbe accelerando un’iniziativa simile, nonostante il divieto ufficiale sulle criptovalute in vigore dal 2021.
Trump e il Bitcoin: una riserva nazionale per rafforzare la posizione degli USA
Donald Trump ha dichiarato che Bitcoin ed Ethereum saranno “al centro” della riserva crittografica statunitense, un progetto che mira a consolidare il ruolo degli Stati Uniti come leader nel settore blockchain. Dopo aver già indicato XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA) come parte del patrimonio digitale nazionale, il piano suggerisce un’adozione più ampia degli asset digitali da parte del governo americano.
Questa mossa si allinea con le crescenti iniziative statali per permettere agli enti pubblici di investire in Bitcoin e con il comportamento di molte aziende private che già stanno accumulando riserve di criptovalute. Il CEO di Bitwise, Hunter Horsley, ha confermato che il progetto è attivamente in discussione, e il senatore Cynthia Lummis sta lavorando a un disegno di legge correlato.
Un incontro con i principali leader del settore è previsto a Washington l’11 marzo, segno che il piano potrebbe concretizzarsi a breve termine.
La risposta della Cina: accelerazione verso una riserva strategica di Bitcoin
Parallelamente, Pechino starebbe lavorando alla creazione di una propria Bitcoin Strategic Reserve, un’iniziativa che si inserisce nelle più ampie strategie di de-dollarizzazione e internazionalizzazione dello yuan.
David Bailey, CEO di BTC Inc., ha affermato che il governo cinese ha intensificato le discussioni su questo tema, con incontri a porte chiuse avvenuti dopo le ultime elezioni statunitensi.
Sebbene la Cina abbia vietato ufficialmente il trading e il mining di Bitcoin nel 2021, il Paese avrebbe mantenuto un ruolo attivo nel mercato delle criptovalute. Un elemento chiave è stato il recente dump di 194.000 BTC, venduti dal governo dopo il sequestro della truffa PlusToken del 2019.
Questo apparente paradosso suggerisce che Pechino stia cercando di ristrutturare la propria strategia sulle criptovalute, bilanciando l’adozione di Bitcoin con il controllo sulle attività finanziarie interne.
Bitcoin come arma strategica: le implicazioni geopolitiche
Se entrambi i Paesi dovessero procedere con la creazione di riserve Bitcoin sovrane, il ruolo della criptovaluta come asset strategico potrebbe diventare ancora più rilevante. La Cina potrebbe utilizzarlo per ridurre la propria dipendenza dal dollaro statunitense, mentre gli Stati Uniti potrebbero rafforzare la propria posizione come hub globale per il settore blockchain.
La decisione degli USA di abbracciare il Bitcoin potrebbe anche innescare una reazione a catena in Asia, con Giappone, Corea del Sud e India che potrebbero seguire l’esempio per non rimanere indietro. Nel frattempo, il mercato delle criptovalute potrebbe beneficiare di queste iniziative, con una maggiore stabilità a lungo termine e un incremento del valore di Bitcoin come bene rifugio globale.