Economia
Svolta IA in Microsoft e Google Deep Mind: entrano Mustafa Suleyman e Liz Reid
Tempo di lettura: 4 minuti. Mustafa Suleyman guida la nuova divisione IA di Microsoft, mentre Liz Reid dirige la Ricerca Google, entrambi puntano sull’IA per la ricerca
Nel dinamico panorama tecnologico attuale, due colossi come Google e Microsoft aumentano la posta sull’intelligenza artificiale (IA), intraprendendo mosse strategiche che potrebbero ridefinire il futuro dei loro prodotti e servizi. Da una parte, Google nomina Liz Reid, una veterana dell’azienda con oltre due decenni di esperienza, a capo della divisione Ricerca, segnalando un ulteriore impegno verso l’integrazione dell’IA nelle sue funzionalità di ricerca. Dall’altra, Microsoft accoglie Mustafa Suleyman, cofondatore di DeepMind e figura chiave nello sviluppo dell’IA, per guidare una nuova divisione incentrata sui prodotti di IA consumer, tra cui spiccano nomi come Copilot, Bing e Edge. Questi sviluppi non solo evidenziano l’importanza crescente dell’IA nelle strategie aziendali di Google e Microsoft, ma sottolineano anche come l’innovazione guidata dall’intelligenza artificiale stia diventando un pilastro fondamentale per il progresso e la competitività nel settore tecnologico.
Liz Reid, Pioniere dell’IA, alla Guida della Ricerca Google
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (IA) sta ridefinendo le frontiere tecnologiche, Google fa un passo decisivo affidando la guida della propria divisione Ricerca a Liz Reid, figura storica dell’azienda e da anni impegnata nello sviluppo dei prodotti di ricerca basati sull’IA, noti come Search Generative Experience (SGE). La sua promozione rappresenta un chiaro segnale dell’impegno di Google nel perseguire l’innovazione attraverso l’IA, sottolineando l’importanza strategica che la ricerca riveste per l’azienda.
Cambiamenti e Visioni all’Interno del Team di Ricerca
Il nuovo incarico di Reid non è l’unica novità nel team di Ricerca di Google. Cambiamenti significativi vedono Pandu Nayak, figura di lungo corso nell’ambito del ranking e della qualità, promosso a Chief Scientist della Ricerca, e Cheenu Venkatachary, anch’esso esperto di prodotti IA, che prenderà il suo posto. Questi cambiamenti, insieme al passaggio di Cathy Edwards al team dei progetti a lungo termine, riflettono una riorganizzazione interna che punta a rafforzare il focus sull’IA.
Ricerca Google e l’IA: futuro integrato
L’approccio di Google alla ricerca sta evolvendo, superando il tradizionale modello basato su parole chiave e link, verso una visione in cui l’IA gioca un ruolo centrale. L’introduzione di strumenti come il Gemini model, Google Lens, e la funzionalità Circle to Search, illustra l’impegno dell’azienda nell’espandere le modalità di interazione e ricerca, rendendo l’IA un pilastro fondamentale della sua offerta.
Sfide e opportunità dell’IA nella Ricerca
Reid, con il suo background nell’IA e nella ricerca multisensoriale, si trova di fronte alla sfida di armonizzare le innovazioni tecnologiche con l’ecosistema aperto del web. L’obiettivo è di trasformare Google Search in uno strumento ancora più intuitivo e versatile, capace di gestire richieste complesse e contestualizzate attraverso l’IA, senza perdere di vista l’importanza di citare correttamente le fonti e mantenere una collaborazione efficace con il web.
Verso un futuro IA-First per Google e Microsoft
Mentre Google avanza nella sua visione IA-first con Liz Reid e il suo team, Microsoft non rimane a guardare, accogliendo Mustafa Suleyman, cofondatore di DeepMind, per guidare la propria divisione di prodotti IA consumer. Questo movimento sottolinea un trend comune nelle grandi aziende tech: l’adozione dell’IA come motore di innovazione e di sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
Microsoft ha recentemente annunciato una mossa strategica significativa nel settore dell’intelligenza artificiale (IA), assumendo Mustafa Suleyman, cofondatore di Google DeepMind, come CEO della sua nuova divisione dedicata ai prodotti di IA consumer, tra cui Copilot, Bing e Edge. Questo passaggio segna un momento chiave per Microsoft, evidenziando l’intenzione dell’azienda di rafforzare ulteriormente la sua presenza nel sempre più competitivo settore dell’IA.
Percorso professionale di Mustafa Suleyman
Suleyman, noto per il suo ruolo chiave nella fondazione del laboratorio di IA DeepMind nel 2010, che è stato successivamente acquisito da Google nel 2014, è stato una figura di spicco nel campo dell’IA per molti anni. Nonostante le controversie passate, che hanno visto Suleyman allontanarsi temporaneamente da DeepMind, il suo ritorno in auge con il nuovo ruolo in Microsoft è stato accolto con grande interesse dalla comunità tecnologica.
Microsoft e la visione sull’IA
Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha espresso grande ammirazione per Suleyman, sottolineando la sua esperienza come fondatore e visionario nel settore dell’IA. Nadella vede in Suleyman la persona giusta per guidare Microsoft verso nuove e audaci missioni nell’IA, mirando a sviluppare tecnologie precedentemente considerate impossibili e a garantire che i benefici dell’IA raggiungano ogni persona e organizzazione in modo sicuro e responsabile.
L’Espansione dell’Ecosistema AI di Microsoft
Oltre ad accogliere Suleyman, Microsoft ha integrato nel suo team alcuni dipendenti di Inflection AI, startup co-fondata da Suleyman dopo aver lasciato Google. Questa mossa non solo arricchisce la squadra di Microsoft con nuovi talenti, ma segnala anche un approccio inclusivo e collaborativo verso l’innovazione nell’IA.
Partnership e innovazioni future
La formazione della nuova squadra IA non segna una deviazione dalle attuali partnership di Microsoft, come quella miliardaria con OpenAI. L’azienda ha chiarito di continuare a investire nell’infrastruttura AI, sostenendo il percorso di OpenAI e sviluppando prodotti basati sui suoi modelli di base. Inoltre, Microsoft prevede di integrare ulteriormente le capacità di IA in Windows, Office e nei dispositivi Surface, svelando più dettagli nel prossimo evento speciale AI prima della conferenza Build di maggio.
Economia
Apple accusata della guerra in Congo e TikTok spera in Trump
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple affronta accuse sull’uso di minerali di conflitto, mentre TikTok chiede alla Corte Suprema di bloccare il divieto negli USA.
Apple e TikTok si trovano entrambe al centro di controversie globali e battaglie legali. Mentre Apple affronta denunce penali relative all’uso di minerali provenienti da conflitti in Congo, TikTok chiede un intervento della Corte Suprema per bloccare un possibile divieto negli Stati Uniti.
Apple accusata di utilizzare minerali di conflitto dal Congo
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha presentato denunce penali contro Apple in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti da fonti illecite. Le accuse includono l’impiego di “minerali di conflitto”, noti anche come “blood minerals”, che vengono estratti utilizzando lavoro minorile e i cui proventi finanziano gruppi armati responsabili di crimini di guerra.
Le principali accuse mosse contro Apple e le sue filiali francesi e belghe sono:
- Riciclaggio di minerali illeciti attraverso catene di approvvigionamento internazionali.
- Coprire crimini di guerra, ignorando l’origine dei minerali.
- Pratiche commerciali ingannevoli che rassicurano i consumatori sulla trasparenza delle supply chain.
Nonostante Apple non acquisti direttamente questi minerali, essi fanno parte della catena di fornitura attraverso società terze. La compagnia ha sempre sostenuto di adottare audit rigorosi per garantire la conformità etica, ma gli avvocati della RDC affermano di aver inviato prove a Tim Cook già ad aprile 2024, senza ottenere risposte concrete.
Ora spetterà alle procure di Francia e Belgio decidere se avviare un processo penale contro Apple, ponendo nuovi interrogativi sulla responsabilità delle multinazionali nei confronti delle violazioni dei diritti umani.
TikTok: richiesta di emergenza alla Corte Suprema per evitare ban negli USA
TikTok, nel frattempo, si trova ad affrontare una possibile esclusione dal mercato statunitense. Dopo che un tribunale ha respinto le argomentazioni secondo cui il divieto violerebbe il Primo Emendamento, ByteDance, la società madre di TikTok, ha chiesto alla Corte Suprema un’ingiunzione di emergenza per impedire l’entrata in vigore del divieto previsto per gennaio 2025.
TikTok sostiene che il divieto interferisce con il diritto alla libertà di espressione e danneggerebbe gravemente l’azienda, facendole perdere almeno un terzo degli utenti americani. La società argomenta che la misura non è necessaria, poiché non esiste una minaccia imminente alla sicurezza nazionale.
In parallelo, è emerso che Donald Trump, ex presidente e figura centrale nella vicenda del primo tentativo di divieto nel 2020, avrebbe incontrato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Trump, che ora si definisce più aperto alla piattaforma, attribuisce parte del suo successo tra i giovani elettori all’utilizzo di TikTok, nonostante i dati elettorali mostrino il contrario.
L’intervento della Corte Suprema rappresenta l’ultima speranza per TikTok di evitare una chiusura forzata o una vendita a una società statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni significative sia per gli utenti americani che per le strategie di ByteDance a livello globale.
Apple e TikTok affrontano sfide legali complesse che mettono in luce temi etici e politici di rilievo globale. Mentre Apple è accusata di non garantire trasparenza nella propria catena di approvvigionamento, TikTok lotta per difendere il proprio diritto di operare negli Stati Uniti, ponendo un dilemma tra sicurezza nazionale e libertà di espressione.
Economia
Controversie e investimenti globali: Apple, Google e TikTok
Tempo di lettura: 3 minuti. Controversie globali: Apple, Google, TikTok e Meta al centro di cause legali su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. Scopri i dettagli.
Apple, Google e TikTok affrontano temi complessi e controversie che spaziano dalla gestione dei contenuti alla concorrenza e agli investimenti. Mentre Apple è accusata di non affrontare adeguatamente il problema del CSAM (contenuti di abusi sessuali su minori), la compagnia annuncia un significativo investimento di oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito. Nel frattempo, Google contesta un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI, mentre TikTok si prepara a una battaglia legale per evitare il divieto negli Stati Uniti.
Apple e la controversia sul CSAM
Apple è stata citata in giudizio da migliaia di vittime di abusi per non aver implementato un sistema di scansione dei contenuti CSAM su iCloud. La causa da 1,2 miliardi di dollari accusa l’azienda di aver creato un ambiente sicuro per i predatori, segnalando solo 267 casi rispetto ai milioni riportati da altri giganti tecnologici nel 2023.
Apple aveva inizialmente proposto un sistema di scansione on-device, ma l’idea è stata abbandonata nel 2022 a causa delle preoccupazioni sul possibile abuso da parte di governi repressivi. Nonostante l’azienda sottolinei l’importanza di strumenti come Communication Safety, le accuse puntano il dito contro una presunta negligenza nel proteggere i minori.
Apple: investimenti da 18 miliardi di sterline nel Regno Unito
Apple ha investito oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito negli ultimi cinque anni, sostenendo 550.000 posti di lavoro tra impieghi diretti, fornitori e l’economia delle app iOS. Tim Cook ha sottolineato il ruolo cruciale dei team ingegneristici britannici, che operano in città come Londra e Cambridge, nello sviluppo di tecnologie chiave come Apple Intelligence e Siri.
Il contributo di Apple si estende anche all’industria creativa, con una triplicazione delle produzioni Apple TV+ negli ultimi due anni. Questi progetti non solo generano occupazione per cast e crew, ma coinvolgono centinaia di fornitori in settori come costruzione e servizi tecnici.
Google contro Microsoft: monopolio AI?
Google ha chiesto alla FTC di bloccare un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI che prevede Azure come unico fornitore cloud per i servizi di intelligenza artificiale. Google accusa Microsoft di limitare la concorrenza, aumentando i costi per gli utenti e riducendo la possibilità di utilizzare alternative come Google Cloud. Questo caso sottolinea la rivalità tra i due colossi, mentre il mercato AI continua a espandersi rapidamente.
TikTok: battaglia legale per evitare il divieto negli USA
TikTok ha presentato una richiesta di ingiunzione per fermare un imminente divieto negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio 2025. La piattaforma, di proprietà della cinese ByteDance, è accusata dal governo USA di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto potenzialmente accessibile dal governo cinese.
Il divieto è stato approvato dal Congresso e richiede che ByteDance ceda il controllo dell’app a un proprietario non cinese. TikTok sostiene che questa misura violi il Primo Emendamento, poiché impedirebbe a milioni di utenti americani di esprimersi liberamente sulla piattaforma. Secondo TikTok, il divieto causerebbe anche perdite economiche significative: oltre 1 miliardo di dollari per le piccole imprese e 300 milioni per i creatori di contenuti in un solo mese.
Nonostante gli sforzi legali, TikTok deve affrontare una crescente opposizione globale, con divieti già in vigore in India e Canada, e accuse di uso improprio dei dati degli utenti.
Meta: processo in Spagna per pubblicità sleale
Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, affronterà un processo in Spagna nell’ottobre 2025 per una causa da 551 milioni di euro. Oltre 80 aziende mediatiche spagnole accusano Meta di utilizzare in modo massiccio e sistematico i dati personali degli utenti per ottenere un vantaggio competitivo ingiusto nella pubblicità personalizzata, violando le normative europee sulla protezione dei dati.
Nonostante i tentativi di negoziare fuori dal tribunale, le parti non sono giunte a un accordo. Il processo metterà in discussione se il consenso degli utenti ottenuto tramite cookie sia sufficiente per conformarsi alle leggi europee. Questo caso si inserisce in una battaglia più ampia tra media tradizionali e giganti tecnologici per un compenso equo nell’ecosistema digitale.
Dalle accuse contro Apple e Meta alle controversie su concorrenza e privacy che coinvolgono Google e TikTok, queste battaglie legali riflettono la complessità e la responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel mondo contemporaneo.
Economia
Italia: marcia indietro su tassa criptovalute al 42%
Tempo di lettura: 2 minuti. L’Italia rivede la tassa sulle criptovalute: dall’aumento al 42% a un possibile tetto del 28%. Opportunità per investitori e crescita del mercato.
L’Italia si prepara a ridurre l’imposta proposta sui guadagni di capitale delle criptovalute, passando da una tassa del 42% iniziale a un tetto massimo del 28%. La decisione arriva dopo una forte opposizione da parte dell’industria e disaccordi interni alla coalizione di governo, con l’obiettivo di creare un ambiente più favorevole agli investimenti nel settore cripto.
La proposta iniziale e la revisione fiscale
Il governo italiano, guidato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva proposto di aumentare l’aliquota fiscale dal 26% al 42% per sostenere iniziative socio-economiche. Tuttavia, le critiche hanno spinto i legislatori a ridimensionare l’aumento fiscale per evitare effetti negativi sugli investitori e sull’economia.
Secondo Giulio Centemero e Federico Freni, rappresentanti della Lega, un’imposta troppo elevata potrebbe spingere le attività legate alle criptovalute verso l’economia sommersa, riducendo la trasparenza e danneggiando il mercato. La nuova proposta prevede un limite del 28% o il mantenimento dell’aliquota attuale del 26%, a favore di un regime fiscale più progressivo e di esenzioni per i piccoli investitori.
Strategie per il 2025: un bilancio più favorevole al cripto
La revisione fiscale fa parte del piano di bilancio per il 2025, che deve essere approvato entro la fine di dicembre. La coalizione di governo ha presentato oltre 300 emendamenti prioritari per modificare la proposta iniziale, tra cui incentivi per promuovere gli investimenti in criptovalute e proteggere i piccoli investitori con soglie di esenzione più alte.
Confronto internazionale
Altri paesi stanno adottando misure simili per regolare il settore delle criptovalute. In Russia, le vendite di criptovalute sono tassate con un’aliquota dal 13% al 15%, mentre la Repubblica Ceca ha introdotto esenzioni fiscali per asset detenuti per più di tre anni. Questi esempi dimostrano che una tassazione equilibrata può incentivare la crescita del mercato senza ostacolarlo.
La revisione della tassa sulle criptovalute in Italia è un segnale positivo per il settore, che potrebbe beneficiare di un quadro normativo più favorevole. Riducendo le imposte e implementando esenzioni, il governo mira a sostenere lo sviluppo di un mercato trasparente e competitivo, bilanciando le esigenze fiscali con il potenziale di crescita economica.
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