Economia
Musk ammette calo del ricavo pubblicitario del 50%
Tempo di lettura: 2 minuti. Elon Musk, proprietario di Twitter, ammette che la società sta ancora perdendo denaro a causa di un calo del 50% dei ricavi pubblicitari.
Elon Musk, proprietario di Twitter, ha ammesso che la società sta ancora perdendo denaro a causa di un calo del 50% dei ricavi pubblicitari. “Abbiamo ancora un flusso di cassa negativo, a causa di una diminuzione del 50% dei ricavi pubblicitari e di un pesante carico di debito. Dobbiamo raggiungere un flusso di cassa positivo prima di poterci permettere qualsiasi altra cosa”, ha scritto Musk in un tweet sabato.
Ricavi pubblicitari in calo: la situazione di Twitter
In un altro tweet di ieri, Musk ha affermato che Twitter “non ha visto l’aumento dei ricavi pubblicitari che ci si aspettava a giugno”, ma che luglio sembra “un po’ più promettente”. Musk aveva dato un aggiornamento molto più ottimista sul flusso di cassa e sugli inserzionisti in un’intervista con la BBC tre mesi fa. A quel tempo, aveva detto che Twitter era vicino a essere redditizio e che gli inserzionisti che se ne erano andati dopo la sua acquisizione stavano tornando.
“Potremmo essere redditizi, o per essere più precisi, avere un flusso di cassa positivo questo trimestre se le cose continuano ad andare bene. Penso che quasi tutti gli inserzionisti siano tornati o abbiano detto che torneranno”, aveva detto Musk ad aprile.
Debito pesante e problemi finanziari di Twitter
Musk aveva anche affermato a febbraio di aver salvato Twitter dalla bancarotta, ma la società ha ancora molti problemi finanziari. Il “pesante carico di debito” menzionato da Musk sabato è stato causato dai 13 miliardi di dollari di debito che ha utilizzato per finanziare l’acquisto della società nell’ottobre 2022, con pagamenti di interessi stimati in 1,5 miliardi di dollari all’anno.
Twitter non riporta più pubblicamente i ricavi perché Musk ha privatizzato la società quando l’ha acquistata. L’ultimo aggiornamento di Musk non includeva numeri specifici sui ricavi, ma sembra indicare che le cose non sono migliorate negli ultimi mesi e potrebbero essere peggiorate.
Tagli dei costi, fatture non pagate e limiti di visualizzazione su Twitter
Musk ha ridotto i costi licenziando la maggior parte del personale di Twitter e apparentemente rifiutandosi di pagare le fatture. Twitter è stato colpito da oltre 20 cause legali per presunte fatture non pagate per l’affitto e vari servizi, oltre a cause legali da ex dipendenti e dirigenti per indennità di licenziamento, bonus e rimborsi non pagati.
Un altro problema è la concorrenza del nuovo servizio Threads di Meta. Musk ha anche infastidito gli utenti di Twitter un paio di settimane fa limitando il numero di tweet che possono visualizzare ogni giorno. Musk ha incolpato i data scraper per aver reso necessari i limiti inondando Twitter di traffico e ha citato in giudizio quattro dei presunti scraper in un tribunale del Texas.
I limiti di visualizzazione inizialmente limitavano gli utenti paganti a visualizzare 6.000 post al giorno, mentre i non abbonati erano limitati a visualizzare 600 o 300 post al giorno, a seconda dell’età del loro account. I limiti sono stati aumentati a 10.000, 1.000 e 500 poco dopo.
I limiti di visualizzazione non sono ancora stati completamente eliminati. Sabato, Musk ha detto che il limite di visualizzazione è stato aumentato di nuovo del 50%, ma solo per le persone che acquistano l’abbonamento a Twitter Blue.
Economia
Apple accusata della guerra in Congo e TikTok spera in Trump
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple affronta accuse sull’uso di minerali di conflitto, mentre TikTok chiede alla Corte Suprema di bloccare il divieto negli USA.
Apple e TikTok si trovano entrambe al centro di controversie globali e battaglie legali. Mentre Apple affronta denunce penali relative all’uso di minerali provenienti da conflitti in Congo, TikTok chiede un intervento della Corte Suprema per bloccare un possibile divieto negli Stati Uniti.
Apple accusata di utilizzare minerali di conflitto dal Congo
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha presentato denunce penali contro Apple in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti da fonti illecite. Le accuse includono l’impiego di “minerali di conflitto”, noti anche come “blood minerals”, che vengono estratti utilizzando lavoro minorile e i cui proventi finanziano gruppi armati responsabili di crimini di guerra.
Le principali accuse mosse contro Apple e le sue filiali francesi e belghe sono:
- Riciclaggio di minerali illeciti attraverso catene di approvvigionamento internazionali.
- Coprire crimini di guerra, ignorando l’origine dei minerali.
- Pratiche commerciali ingannevoli che rassicurano i consumatori sulla trasparenza delle supply chain.
Nonostante Apple non acquisti direttamente questi minerali, essi fanno parte della catena di fornitura attraverso società terze. La compagnia ha sempre sostenuto di adottare audit rigorosi per garantire la conformità etica, ma gli avvocati della RDC affermano di aver inviato prove a Tim Cook già ad aprile 2024, senza ottenere risposte concrete.
Ora spetterà alle procure di Francia e Belgio decidere se avviare un processo penale contro Apple, ponendo nuovi interrogativi sulla responsabilità delle multinazionali nei confronti delle violazioni dei diritti umani.
TikTok: richiesta di emergenza alla Corte Suprema per evitare ban negli USA
TikTok, nel frattempo, si trova ad affrontare una possibile esclusione dal mercato statunitense. Dopo che un tribunale ha respinto le argomentazioni secondo cui il divieto violerebbe il Primo Emendamento, ByteDance, la società madre di TikTok, ha chiesto alla Corte Suprema un’ingiunzione di emergenza per impedire l’entrata in vigore del divieto previsto per gennaio 2025.
TikTok sostiene che il divieto interferisce con il diritto alla libertà di espressione e danneggerebbe gravemente l’azienda, facendole perdere almeno un terzo degli utenti americani. La società argomenta che la misura non è necessaria, poiché non esiste una minaccia imminente alla sicurezza nazionale.
In parallelo, è emerso che Donald Trump, ex presidente e figura centrale nella vicenda del primo tentativo di divieto nel 2020, avrebbe incontrato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Trump, che ora si definisce più aperto alla piattaforma, attribuisce parte del suo successo tra i giovani elettori all’utilizzo di TikTok, nonostante i dati elettorali mostrino il contrario.
L’intervento della Corte Suprema rappresenta l’ultima speranza per TikTok di evitare una chiusura forzata o una vendita a una società statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni significative sia per gli utenti americani che per le strategie di ByteDance a livello globale.
Apple e TikTok affrontano sfide legali complesse che mettono in luce temi etici e politici di rilievo globale. Mentre Apple è accusata di non garantire trasparenza nella propria catena di approvvigionamento, TikTok lotta per difendere il proprio diritto di operare negli Stati Uniti, ponendo un dilemma tra sicurezza nazionale e libertà di espressione.
Economia
Controversie e investimenti globali: Apple, Google e TikTok
Tempo di lettura: 3 minuti. Controversie globali: Apple, Google, TikTok e Meta al centro di cause legali su privacy, concorrenza e sicurezza nazionale. Scopri i dettagli.
Apple, Google e TikTok affrontano temi complessi e controversie che spaziano dalla gestione dei contenuti alla concorrenza e agli investimenti. Mentre Apple è accusata di non affrontare adeguatamente il problema del CSAM (contenuti di abusi sessuali su minori), la compagnia annuncia un significativo investimento di oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito. Nel frattempo, Google contesta un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI, mentre TikTok si prepara a una battaglia legale per evitare il divieto negli Stati Uniti.
Apple e la controversia sul CSAM
Apple è stata citata in giudizio da migliaia di vittime di abusi per non aver implementato un sistema di scansione dei contenuti CSAM su iCloud. La causa da 1,2 miliardi di dollari accusa l’azienda di aver creato un ambiente sicuro per i predatori, segnalando solo 267 casi rispetto ai milioni riportati da altri giganti tecnologici nel 2023.
Apple aveva inizialmente proposto un sistema di scansione on-device, ma l’idea è stata abbandonata nel 2022 a causa delle preoccupazioni sul possibile abuso da parte di governi repressivi. Nonostante l’azienda sottolinei l’importanza di strumenti come Communication Safety, le accuse puntano il dito contro una presunta negligenza nel proteggere i minori.
Apple: investimenti da 18 miliardi di sterline nel Regno Unito
Apple ha investito oltre 18 miliardi di sterline nel Regno Unito negli ultimi cinque anni, sostenendo 550.000 posti di lavoro tra impieghi diretti, fornitori e l’economia delle app iOS. Tim Cook ha sottolineato il ruolo cruciale dei team ingegneristici britannici, che operano in città come Londra e Cambridge, nello sviluppo di tecnologie chiave come Apple Intelligence e Siri.
Il contributo di Apple si estende anche all’industria creativa, con una triplicazione delle produzioni Apple TV+ negli ultimi due anni. Questi progetti non solo generano occupazione per cast e crew, ma coinvolgono centinaia di fornitori in settori come costruzione e servizi tecnici.
Google contro Microsoft: monopolio AI?
Google ha chiesto alla FTC di bloccare un accordo esclusivo tra Microsoft e OpenAI che prevede Azure come unico fornitore cloud per i servizi di intelligenza artificiale. Google accusa Microsoft di limitare la concorrenza, aumentando i costi per gli utenti e riducendo la possibilità di utilizzare alternative come Google Cloud. Questo caso sottolinea la rivalità tra i due colossi, mentre il mercato AI continua a espandersi rapidamente.
TikTok: battaglia legale per evitare il divieto negli USA
TikTok ha presentato una richiesta di ingiunzione per fermare un imminente divieto negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio 2025. La piattaforma, di proprietà della cinese ByteDance, è accusata dal governo USA di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, in quanto potenzialmente accessibile dal governo cinese.
Il divieto è stato approvato dal Congresso e richiede che ByteDance ceda il controllo dell’app a un proprietario non cinese. TikTok sostiene che questa misura violi il Primo Emendamento, poiché impedirebbe a milioni di utenti americani di esprimersi liberamente sulla piattaforma. Secondo TikTok, il divieto causerebbe anche perdite economiche significative: oltre 1 miliardo di dollari per le piccole imprese e 300 milioni per i creatori di contenuti in un solo mese.
Nonostante gli sforzi legali, TikTok deve affrontare una crescente opposizione globale, con divieti già in vigore in India e Canada, e accuse di uso improprio dei dati degli utenti.
Meta: processo in Spagna per pubblicità sleale
Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, affronterà un processo in Spagna nell’ottobre 2025 per una causa da 551 milioni di euro. Oltre 80 aziende mediatiche spagnole accusano Meta di utilizzare in modo massiccio e sistematico i dati personali degli utenti per ottenere un vantaggio competitivo ingiusto nella pubblicità personalizzata, violando le normative europee sulla protezione dei dati.
Nonostante i tentativi di negoziare fuori dal tribunale, le parti non sono giunte a un accordo. Il processo metterà in discussione se il consenso degli utenti ottenuto tramite cookie sia sufficiente per conformarsi alle leggi europee. Questo caso si inserisce in una battaglia più ampia tra media tradizionali e giganti tecnologici per un compenso equo nell’ecosistema digitale.
Dalle accuse contro Apple e Meta alle controversie su concorrenza e privacy che coinvolgono Google e TikTok, queste battaglie legali riflettono la complessità e la responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nel mondo contemporaneo.
Economia
Italia: marcia indietro su tassa criptovalute al 42%
Tempo di lettura: 2 minuti. L’Italia rivede la tassa sulle criptovalute: dall’aumento al 42% a un possibile tetto del 28%. Opportunità per investitori e crescita del mercato.
L’Italia si prepara a ridurre l’imposta proposta sui guadagni di capitale delle criptovalute, passando da una tassa del 42% iniziale a un tetto massimo del 28%. La decisione arriva dopo una forte opposizione da parte dell’industria e disaccordi interni alla coalizione di governo, con l’obiettivo di creare un ambiente più favorevole agli investimenti nel settore cripto.
La proposta iniziale e la revisione fiscale
Il governo italiano, guidato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aveva proposto di aumentare l’aliquota fiscale dal 26% al 42% per sostenere iniziative socio-economiche. Tuttavia, le critiche hanno spinto i legislatori a ridimensionare l’aumento fiscale per evitare effetti negativi sugli investitori e sull’economia.
Secondo Giulio Centemero e Federico Freni, rappresentanti della Lega, un’imposta troppo elevata potrebbe spingere le attività legate alle criptovalute verso l’economia sommersa, riducendo la trasparenza e danneggiando il mercato. La nuova proposta prevede un limite del 28% o il mantenimento dell’aliquota attuale del 26%, a favore di un regime fiscale più progressivo e di esenzioni per i piccoli investitori.
Strategie per il 2025: un bilancio più favorevole al cripto
La revisione fiscale fa parte del piano di bilancio per il 2025, che deve essere approvato entro la fine di dicembre. La coalizione di governo ha presentato oltre 300 emendamenti prioritari per modificare la proposta iniziale, tra cui incentivi per promuovere gli investimenti in criptovalute e proteggere i piccoli investitori con soglie di esenzione più alte.
Confronto internazionale
Altri paesi stanno adottando misure simili per regolare il settore delle criptovalute. In Russia, le vendite di criptovalute sono tassate con un’aliquota dal 13% al 15%, mentre la Repubblica Ceca ha introdotto esenzioni fiscali per asset detenuti per più di tre anni. Questi esempi dimostrano che una tassazione equilibrata può incentivare la crescita del mercato senza ostacolarlo.
La revisione della tassa sulle criptovalute in Italia è un segnale positivo per il settore, che potrebbe beneficiare di un quadro normativo più favorevole. Riducendo le imposte e implementando esenzioni, il governo mira a sostenere lo sviluppo di un mercato trasparente e competitivo, bilanciando le esigenze fiscali con il potenziale di crescita economica.
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