Start Up: da Napoli un acceleratore degno della Silicon Valley

da Livio Varriale
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Non sarà la Silicon Valley, ma la città di Napoli ospita da 10 anni a questa parte il primo acceleratore di startup. E’ possibile individuare nuove attività imprenditoriali in una terra che rappresenta in Italia il fulcro di una popolazione giovanile che quotidianamente combatte con il problema della disoccupazione e la difficoltà nell’inventarsi una professione autonoma. Il progetto nastartup nato ed ideato da Antonio Prigiobbo è una opportunità per coloro che vogliono trovare finanziamenti alle idee dei propri progetti imprenditoriali. A differenza degli incubatori di Startup, che nascono e muoiono nella maggior parte dei casi nel Meridione con i privati che offrono servizi a delle nuove realtà imprenditoriali che non riescono però a sfondare sul mercato. Proprio questo dettaglio, rende il modus agendi da 10 anni a questa parte di Antonio prigiobbo e della sua squadra diverso dal resto del settore, perché fornisce delle opportunità di incontro tra ragazzi che hanno effettivamente bisogno di una offerta congrua allo sviluppo della propria idea appunto. Secondo i dati che riguardano la Regione Campania, sono poche le realtà valorizzate in confronto alla popolazione giovanile che va avanti solo in alcune cattedrali nel deserto. Uno dei dati però positivi raccolti da Nastartup è quello di avere una popolazione imprenditoriale che su quattro casi, registra un unico abbandono definitivo al progetto di percorso imprenditoriale. Due casi su quattro invece riescono ad accelerare ed 1/3 ha effettivamente modo di riciclarsi nell’ambiente continuando a svolgere quella che in realtà può essere considerata in alcuni casi anche una passione.

A differenza dei grandi contenitori di startup che offrono strutture e servizi ad imprenditori in erba, spesso non tenendo conto l’incidere negativamente sul budget, il metodo Prigiobbo è da sempre alternativo perché utilizza la sua rete di contatti attraverso programmi diversi, basati sul “Tech Cocktail”, tra cui NAStartUpDay per gli eventi dal vivo e NAStartUpPlay per quelli online. Questo ha reso NAStartUp il primo in Italia e in Europa per numeri e performance secondo una graduatoria stilata da UBI global che ha inserito l’acceleratore napoletano nella graduatoria di acceleratori business pubblico-privati insieme all’Accelerator Centre canadese, l’Aceleradora mentorDay spagnolo e l’acceleratore EIT Health che fa parte dell’European Institute of Technology sostenuto dalla Commissione europea, e allo York Entrepreneurship Development Institute canadese.

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La domanda che sorge spontanea è come sia possibile ignorare una potenzialità del genere in una regione piena di giovani, ma con poca cultura dell’imprenditorialità? La risposta è semplice se consideriamo che la politica tende sempre a premiare i carrozzoni ed i centri di potere che mirano a creare incubatori per fornire opportunità di business a chi vende servizi e ad impiegare personale a spasso in centri di potere come le università che non sempre propongono capitale umano utile alla causa su cui si stanziano soldi e si fondano accordi pubblici.

Si può anche come

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