Gli italiani sono analfabeti funzionali e devono essere educati all’informazione?

da Livio Varriale
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Come è stato il 2022 sui social di #Corriere, #Repubblica, #LaStampa, #FattoQuotidiano, #sole24ore, #ilgiornale, #LaVeritàdioggi, #LiberoQuotidiano ?

Una sfida a colpi di tweets, di quantità contro qualità, di modi diversi di intendere il #giornalismo. Inchieste giornalistiche contro contenuti considerati dai motori di ricerca come “originali” e che che in realtà sono articoli promozionali di prodotti o consigli su come cucinare la carbonara e pulire casa.

Notizie scopiazzate dalle agenzie internazionali o locali che citano fonti istituzionali senza verifica delle dichiarazioni e vengono proposte al grande pubblico con titoli pressoché simili.
Benvenuti nel giornalismo italiano, nella sua omologazione, che vuole assolversi dal non raccontare le dinamiche ed i conflitti di interesse facendosi affidare bollini di qualità da società straniere di dubbia provenienza, oramai istituzionalizzate dalla Commissione Europea.

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Intanto il pubblico italiano preferisce il giornalismo d’inchiesta che non si è allineato su #pandemia #governo e #guerra. Questa ricerca di notizie alternative è per l’informazione consuetudinaria sinonimo di analfabetismo funzionale che mette i concittadini nelle braccia della disinformazione e della propaganda.

Intanto, chi propone contenuti alternativi, tanto criticati, sono spesso testate giornalistiche registrate al tribunale con giornalisti che hanno il tesserino. Proprio come chi si autodetermina istituzionale, prima che autorevole.

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