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Editoriali

Piracy Shield: vincerà la lobby IT o quella del calcio?

Piracy Shield blocca Google Drive ed anche YouTube con tragedia annunciata ed una domanda inevasa: giusto rompere l’Internet italiano per favorire la lobby del calcio?

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Matrice Digitale ha seguito sin da subito la vicenda di Piracy Shield e l’ha accolta con particolare interesse avanzando da subito il sospetto che si trattasse di uno strumento di lobby. Gli aspetti fondamentali non sono solo il blocco degli indirizzi IP, tecnicamente limitante e che ha anticipato quello che è successo in queste ore. A far rumore è anche il fatto che ad essere colpito non è stato il sito del salumiere, bensì quello di Google ed i servizi ad esso connessi come Drive. Nonostante i due abbiano la stessa rilevanza dal punto di vista del diritto di esistere su Internet perché entrambi servizi legittimi, c’è stato anche il tema della multa agli utenti che, insieme a coloro che offrono servizi di streaming, si sono trovati per legge ad essere corresponsabili della pirateria.

E questo ragionamento Matrice Digitale lo ha seguito, avallato, ma finalizzato ad un’alternativa politica: che le piattaforme, in accordo con il Governo, forniscano dei piani di rientro e dei contratti a tariffe sicuramente inferiori. Questo auspicio da parte della redazione è stato da subito smentito con l’aumento delle tariffe del calcio, che è il servizio principale per cui Piracy Shield è stato implementato.

A differenza di molti media che lamentano a giusta ragione delle implicazioni tecniche senza avere interesse nel colpire eventuali investitori, c’è da fare un approfondimento molto più importante: per salvaguardare l’interesse del business del calcio—di cui ci sono anche rappresentanti all’interno del Parlamento italiano— l’Agcom con questo provvedimento ha manifestato di non essere totalmente dalla parte dei cittadini.

Piracy Shield si sta dimostrando uno strumento di lobby per cui vale la pena restringere lo spazio di Internet e addirittura creare tensioni geopolitiche bloccando siti importanti come quelli di Google o di altri grandi carrier del mondo tecnologico.

Altre lobby, per intenderci, e molto più strategiche di quattro aziende in crisi che vendono sogni attraverso calci ad un pallone.