Sommario
La recente Assemblea Generale del CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe) ha acceso numerose polemiche. Uno degli argomenti centrali, sul quale si è concentrato il dibattito, riguardava la questione della sovranità dei dati in Europa, un tema chiave per garantire che i dati siano protetti da ingerenze esterne. In un clima di tensione, si sono discusse e votate alcune mozioni fondamentali, ma i risultati hanno suscitato un’ondata di malcontento e critiche tra i membri.
Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Matrice Digitale, almeno l’80% dei membri CISPE si è dichiarato favorevole alla mozione per la sovranità dei dati in Europa, ma il risultato finale è stato condizionato dai voti contrari di due dei tre membri fondatori, tra cui figurano Aruba, Ikoula ed un altro importante provider extra europeo che risponde al nome di Amazon. Questo voto contrario ha vanificato l’approvazione della mozione, nonostante la maggioranza fosse a favore. Uno dei tre membri fondatori si è astenuto, motivando la decisione con la recente nomina del nuovo amministratore delegato, che ha preferito non prendere una posizione netta.
Sovranità dei dati in Europa e il ruolo del CISPE
Il CISPE è nato con l’obiettivo dichiarato di supportare la sovranità europea sui dati, un principio ritenuto essenziale in un contesto di crescente attenzione alla protezione e autonomia delle infrastrutture digitali e sull’esigenza di dotare il vecchio continente di strutture Cloud indipendenti seppur collegate secondo principi di collaborazione Atlantista all’ecosistema primordiale statunitense. Questo valore fondante, però, sembra essere stato messo in secondo piano quando, durante l’assemblea, due dei principali provider fondatori hanno votato contro la proposta. Tale decisione, sebbene ufficialmente riservata, è emersa come un segnale ambiguo da parte di un membro che si era sempre dichiarato promotore della sovranità digitale in Europa. Se stessimo commentando un’elezione politica o una partita di calcio, le due società che hanno votato contro su tre sarebbero accusate di “pastetta” e non si escluderebbero alla base degli accordi sottobanco tra i due protagonisti di un voto consentito, ma eticamente lontano dai principi democratici di un’associazione di categoria. Soprattutto quando si tratta di confermare il voto quasi unanime di una base che si esprime per la maggiore con una posizione condivisa per la maggiore degli associati. Il colmo sarebbe se a votare contro, senza astenersi, sia stata Aruba che da anni si presenta sul mercato e nei tavoli di concertazione come individuo che promuove e sposa politicamente la sovranità del dato.
La proposta di rimozione dei Privilegi per i Membri Fondatori
Un altro punto all’ordine del giorno ha riguardato i privilegi detenuti dai membri fondatori del CISPE. La proposta prevedeva la rimozione dei benefici speciali di cui godono questi iscritti, ritenuti ormai obsoleti e controproducenti per un’organizzazione che ambisce alla trasparenza e all’equità tra i suoi membri. Tuttavia, anche in questo caso, la mozione non ha ottenuto l’approvazione necessaria a causa dei voti contrari dei membri fondatori.
Questo sistema di privilegi concede ai membri fondatori un’influenza sproporzionata e, secondo molti osservatori esterni, consapevoli di malumori interni, rappresenta un ostacolo all’evoluzione del CISPE ed alla rappresentanza “sindacale” dei provider europei come soggetti slegati dalle logiche da sempre imperversano su Internet: la sudditanza tecnologica e psicologica verso gli USA ed il relativo comparto economico. Gli altri membri, infatti, hanno manifestato perplessità riguardo a tale “diritto di veto” che, di fatto, blocca le decisioni importanti anche quando la maggioranza è favorevole. Il mantenimento di questi privilegi ha sollevato ulteriori interrogativi sul reale impegno del CISPE verso una governance democratica e trasparente, alimentando il sospetto che i legami economici possano interferire con la missione principale dell’associazione.
Critiche e impatto sull’immagine del CISPE
Le decisioni prese durante l’assemblea hanno generato un forte malcontento tra i membri regolari del CISPE e hanno danneggiato l’immagine dell’organizzazione. Il CISPE, concepito come un baluardo per la difesa della sovranità digitale europea, rischia ora di apparire vulnerabile agli interessi particolari dei suoi membri fondatori. La decisione “occulta” dei membri onorevoli di opporsi alla mozione per la sovranità dei dati, un valore fondamentale, è percepita come una contraddizione rispetto agli ideali dell’associazione stessa che vengono profusi anche all’esterno con il fine di cooptare aziende dello stesso settore all’interno del CISPE.
Questa votazione pilotata da uno ius primae noctis dei voti d’onore, l’ennesimo che si consuma nei contesti associativi dove i piccoli vengono fagocitati dagli interessi dei più grandi, mette in luce la necessità di una revisione profonda della struttura del CISPE, volta a garantire che ogni membro, indipendentemente dal proprio status, abbia pari opportunità di influenzare le decisioni strategiche, senza che i fondatori possano esercitare un controllo eccessivo ed in contrasto anche con esiti elettorali che in molti casi raggiungono l’unanimità della base associata. In un contesto in cui la protezione dei dati rappresenta una priorità crescente, dopo questo evento, CISPE dovrà impegnarsi per ristabilire la fiducia tra i suoi membri e dimostrare un concreto impegno verso i principi di autonomia e sovranità digitale di cui si è fatto portatore anche grazie al progetto di cloud europeo Gaia-X.
Cos’è CISPE?
CISPE, acronimo di Cloud Infrastructure Services Providers in Europe, è un’associazione di settore no-profit dedicata ai provider di infrastruttura come servizio (IaaS) in Europa. Fondata nel 2015 e ufficialmente registrata nel 2017, CISPE si propone di rappresentare e supportare gli interessi dei provider cloud di infrastruttura in Europa, collaborando con i responsabili delle politiche per promuovere una normativa che favorisca la protezione dei dati e un’economia digitale autonoma a livello continentale. Tra le sue iniziative principali vi sono il CISPE Data Protection Code of Conduct, creato per garantire la conformità dei provider IaaS al GDPR, e il Green Cloud Task Force, volto a promuovere la neutralità climatica dei data center entro il 2030. Inoltre, CISPE è uno dei membri fondatori di GAIA-X, il progetto europeo per un’infrastruttura cloud sovrana, e si impegna a prevenire il fenomeno del vendor lock-in per garantire la portabilità dei dati tra piattaforme diverse.