Inchieste
Idealong.com spilla soldi ed assolda lavoratori per recensioni false
Tempo di lettura: 4 minuti. Il metodo Idealong ha sostituito Mazarsiu e, dalle segnalazioni dei clienti, la truffa agisce su due piani: economico e recensioni false
È bastato pubblicare un altra inchiesta su Idealong.com che ripete il modello di Mazarsiu.com, ora defunto, per ricevere ulteriori segnalazioni sulle numerose truffe che sono arrivate e sono ancora in corso all’interno della rete Internet.
Il modus operandi è sempre lo stesso: offrire lavoro a persone, per la maggior parte disoccupate, che cercano un introito per superare i tempi difficili attuali. L’aspetto da non sottovalutare di questa vicenda è che in questi mesi abbiamo raccolto diverse esperienze di persone che sono state contattate via WhatsApp o sono arrivate sui siti internet truffaldini all’interno di pubblicità posizionate nei portali legittimi che offrono lavoro interinale ed hanno subito delle truffe articolate in due modi e per sfuggire alla truffa bisogna conscere il metodo perchè possono cambiare i siti, idealong.com o Mazarsiu, ma la strategia è sempre la stessa.
Metodi della truffa lavoro online idealong.com
Il primo modo è che ci troviamo di fronte a persone che devono investire facendo degli ordini, 38 per l’esattezza, e ricevono praticamente dei guadagni virtuali. Questi guadagni, però, non arrivano perché al momento dell’incasso scatta un meccanismo di blocco. Per sbloccarli, c’è bisogno di versare una quota pari al 26% dei loro guadagni, giustificata come pagamento delle tasse nel nostro paese. In realtà, non c’è nessuna tassa da pagare: è solo un modo per prolungare la truffa che sottrae fondi a quelli già persi. Le cifre registrate da Matrice digitale vanno dai 240 euro per chi si è limitato a tre ordini, fino a casi in cui c’è chi ha perso addirittura 3000 euro.
Un altro aspetto avvilente di questa situazione è il fatto che molte persone hanno dovuto chiedere in prestito i soldi non solo per investire nei progetti occupazionali, ma anche per sbloccare i fondi bloccati. Queste dinamiche le abbiamo vissute anche ai tempi della famosa truffa “Kadena”, che ricordiamo al lettore essere stata una delle peggiori, colpiva soprattutto le donne, invogliate ad investire attraverso una piattaforma di scambio linguistico, e ha causato perdite che sono arrivate fino a 30 mila euro, secondo quanto raccolto da Matrice Digitale in questi mesi.
In questo momento ci troviamo a discutere invece di un’altra articolazione della truffa, dove le persone sono state essenzialmente cooptate non per svolgere degli ordini, ma per accettare gli ordini stessi fatti da altri e in alcuni casi rilasciare commenti e recensioni. Qui si apre un capitolo fondamentale nello studio di tutta la strategia criminale adottata non da un singolo, ma da una vera e propria organizzazione criminale.
Perché i criminali fanno investire altre persone e fanno commentare prodotti ad altri soggetti?
Sappiamo che a livello internazionale c’è una stretta sui commenti falsi adottata dalle maggiori multinazionali del settore big tech perché falsano la qualità effettiva dei prodotti, ingannando i consumatori. Qui subentra l’analisi di una strategia da parte dei criminali nel creare una piattaforma dove non solo incassano i soldi di una parte truffata, ma alimentano un altro giro: quello dell’acquisto di recensioni false su determinati prodotti. In fintesi, i criminali si trovano ad avere persone ignare che vengono avvicinate con la promessa di trovare un lavoro in un periodo di forte disoccupazione invogliandole ad investire ed arrivano addirittura ad essere coperte da altre persone che in realtà gestiranno la piattaforma ed allo stesso tempo faranno delle recensioni sui prodotti truffaldini o dei clienti che acquistano recensioni false dei propri prodotti.
Questo giro truffaldino è stato anticipato da Matrice Digitale ed è stato successivamente affrontato dall’FBI che ha rilasciato un avviso in cui metteva in guardia dalle truffe che offrivano lavoro. Ci troviamo quindi a fare un’analisi di un qualcosa che sembra essere stato fatto ad opera d’arte e che in realtà andrebbe comunicato alla maggior parte delle persone attraverso i canali di comunicazione più importanti.
Chi è riuscito a scampare alla truffa idealong.com?
Oltre alla stelletta di merito della redazione nell’aver trattato la notizia in modo massivo a livello internazionale, la maggior parte delle persone che ha ringraziato Matrice Digitale hanno già subito truffe in passato ed hanno effettuato ricerche sul web prima di investire soldi o svolgere un lavoro che non gli sarebbe stato pagato
Molti hanno avvisato Matrice Digitale sia al WhatsApp di Redazione h24 sia attraverso il modulo di segnalazione anonima sul sito Internet, riuscendo ad evitare la truffa.
Discorso diverso per coloro che, in cerca di lavoro, hanno provato a trovare un guadagno ulteriore o primario da questo tipo di attività e sono stati truffati. L’importanza non è solo quella di segnalare tempestivamente ai media eventuali giri truffaldini, ma anche, in caso di truffa, di denunciare tutto all’autorità preposta. .
Inchieste
Attentato a Magdeburgo: colpa di Elon Musk e AFD?
Tempo di lettura: 3 minuti. Attentato a Magdeburgo: un passato criminale ignorato e avvertimenti trascurati culminano in una tragedia.
Un recente attentato al mercato natalizio di Magdeburgo, Germania, solleva domande critiche sulla gestione delle minacce alla sicurezza nazionale e sull’efficacia delle politiche di asilo. L’attacco è stato compiuto da Taleb Abdulmohsen, un cittadino saudita che, secondo varie fonti, avrebbe sfruttato strategie per ottenere asilo in Germania mentre era accusato di crimini gravi in Arabia Saudita.
Il passato criminale di Taleb Abdulmohsen
Nel 2006, Abdulmohsen fuggì dall’Arabia Saudita per evitare l’estradizione dopo essere stato accusato di stupro e coinvolgimento in crimini gravi. Nonostante un formale richiesta di estradizione da parte delle autorità saudite, la Germania rifiutò di agire, citando preoccupazioni per i diritti umani. Una volta in Germania, Abdulmohsen si definì dissidente, dichiarando pubblicamente il proprio ateismo per ottenere protezione, evitando così un’indagine più approfondita sul suo passato.
Attività sospette e minacce pubbliche
Dopo aver ottenuto asilo, Abdulmohsen ha iniziato a lavorare come psichiatra in una struttura governativa in Germania. Nel frattempo, era coinvolto in attività criminali, tra cui traffico di esseri umani e reclutamento di giovani ragazze dal Golfo verso la Germania. La sua attività sui social media includeva numerosi post minacciosi nei confronti della Germania, in cui dichiarava il governo tedesco suo nemico e prometteva attacchi diretti contro cittadini tedeschi.
Nel 2023, una ragazza saudita aveva avvisato le autorità tedesche tramite e-mail e social media sulle sue minacce, ma i suoi avvertimenti furono ignorati. Questo errore di valutazione si è rivelato fatale, culminando nell’attentato del 20 dicembre 2024.
L’attentato a Magdeburgo
Il 20 dicembre, Abdulmohsen ha compiuto un attacco con un veicolo al mercato natalizio di Magdeburgo, uccidendo due persone, inclusa una bambina, e ferendone altre 60, di cui 15 in modo grave. L’attacco, pianificato e annunciato pubblicamente sui social, ha messo in evidenza gravi falle nella risposta delle autorità tedesche.
Critiche ai media e alle autorità tedesche
La copertura mediatica dell’evento ha suscitato indignazione. I principali giornali tedeschi hanno omesso di fornire dettagli sul passato di Abdulmohsen, definendolo semplicemente un “cittadino saudita”. Questa narrazione ridotta ha ignorato le sue minacce precedenti e il rifiuto della Germania di affrontare le segnalazioni di rischio.
Le domande sollevate includono:
- Perché la richiesta di estradizione saudita è stata respinta?
- Perché le minacce pubbliche non sono state investigate?
- Perché le segnalazioni di cittadini preoccupati sono state ignorate?
- Come è stato possibile che un individuo con un passato criminale lavorasse in una struttura governativa?
La responsabilità morale di Elon Musk
A questo si aggiunge una ricostruzione storica nelle ultime ore abbastanza singolare dove Elon Musk pubblica un post molto discusso in favore del partito di destra AFD, indicato come unica forza che può salvare la Germania nelle prossime elezioni, e successivamente l’intelligence tedesca apre delle indagini in merito. Nel mentre esplodono delle polemiche sui social media contro il titolare di X per la sua ennesima presa di posizione politica, succede l’attentato che ha un metodo già visto nei contesti terroristici di matrice islamica e non certo neonazista che solitamente ci riporta a orribili scene “sparatutto”. Curiosa anche la scelta dei mercatini di Natale che sono simbolo della cristianità a cui Musk si rifà e suona ancor più strano che il contestatore dell’islam non abbia colpito invece una moschea o un evento collegato alla religione araba.
Come spesso accade nell’ultimo periodo, vedi l’attentatore di Trump o il generale Talebano che ha rovesciato Assad, anche l’attentatore di Magdeburgo era già famoso sui media tanto da essere intervistato dalla BBC per la sua attività di accoglienza dei rifugiati sauditi.
Anche la Germania ha i suoi servizi deviati?
Oppure ci troviamo dinanzi a un caso di incapacità delle forze di sicurezza?
A chi giova questo attentato
Secondo una logica fattuale, Elon Musk ha lanciato un movimento politico dato per vincente alle prossime lezioni in Germania, aprendo una discussione su una sua ingerenza nelle questioni di un continente straniero e precisamente nella nazione più rappresentativa dell’Unione Europea. Il fatto che venga associato ideologicamente l’attentatore a quel movimento politico, tende ad insinuare un dubbio negli elettori tedeschi. Il fatto che la notizia delle analogie tra attentatore e AFD non è confermata, ma sappiamo che Abdulmohsen fosse un personaggio noto al governo tedesco e tutelato dallo stesso e questo svilisce l’impianto accusatorio che media vicini all’establishment europeo ed anglosassone vogliono portare avanti. Sappiamo anche che Elon Musk rappresenta il nemico principale della vecchia guardia USA ed attuale presidio europeo e questo dovrebbe far intendere che la verità sia ben distante da come stia emergendo nelle ultime ore sull’attentato a Magdeburgo.
Inchieste
I Core Update di Google censurano Internet e fomentano truffe SEO
Da quando è iniziata l’epoca dell’intelligenza artificiale, Google sta trasformando la rete. Google ha la capacità di farlo? Assolutamente sì, essendo l’azienda monopolista su cui si basa il maggior numero di ricerche online. Non solo grazie al suo motore di ricerca, ma anche grazie a YouTube, un altro potente motore di ricerca video appartenente alla stessa azienda statunitense.
L’aspetto più importante di questa situazione, già descritto da Matrice Digitale, riguarda la componente su cui Google sta basando la ricerca. Nei risultati si trovano spesso aziende con solidi rapporti con la società e considerate autorevoli. Stiamo assistendo a cambiamenti significativi nel mondo della ricerca, dipendenti dalle scelte editoriali di Google, azienda che sembra non riuscire a trovare una linea chiara oppure ce l’ha e non risulta essere la migliore per la totalità degli utenti e degli imprenditori.
SEO prima vittima ed Editori privilegiati
Le prime vittime sono stati i siti internet che per anni hanno lavorato sul posizionamento SEO (Search Engine Optimization). Questa attività ha subito cambiamenti radicali, soprattutto a causa dei Core Update di Google: aggiornamenti strutturali dell’algoritmo che determinano il posizionamento delle pagine. Il funzionamento esatto di questi aggiornamenti non è chiaro, ma esistono sospetti che non si tratti di un algoritmo autonomo. Emergono ipotesi di rapporti diretti tra Google e aziende editoriali, che ricevono finanziamenti per produrre informazione. Un tempo garantiti dallo Stato, questi fondi provengono ora da privati verso altri privati. Un settore, quello di Google News, che rappresenta una lobby gestita dai soliti noti ed in mano alla politica così come raccontato nell’inchiesta a tema di Matrice Digitale.
Google fa politica, riscrive la storia e chiude il mercato
Google non risponde solo a logiche commerciali, ma mostra un indirizzo politico, influenzato da lobbisti e dinamiche globali. Con l’eventuale ritorno di Donald Trump, potrebbe modificare il proprio posizionamento sui contenuti visibili in rete anche se ad oggi risulta essere in antitesi alla cordata di Musk dove si sono aggregati dopo l’esito delle elezioni sia Zuckerberg sia Bezos con tanto di strizzatina d’occhio da parte di Gates.
Un altro aspetto rilevante è l’ascesa di nuovi motori di ricerca basati su intelligenza artificiale, come SearchGPT di OpenAI, che fornisce risposte in base a domande anziché parole chiave. Questo fenomeno solleva questioni legate a linee politiche imposte da multinazionali, governi e organi sovranazionali.
Google sta riscrivendo la storia: deindicizza o rende inutili contenuti alternativi rispetto alla narrazione mainstream dell’informazione, della ricerca scientifica e della politica. Giornalisti e artisti vengono relegati in fondo ai risultati di ricerca, generando caos tra chi si occupa di ottimizzazione dei contenuti e chi cerca di emergere nel panorama informativo.
I Core Update e l’esempio della manina dietro l’algoritmo
I Core Update premiano spesso siti improbabili a scapito di quelli storici e di qualità. L’ottimizzazione della ricerca proposta da Google si basa su due principi: la velocità di caricamento e l’autorevolezza. La velocità è valutata tramite i Core Web Vitals, mentre l’autorevolezza si costruisce attraverso citazioni da fonti ritenute autorevoli. Questo sistema ha spinto le testate editoriali a omettere chi ha dato la notizia per primo, modificando il panorama giornalistico oltre a fomentare un mercato parallelo di citazioni a pagamento sulla base di insider trader all’interno delle redazioni di siti posizionati con un ottimo page rank.
Google censura le notizie e non premia il giornalismo
Google dovrebbe premiare, secondo regole meritocratiche, chi fornisce le notizie in anteprima. Tuttavia, l’algoritmo sembra invece favorire chi mantiene rapporti privilegiati con l’azienda. Parallelamente, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei contenuti ha premiato siti di affiliazione di dubbia qualità, dimostrando l’incoerenza del sistema dove richiede contenuti esclusivi per poter indicizzare in modo privilegiato i contenuti. Google censura inoltre notizie esclusive, che spesso non appaiono tra i risultati di ricerca nelle categorie news o video e non è chiaro secondo quale principio.
Google facilita le truffe nel mercato SEO ?
Le regole opache di Google stanno trasformando il settore, creando difficoltà a chi si occupa di SEO, costringendo molti professionisti a cambiare mestiere o a proporre servizi poco efficaci.
Questa situazione sta livellando il mercato verso il basso. Da un lato, esistono persone oneste ma impreparate; dall’altro, truffatori che approfittano di aziende incapaci di navigare le nuove regole. I Core Update stanno favorendo un sottobosco di figure poco professionali, aumentando la sfiducia nelle opportunità offerte da Internet.
Il web, un tempo simbolo di libertà e accessibilità, sta diventando un luogo sempre più chiuso e costoso. Oggi, per emergere, non basta più creare un blog o un sito di qualità: bisogna investire ingenti somme per promuovere contenuti indicizzati ma invisibili senza la garanzia di un ritorno. Questo sistema alimenta il business dei social network, creando un cartello economico che avvantaggia un ristretto gruppo di grandi aziende.
La rete sta subendo una trasformazione radicale, diventando sempre meno libera e non solo per quanto riguarda la varietà delle informazioni, ma anche per le possibilità di accesso al mercato globale. I contenuti vengono manipolati per favorire narrazioni di parte, alimentando sistemi propagandistici, a volte anche di tipo militare visti gli ultimi tempi, capaci di spingere intere società verso conflitti prima social e, in casi estremi, globali.
Inchieste
Stalking, bullismo e Report Bombing su Vinted: assistenza latita
Tempo di lettura: 3 minuti. La storia di Chiara, vittima di report bombing su Vinted, evidenzia gravi carenze nella gestione dei reclami e nella protezione degli utenti da bullismo e stalking digitale.
Le piattaforme di e-commerce e scambio di beni usati, come Vinted, sono sempre più diffuse grazie alla loro capacità di connettere persone in cerca di convenienza e sostenibilità. Tuttavia, quando il sistema di gestione dei reclami e la moderazione non funzionano come dovrebbero, queste piattaforme possono trasformarsi in un terreno fertile per abusi e vessazioni al limite dello stalking. Questo è il caso di una venditrice esperta, che chiameremo Chiara, la cui esperienza raccontata in ESCLUSIVA a Matrice Digitale getta luce su gravi falle nella gestione di problematiche critiche da parte di Vinted e della tecnica del Report Bombing subita per mesi.
Dieci mesi di vessazioni
Chiara, iscritta su Vinted dal 2021 con un profilo di alta reputazione (340 recensioni, 4.9 di rating), si è trovata vittima di un autentico report bombing. Dopo un diverbio con un’utente aggressiva sul forum, il suo account è diventato il bersaglio di segnalazioni continue, apparentemente infondate. Secondo quanto riferito, l’utente in questione ha dedicato mesi a segnalare ripetutamente i suoi articoli, portando alla rimozione di inserzioni, al blocco temporaneo dell’account e, infine, a una sospensione permanente.
Le segnalazioni, spesso ridicole, includevano accuse di:
- Vendita di articoli inesistenti o doppi (anche quando non lo erano).
- Violazioni di copyright, nonostante Chiara avesse dimostrato di essere l’autrice delle immagini.
- Vendita di brand contraffatti, malgrado fossero presenti etichette, scontrini e altri documenti di autenticità.
- Articoli ritenuti non sicuri, senza prove concrete.
Nonostante le numerose prove fornite da Chiara, Vinted ha risposto con messaggi preconfezionati e, nei casi di insistenza, con risposte giudicate sgarbate e prive di umanità.
Assenza di tutela e inadeguatezza dell’assistenza
Chiara ha segnalato ripetutamente le minacce ricevute, allegando prove documentali, ma le sue richieste sono rimaste inascoltate. Paradossalmente, l’utente che ha perpetuato il report bombing continua a utilizzare la piattaforma indisturbata, nonostante alcune recensioni la descrivano come una persona problematica.
Dopo mesi di tentativi infruttuosi, Chiara ha aperto un reclamo presso un organo europeo (ODR), ma anche in questo caso non ha ottenuto alcuna risposta. Ha inoltre tentato di contattare Vinted attraverso l’indirizzo email legal@vinted.it, indicato come riferimento per controversie legali, senza ricevere alcun riscontro.
La questione del bullismo sulle piattaforme digitali
L’esperienza di Chiara mette in evidenza un problema sistemico. Nonostante il grande successo di Vinted, la piattaforma sembra trascurare l’importanza di una gestione responsabile delle problematiche degli utenti favorendo non solo il proliferare di truffe, ma anche la stalking ai danni dei venditori. Le accuse di bullismo e stalking digitale non possono essere ignorate, soprattutto quando si tratta di episodi documentati con prove.
La mancanza di un’assistenza adeguata solleva interrogativi sulla capacità di Vinted di proteggere i propri utenti da abusi e vessazioni. In un’era in cui le denunce per comportamenti scorretti online sono in aumento, è essenziale che piattaforme di questa portata si dotino di strumenti efficaci per contrastare episodi di cyberbullismo e stalking.
La vicenda di Chiara non è un caso isolato, sono tante le anomalie raccontate da Matrice Digitale su Vinted ed il suo sistema spesso claudicante nel garantire venditori e consumatori vittime di truffe e minacce, ma rappresenta un esempio emblematico di come l’assenza di un’assistenza efficace possa esacerbare situazioni già gravi. È fondamentale che Vinted e altre piattaforme simili rivedano le loro politiche di moderazione e assistenza, adottando un approccio più umano e trasparente per garantire la sicurezza e la tutela di tutti gli utenti.
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