Inchieste
X accusata di diffondere Fake News, con notizie false su Musk
In attesa delle elezioni americane, il mondo della comunicazione e della politica italiana si sta posizionando a favore o contro Trump prendendo di mira Musk con Fake News. Il gioco di parole è dovuto al fatto che nessuno in Italia desidera davvero Donald Trump come presidente degli Stati Uniti d’America tra gli addetti ai lavori, ma il popolo sembra simpatizzare per l’ex presidente USA vittima di un attentato terroristico nel mese di luglio.
La convention del Partito Democratico americano ha mostrato una vera “transumanza” di politici nostrani che hanno rappresentato il Partito Democratico italiano in quel congresso che hanno sancito la candidatura di Kamala Harris, con l’approvazione della famiglia Obama.
Elon Musk è, in questo momento, la persona più importante che tira la volata per Trump e anche la più pericolosa secondo il Partito Democratico negli Stati Uniti d’America. Tra gli uomini più ricchi del mondo, Musk ha dichiarato di finanziare Donald Trump con circa 40 milioni di euro al mese fino al giorno delle elezioni, il 5 novembre. Ha inoltre fatto in modo che le opinioni sulla sua piattaforma, acquistata per 44 miliardi di dollari, siano ben schierate a livello globale ed il plebiscito per Trump è stato predominante fino alla candidatura ufficiale di Kamala Harris.
C’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: Elon Musk è attivo sulla sua piattaforma ed è un esperto informatico che potrebbe, per dare credito alle voci complottiste, vigilare o addirittura intervenire sul voto postale, che nell’ultima tornata elettorale ha creato non pochi problemi e polemiche secondo ex presidente del paese più democratico del mondo di nuovo in corsa.
L’Italia ha una posizione molto chiara: tutti i partiti, ad eccezione della Lega, sono schierati a favore di Kamala Harris e contro Elon Musk. Il motivo è semplice: i partiti fermamente europeisti non vedono di buon occhio la piattaforma X e la posizione perché, secondo le accuse, disattende il Digital Services Act e pubblica contenuti che non solo risultano falsi, ma sono anche sgraditi all’establishment europeo. Nelle ultime ore è emerso che tra i finanziatori della scalata all’ex Twitter, costata 44 miliardi, ci siano 2 oligarchi russi vicini a Putin, ma, a differenza della Russia, su X c’è l’esercizio popolare delle community notes.
Lo strumento delle Community Notes è, in realtà, un’arma del popolo per smascherare istantaneamente le bugie dei potenti. Un’arma che si diffonde non solo nel vecchio continente, ma anche negli Stati Uniti d’America ed è uno strumento che viene democraticamente utilizzato, anche in maniera forzosa bipartizan, dai Democratici, e questo sono in pochi a dirlo, che stanno guadagnando una grande quota di consensi sulla stessa piattaforma di Musk aggredita da più fronti economici ed istituzionali.
Dopo la nomina di Harris e la risposta dell’Ucraina a Kursk, non c’è una grande predominanza di post pro o contro Trump ed è calata vertiginosamente in Italia la frequenza e la visibilità di post da parte di coloro che prima erano additati come trumpiani e filo-putiniani.
C’è solo un’incognita in questo momento in Italia, ed è Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia è rimasta in silenzio sulle ultime vicende del Partito Democratico USA con cui ha collaborato nel corso della sua esperienza di Governo ed è l’unica, allo stesso tempo, ad essere riuscita a portare Elon Musk ad Atreju, rafforzando non solo i valori conservatori, ma anche quelli pro-vita che comprendono i valori della famiglia tradizionale secondo le visioni cattoliche e cristiane, a cui il partito di Giorgia Meloni ha sempre fatto riferimento.
In questo preciso momento, tutti i media principali, di riflesso ai partiti, che rispondono alle logiche europeiste, e che ricordiamo hanno ricevuto finanziamenti a pioggia per il post-Covid da Bruxelles, sono schierati contro Elon Musk. Sorprende poco che, di recente, siano state diffuse notizie false su Musk, che hanno mostrato un volto molto aggressivo della stampa nostrana, favorita dal periodo estivo, durante il quale storicamente le fake news sono sempre state più frequenti.
A motivare la lotta ad X e al suo proprietario, è stata la posizione di Elon Musk in favore di quanto sostenuto dal governo nello scontro pugilistico tra Angela Carini ed Imane Khelife. Sia Musk sia la pugile campana, unitamente ad elementi di spicco del governo in quota FDI e Lega, hanno mostrato disappunto nei confronti della scelta di far concorrere alle Olimpiadi la pugile algerina che ha vinto.
Musk è stato denunciato per cyberbullismo dall’avvocato difensore di Manche Life. Su questo caso è stata diffusa una notizia falsa riguardante J.K. Rowling, la quale avrebbe cancellato 27 post dopo la denuncia. Tuttavia, i giornali italiani non hanno verificato il profilo social X di Rowling, che non solo non ha cancellato i post incriminati, ma ha pubblicato un altro post altrettanto potente dal punto di vista comunicativo, confermando la sua posizione sul caso di Imane Khelife e, più in generale, sull’evoluzione gender che appartiene all’agenda che Musk contesta.
Un’altra notizia falsa diffusa è stata il presunto regalo di un Tesla Cybertruck da parte di Elon Musk al leader ceceno Kadirov, il quale ha montato una mitragliatrice sul veicolo dichiarandosi pronto per la guerra dopo aver ricevuto il SUV. In realtà, Musk ha spiegato in modo poco gentile a un cronista che, con le sanzioni in vigore, era impossibile che regalasse un’auto ai russi.
Nei giorni precedenti, si è tentato di far circolare la notizia che l’intelligenza artificiale di Musk, Grok, avrebbe generato immagini false che avrebbero potuto alterare significativamente la percezione sui politici e sulle elezioni americane. Tuttavia, Matrice Digitale ha testato la piattaforma chiedendole di generare immagini basate sui luoghi comuni contro i Democratici e non ha trovato nulla di rilevante, se non immagini molto innocenti.
A confermare i dubbi di Matrice Digitale, c’è stato un post di Matteo Flora che ha confermato la falsità della notizia diffusa in pompa magna sui media.
Questo è stato l’ennesimo tentativo di gettare ombra su X, attraverso diverse Fake News su Musk, che attualmente risulta essere l’unica piattaforma che consente un minimo di libertà di espressione e di verifica dei fatti al di fuori dei contesti istituzionali, che spesso hanno dimostrato falle e poca capacità di verifica dei fatti controversi, peccando altresì di confermare le posizioni discutibili, o addirittura successivamente smentite, dell’establishment.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che questa attività di verifica mutuale ed istantanea che X ha fornito agli utenti agli utenti va contro il giornalismo tradizionale, abituato a diffondere notizie senza contestazioni, e si macchia con maggiore frequenza rispetto al passato di notizie false ed imprecise che vengono poi cancellate, piuttosto che rettificate, confidando nella dimenticanza dei lettori: le community notes ed X forniscono quella memoria scomoda a chi sbaglia.
Questa caratteristica di X mette in discussione l’autorevolezza autoreferenziale di molti giornalisti ed opinionisti, che si sono costantemente sotto pressione perché smentiti e verificati dal pubblico, diventato su X molto più severo rispetto ad altri social dove gli algoritmi hanno lobotomizzato il pensiero critico. Grazie alle community news, sistema tanto criticato ed allo stesso tempo copiato da YouTube, gli utenti stanno iniziando a sviluppare un proprio senso di autocritica basato sulle informazioni filtrate da entrambe le parti, in un mare di fake news che circonda non solo la rete, ma anche gli organi di stampa e l’impressione che si consolida nel tempo è che spesso c’è intenzione nel darle in pasto al pubblico per fini politici ed il caso Musk lo confermerebbe.