L’assistente della Lega a Bruxelles sbugiarda Bonaccini

da Livio Varriale
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In questi giorni si è posta l’attenzione sulla campagna elettorale del Partito Democratico e sui manifesti realizzati da Enrico Letta dove figurano le alternative politiche di un governo di sinistra e destra in rosso e nero.

L’assistente parlamentare a Bruxelles della Lega, Giorgio La Porta, ha pubblicato uno tra i tanti manifesti elettorali modificati del Partito Democratico facendo riferimento alla questione spinosa che ha interessato il dirigente del PD Ruberti con le sue dichiarazioni “in ginocchio o ti sparo”

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Un manifesto molto duro che fa riferimento ad un caso di cronaca che ha contraddistinto una polemica interna al partito, fagocitata dalle forze politiche attualmente in campagna elettorale dove anche l’ex Calenda ha fatto riferimento a delle dinamiche losche nella sezione romana del PD.

A rispondere all’attacco di La Porta è addirittura il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che contesta al leghista di far parte di un partito che per anni ha voluto uscire dall’Europa ed oggi invece si vergogna di ricordarlo.

La Porta non si è fatto intimidire dal commento “pesante” di Bonaccini e l’ha incolpato di essere stato in silenzio dinanzi il fatto increscioso successo nel suo partito. Tesi respinta al mittente, compresa l’accusa di essere un dirigente del PD, ma La Porta gli mostra i risultati di una ricerca su Google dove non figurano dichiarazioni di Bonaccini sul caso di Ruberti, gettando l’illustre politico in un silenzio che, però, su una cosa ha ragione:

non è un dirigente del PD, ma per molti ne è già il prossimo segretario.

Si può anche come

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