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Perchè Microsoft Windows 11 Recall è un incubo per la Privacy?

Tempo di lettura: 3 minuti. Le funzionalità AI di Windows 11 Copilot+ come Recall possono funzionare senza NPU, sollevando gravi preoccupazioni per la privacy

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Microsoft Windows 11 Recall
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La recente introduzione della funzione AI-powered “Windows 11 Recall” di Microsoft ha suscitato molte preoccupazioni, ritenendo che possa creare enormi rischi per la privacy e nuove opportunità di attacco per i malintenzionati. Annunciata durante un evento dedicato all’intelligenza artificiale, questa funzione mira a rendere facilmente accessibili le informazioni visualizzate in passato tramite una semplice ricerca.

Come funziona Recall?

Recall, una delle funzionalità principali di Copilot+, cattura automaticamente schermate della finestra attiva ogni pochi secondi e le archivia per un massimo di tre mesi. Queste schermate possono poi essere ricercate tramite query di testo, facilitando l’accesso a informazioni visualizzate in precedenza.

La funzione Recall scatta uno screenshot della finestra attiva ogni pochi secondi, registrando tutto ciò che l’utente fa su Windows per un periodo massimo di tre mesi. Questi snapshot vengono analizzati dall’Unità di Elaborazione Neurale (NPU) del dispositivo e da un modello AI per estrarre dati dallo screenshot. I dati vengono poi salvati in un indice semantico, permettendo agli utenti di Windows di sfogliare la cronologia degli snapshot o di cercare utilizzando query in linguaggio naturale.

Sicurezza e privacy

Microsoft afferma che tutti questi dati sono crittografati utilizzando BitLocker e legati all’account Windows dell’utente, senza essere condivisi con altri utenti sullo stesso dispositivo. Tuttavia, la comunità della sicurezza informatica e gli utenti sono preoccupati per i rischi di privacy evidenti e potenziali.

Microsoft ha progettato Recall in modo che tutti i dati siano salvati direttamente sul dispositivo dell’utente in un formato crittografato, offrendo agli utenti il controllo completo sulla funzione, inclusa la possibilità di abilitarla o disabilitarla e decidere quali app possono essere screenshotate. Inoltre, Microsoft ha assicurato che non verranno creati screenshot delle finestre InPrivate di Microsoft Edge (e di altri browser basati su Chromium) o dei contenuti protetti da DRM. Tuttavia, non è chiaro se altre modalità private dei browser, come Firefox, saranno supportate.

Preoccupazioni per la Sicurezza

L’adozione diffusa di tecnologie AI, come quelle presenti in Windows 11, solleva anche preoccupazioni etiche e ambientali. La saturazione eccessiva della tecnologia AI, in particolare quella generativa, comporta rischi significativi per la privacy e l’ambiente, tra cui un potenziale aumento del consumo energetico.

Nonostante le rassicurazioni di Microsoft, le preoccupazioni restano elevate. Gli esperti di sicurezza e gli utenti sono preoccupati per i seguenti punti:

  1. Rischio di Compromissione dei Dati: Se un attore malintenzionato o un malware compromette il dispositivo, tutti questi dati già decrittografati da BitLocker diventano accessibili all’hacker.
  2. Rischio di Informazioni Sensibili: La funzione cattura tutto ciò che viene visualizzato, inclusi numeri di conto bancario e password.
  3. Accesso Non Autorizzato: Tutte le informazioni memorizzate possono essere facilmente consultate da chiunque abbia accesso al PC, che sia autorizzato o meno.

Risposta di Microsoft

Microsoft ha risposto alle preoccupazioni dichiarando che i dati di Recall saranno disponibili solo localmente e non verranno archiviati nel cloud, ribadendo che “i dati non sono accessibili a Microsoft“. Inoltre, Microsoft ha iniziato a condividere più dettagli tecnici, come le politiche di gruppo che possono essere utilizzate per disabilitare Recall a livello aziendale e come gli utenti finali possono disabilitare la funzione.

Funzionalità AI di Windows 11 Copilot+ e Recall possono essere abilitate senza NPU

Un recente test condotto da un sviluppatore su Twitter (@thebookisclosed) ha rivelato che Recall può funzionare senza una potente NPU. Il test ha dimostrato che, sebbene le prestazioni possano essere migliorate con un NPU, l’hardware moderno è comunque capace di gestire queste operazioni di cattura e ricerca di testo.

Limitazioni volute

La scoperta solleva domande sul perché Microsoft stia limitando l’accesso a queste funzionalità. Mentre funzionalità come l’Automatic Super Resolution hanno restrizioni comprensibili, la capacità di eseguire Recall senza NPU suggerisce che le limitazioni potrebbero essere più di natura commerciale che tecnica.

Precedenti di Microsoft

Non è la prima volta che Microsoft impone restrizioni volute per motivi di mercato. Ad esempio, l’implementazione di Auto HDR in Windows 11 era inizialmente disponibile nelle build di anteprima di Windows 10 prima di essere rimossa, probabilmente per incentivare l’aggiornamento al nuovo sistema operativo.

La possibilità di abilitare le funzionalità AI di Windows 11 Copilot+ senza una NPU indica che l’hardware moderno è già sufficientemente potente. Tuttavia, le restrizioni imposte da Microsoft potrebbero essere più strategiche che necessarie. Mentre la tecnologia avanza, è cruciale considerare le implicazioni etiche e ambientali delle implementazioni AI.

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DarkGate e l’iniezione di Template Remoti: nuove tattiche di attacco

Tempo di lettura: 2 minuti. Nuove tattiche di DarkGate: iniezione di template remoti per aggirare le difese e infettare con malware tramite documenti Excel.

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Recentemente, Cisco Talos ha rilevato un aumento significativo di campagne email malevole contenenti allegati sospetti di Microsoft Excel che, una volta aperti, infettano il sistema della vittima con il malware DarkGate. Queste campagne, attive dalla seconda settimana di marzo, utilizzano tecniche, tattiche e procedure (TTP) mai osservate prima negli attacchi DarkGate.

Tecnica dell’Iniezione di Template Remoti

Le recenti campagne di DarkGate sfruttano una tecnica chiamata “Remote Template Injection” per bypassare i controlli di sicurezza delle email e ingannare l’utente a scaricare ed eseguire codice malevolo quando viene aperto il documento Excel. Questa tecnica consente di importare template da fonti esterne per espandere le funzionalità di un documento, eludendo i protocolli di sicurezza che potrebbero non essere stringenti per i template rispetto ai file eseguibili.

Dettagli Tecnici dell’Attacco

Le email malevole individuate da Cisco Talos contenevano allegati di Excel con nomi distintivi, principalmente riguardanti questioni finanziarie o ufficiali, per convincere il destinatario ad aprire il documento. L’infezione inizia quando il documento Excel viene aperto, scaricando ed eseguendo un file VBS da un server controllato dall’attaccante. Il file VBS contiene un comando che esegue uno script PowerShell dal server di comando e controllo (C2) di DarkGate.

Cambiamenti nei Payload e nei Linguaggi di Scripting

Dal 12 marzo 2024, le campagne di DarkGate hanno iniziato a utilizzare script AutoHotKey invece di AutoIT. AutoHotKey offre funzionalità avanzate di manipolazione del testo, supporto per hotkey e una vasta libreria di script user-contributed. Gli script AutoHotKey scaricano e decodificano dati binari direttamente in memoria, eseguendo il payload di DarkGate senza mai salvarlo su disco.

Meccanismi di Persistenza

I componenti utilizzati durante l’ultima fase dell’infezione vengono memorizzati nella directory C:\\ProgramData\\cccddcb\\. La persistenza attraverso i riavvii viene stabilita creando un file di collegamento nella directory di avvio del sistema infetto. Cisco Talos ha sviluppato meccanismi di rilevamento e blocco per queste campagne su prodotti Cisco Secure.

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LightSpy: la nuova minaccia per macOS

Tempo di lettura: 3 minuti. Il malware LightSpy che prende di mira i dispositivi macOS, i metodi di infezione e le funzionalità dei plugin per l’esfiltrazione di dati.

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Recentemente, è stata scoperta una variante del malware LightSpy che prende di mira i dispositivi macOS. Questo malware, originariamente noto per attaccare dispositivi iOS e Android, ha ora dimostrato di poter compromettere anche i sistemi macOS. Le indagini condotte da ThreatFabric e Huntress hanno rivelato dettagli tecnici significativi sulle capacità di questo malware e sui metodi utilizzati per infettare i dispositivi.

Contesto e Scoperta

Il framework di spyware LightSpy è noto per la sua versatilità e capacità di compromettere vari sistemi operativi. Originariamente, il malware ha preso di mira dispositivi iOS e Android, ma ora ha esteso il suo raggio d’azione a macOS. La variante per macOS è stata identificata tramite campioni caricati su VirusTotal e analizzati da Huntress e ThreatFabric.

Metodi di Infezione

Il gruppo di attori malevoli dietro LightSpy utilizza exploit pubblicamente disponibili per distribuire gli impianti su macOS. Due exploit noti, CVE-2018-4233 e CVE-2018-4404, sono stati utilizzati per colpire versioni di macOS 10.13.3 e iOS precedenti alla 11.4.

Il malware inizia con l’esecuzione arbitraria di codice tramite una vulnerabilità di WebKit all’interno di Safari, seguita da un’escalation di privilegi specifica del sistema operativo.

Analisi Tecnica

Fase Iniziale

Il punto di partenza dell’attacco è un exploit di WebKit che consente l’esecuzione di codice arbitrario non privilegiato. Una volta attivato, l’exploit distribuisce un payload denominato “20004312341.png”, che è in realtà un file eseguibile MachO x86_64 contenente una funzione di iniezione.

Downloader Intermedio

Il file “20004312341.png” decifra un blocco di 0x400 byte incorporato nel file eseguibile e lancia il risultato utilizzando launchd. Questo script scarica tre ulteriori file utilizzando l’utilità curl, inclusi “ssudo” (un exploit di escalation dei privilegi), “ddss” (un file di cifratura/decifratura) e un archivio ZIP contenente “update” e “update.plist”.

Loader e Persistenza

Il file “update” è progettato per configurare e avviare il Core di LightSpy, fornendo le informazioni necessarie per la comunicazione con il server di comando e controllo (C2). Una volta eseguito, “update” assicura la persistenza nel sistema utilizzando launchctl, avviandosi ad ogni riavvio del sistema.

Funzionalità del Core e Plugin

Il Core di LightSpy è responsabile della raccolta delle informazioni sul dispositivo e della gestione dei comandi dal server C2. Utilizza un database SQLite per memorizzare dati di configurazione, comandi e piani di controllo. Durante l’indagine, è stata scoperta una versione del Core denominata “C40F0D27”, che funge da orchestratore del framework di sorveglianza.

Plugin Specifici

LightSpy per macOS supporta 10 plugin principali per l’esfiltrazione di informazioni private:

  • SoundRecord: Registra l’audio dal microfono del dispositivo.
  • Browser: Esfiltra la cronologia dei browser Safari e Chrome.
  • CameraModule: Scatta foto utilizzando la fotocamera del dispositivo.
  • FileManage: Esfiltra e manipola file e directory, compresi dati da messaggistica come WeChat, Telegram e QQ.
  • Keychain: Esfiltra password, certificati e chiavi dalla Keychain di Apple.
  • LanDevices: Scansiona la rete locale per trovare dispositivi connessi.
  • Softlist: Esfiltra l’elenco delle applicazioni installate e dei processi in esecuzione.
  • ScreenRecorder: Registra video dello schermo del dispositivo.
  • ShellCommand: Fornisce una shell remota per l’operatore.
  • WiFi: Esfiltra dati sulle reti Wi-Fi vicine e la cronologia delle connessioni Wi-Fi.

Implicazioni e Conclusioni

La scoperta della variante macOS di LightSpy dimostra che il malware è in continua evoluzione e in grado di prendere di mira una gamma più ampia di dispositivi. Gli utenti di macOS devono essere consapevoli delle potenziali minacce e adottare misure per proteggere i loro sistemi, inclusi aggiornamenti regolari e l’uso di strumenti di sicurezza avanzati. La collaborazione tra ricercatori di sicurezza e aziende come Huntress e ThreatFabric è cruciale per identificare e mitigare queste minacce.

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Commando Cat: Cryptojacking innovativo che sfrutta i Server API Remoti di Docker

Tempo di lettura: 2 minuti. Commando Cat, un attacco di cryptojacking che sfrutta i server API remoti di Docker esposti, mette in luce la necessità di pratiche di sicurezza robuste per i contenitori.

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Un nuovo attacco di cryptojacking, denominato Commando Cat, sta prendendo di mira i server API remoti di Docker esposti per distribuire miner di criptovalute. Gli attaccanti utilizzano immagini Docker del progetto open-source Commando per eseguire questa campagna.

Dettagli dell’Attacco Commando Cat

Il team di ricercatori ha analizzato una campagna di attacco che sfrutta i server API remoti di Docker esposti per distribuire miner di criptovalute. Gli attaccanti impiegano l’immagine Docker cmd.cat/chattr per ottenere l’accesso iniziale, utilizzando tecniche come chroot e il binding dei volumi per uscire dal contenitore ed accedere al sistema host.

Accesso Iniziale

Per ottenere l’accesso iniziale, l’attaccante distribuisce un’immagine Docker denominata cmd.cat/chattr. Una volta distribuita, l’attaccante crea un contenitore Docker basato su questa immagine e utilizza chroot per uscire dal contenitore e ottenere l’accesso al sistema operativo host. Successivamente, utilizza curl o wget per scaricare il binario malevolo sul sistema host.

Sequenza dell’Attacco

  1. Probing del Server API Remoto di Docker: L’attacco inizia con una richiesta di ping al server API remoto di Docker per verificare lo stato del server.
  2. Creazione del Contenitore con l’Immagine cmd.cat/chattr: Una volta confermato che il server è operativo, l’attaccante procede a creare un contenitore utilizzando l’immagine cmd.cat/chattr.
  3. Escape dal Contenitore: L’attaccante utilizza chroot e il binding dei volumi per sfuggire al contenitore. Il binding /:/hs monta la directory root dell’host nella directory /hs del contenitore, garantendo all’attaccante l’accesso illimitato al file system dell’host.
  4. Creazione dell’Immagine Docker in Caso di Assenza: Se la richiesta di creazione del contenitore restituisce un errore di “immagine non trovata”, l’attaccante scarica l’immagine chattr dal repository cmd.cat.
  5. Distribuzione del Contenitore: Con l’immagine pronta, l’attaccante crea un contenitore Docker ed esegue un payload codificato in base64, che tradotto risulta essere uno script shell malevolo che scarica ed esegue un binario malevolo dal server di comando e controllo.

Raccomandazioni per la Sicurezza

Per proteggere gli ambienti di sviluppo dagli attacchi che prendono di mira i contenitori e gli host, Trend Micro raccomanda di adottare le seguenti best practices:

  • Configurare correttamente i contenitori e le API per minimizzare il rischio di attacchi.
  • Utilizzare solo immagini Docker ufficiali o certificate.
  • Eseguire i contenitori senza privilegi di root.
  • Configurare i contenitori in modo che l’accesso sia garantito solo a fonti attendibili, come la rete interna.
  • Eseguire audit di sicurezza a intervalli regolari per rilevare eventuali contenitori e immagini sospetti.

La campagna di attacco Commando Cat mette in luce la minaccia rappresentata dall’abuso dei server API remoti di Docker esposti. Sfruttando le configurazioni Docker e utilizzando strumenti open-source come cmd.cat, gli attaccanti possono ottenere l’accesso iniziale e distribuire binari malevoli, eludendo le misure di sicurezza convenzionali. Questo evidenzia l’importanza di implementare robuste pratiche di sicurezza per i contenitori.

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