Dopo aver analizzato la candidatura di Andrea Crisanti, oggi è il turno dell’autocandidatura di Matteo Bassetti. Il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Genova si è proposto al centro destra, oramai dato per vincente, per sostituire il non medico Roberto Speranza al Ministero della Salute.
Il metodo Bassetti
Bassetti ha intercettato più volte il sentiment degli scontenti della pandemia, tradendoli più volte e questo suo cambiare spesso idea non ha fatto altro che insospettire non solo i cittadini, ma lo rende ancora più “inaffidabile” agli occhi dei politici degli schieramenti politici. Nel corso dei mesi pandemici, Bassetti ha prima dichiarato che i vaccini bloccavano la catena dell’infezione, per poi ammettere di aver svolto studi che confermano la possibilità reale di essere infetti anche da vaccino.
Altro aspetto curioso è la veemenza con cui Bassetti ha caldeggiato l’obbligo vaccinale, collegato in Italia allo strumento del green pass che secondo il Direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova è inutile.
Imporre l’obbligo vaccinale, ma evitare strumenti simili al greenpass per imporli, in sintesi.
Un contro senso se consideriamo che il Greenpass è uno strumento politico che però ha facilitato la campagna vaccinale.
Perchè sospendere il certificato verde quando Bassetti è favorevole all’obbligo vaccinale?
Con un colpo al cerchio ed uno alla botte è diventato il primo virologo in Italia
La risposta più semplice è quella che l’elettorato verso cui si rivolge è prevalentemente di centro destra, sovranista-novax, e Bassetti non vuole scontentare quella parte di elettorato che animerà, se dovesse essere incaricato come Ministro, il dibattito pubblico su altre eventuali pandemie o ulteriori misure necessarie al contenimento del Covid. Non è un caso che questa sua strategia del colpo al cerchio e alla botte, gli abbia fruttato il primato nella classifica dei medici social scavalcando Burioni che, come molti che hanno fornito informazioni troppo di parte e spesso in contraddizione, ha iniziato una lunga discesa dopo anni di primato sui social proprio per il suo attivismo provax.
Altra incongruenza di Bassetti è quella che individua nel vaccino la soluzione unica al problema Covid, ma ha ammesso dopo due anni che l’aspirina è un farmaco molto utile a ridurre le morti da Covid. A differenza dei suoi colleghi che hanno scelto il campo pro o no vax, Matteo Bassetti è stato abile nel non calcificarsi in un’unica area di pensiero e questo ha reso l’infettivologo, tra i più bravi in Italia sia chiaro, nel trovare una via di uscita da posizioni prese in precedenza e diventate scomode nei momenti successivi.
Negli ultimi giorni chiede invece la quarta dose per gli anziani fragili, pur facendo il vaccino scoppiare molti sintomi del Covid come anche egli ha ammesso ed i dati dei morti da infezione vaccinati oramai sono la maggioranza numerica nel paese dopo la riuscitissima campagna vaccinale.
Intanto occorre fare una osservazione meritoria, Bassetti, ha un index di 87, Burioni ad esempio è 37, dirige un reparto di ospedale e sicuramente non è un laureato in scienze politiche che passerebbe a gestire la sanità italiana come avvenuto con Speranza. Quello che però non aiuta il virologo è sicuramente il suo cambiare spesso idea che all’esterno sembrerebbe più un alzare il tiro sulla classe politica e sul mercato sanitario, piuttosto che contribuire alla risoluzione dei problemi. Vero anche che un direttore di reparto, tutto fa tranne che visitare pazienti con la stessa costanza dei suoi sottoposti.
Se dovesse essere nominato ministro, Bassetti sarà sicuramente costretto ad avere idee chiare, coerenti con il modus agendi scientifico e non con quello politico. Perchè ad oggi tutto sembra, tranne che un potenziale ministro tecnico, bensì politico e nemmeno facilmente gestibile da un partito preciso.
Chissà se poi, come con Crisanti, verrà fuori che anche lui ha uno storico nemmeno tanto velato in politica.