Sicurezza Informatica
Israele: suonano le sirene in strada a causa di un attacco cibernetico dell’Iran
Le false sirene di allarme per i razzi che sono state attivate a Gerusalemme e a Eilat domenica 19 giugno sono state probabilmente causate da un attacco informatico, secondo quanto confermato dall’Israel National Cyber Directorate (INCD).
Si è diffusa la speculazione che l’autore dell’hack fosse l’Iran, con una serie di esperti informatici che hanno espresso questa opinione nelle interviste sulla possibilità di un coinvolgimento iraniano.
Tuttavia, una fonte diplomatica ha dichiarato che non è ancora certo che la Repubblica islamica sia la fonte dell’attacco.
La fonte diplomatica ha anche minimizzato l’importanza dell’attacco, affermando: “C’è una costante attività informatica contro Israele. In termini di lavoro di Israele per aumentare la sua resilienza informatica, non è in una cattiva posizione. Parte del piano pluriennale dello Stato prevede la costruzione di una cupola di ferro cibernetica in collaborazione con altre nazioni“.
“I titoli dei giornali hanno esagerato con le sirene di ieri”.
Domenica sera, le sirene dei razzi hanno suonato per quasi un’ora a Eilat e in diversi quartieri di Gerusalemme, tra cui Talpiot, Katamon e Beit Hakerem.
Le autorità competenti sono state istruite a prendere misure preventive contro la minaccia.
Parlando alla Radio dell’Esercito, l’ex vice capo di stato maggiore dell’IDF MK Yair Golan (Meretz) ha risposto alla notizia, affermando che Israele si sta preparando ai tentativi iraniani di danneggiare il Paese attraverso la guerra informatica.
“Il sistema di allarme del Comando del Fronte Interno non è stato violato, il sistema di sirene municipali sì, ma è molto preoccupante e inquietante“, ha detto Golan. “Se c’è un punto di violazione, dovrebbe essere chiuso immediatamente“.
L’idea che dietro l’hacking ci sia qualcun altro oltre all’Iran è difficile da spiegare. L’attacco non è stato accompagnato da un ransomware o da un elemento di estorsione monetaria, che in genere squalifica i criminali.
Pochi Stati nazionali con potenti programmi informatici, oltre all’Iran, sono in conflitto con Israele. Anche se, ad esempio, la Russia decidesse di vendicarsi di Gerusalemme per il suo sostegno all’Ucraina, giocare con le sirene sembrerebbe un’azione al di sotto delle sue possibilità.
Al contrario, l’infiltrazione in un sistema non essenziale e meno protetto che potrebbe attirare l’attenzione dei media, come le sirene, rientrerebbe nei precedenti attacchi informatici iraniani.
Cyberattacchi in Iran
La scorsa settimana l’Iran ha dichiarato di aver scoperto un attacco informatico alla municipalità di Teheran. L’attacco ha colpito le telecamere del traffico e altri servizi elettronici, ma un funzionario iraniano ha dichiarato che non ha compromesso alcun dato critico.
La maggior parte degli attacchi informatici all’Iran sono stati sferrati da Israele, anche se alcuni dissidenti iraniani e attivisti per i diritti umani hanno hackerato la Repubblica islamica.
Se l’Iran fosse dietro il cyberattacco di domenica sera, sarebbe un’altra mossa in un lungo e ciclico gioco di guerra informatica tra i Paesi che si è intensificato dalla primavera del 2020.
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Sicurezza Informatica
Intelligenza artificiale e malware: LLM per offuscare codice JavaScript dannoso
Tempo di lettura: 2 minuti. Gli LLM stanno trasformando la sicurezza informatica: come i modelli linguistici avanzati offuscano JavaScript dannoso e come Palo Alto Networks contrasta la minaccia.
Un recente studio condotto da Palo Alto Networks mostra come i modelli linguistici avanzati (LLM) possano essere utilizzati per offuscare il codice JavaScript dannoso, rendendo più difficile la sua rilevazione da parte degli strumenti di sicurezza. Questo approccio sottolinea sia le potenzialità che le sfide della generazione di codice basata sull’intelligenza artificiale.
LLM e malware: un’arma a doppio taglio
Sebbene gli LLM non siano in grado di generare malware complessi da zero, si sono dimostrati particolarmente efficaci nel riscrivere codice già esistente. Utilizzando tecniche come il rinominare variabili, inserire codice morto e riformattare stringhe, i criminali informatici possono creare varianti del codice che mantengono le stesse funzionalità dannose ma evitano il rilevamento.
Ad esempio, uno script JavaScript malevolo destinato al phishing può essere trasformato in modo da passare inosservato dai principali strumenti di analisi, inclusi quelli su piattaforme come VirusTotal. In un test, l’algoritmo di riscrittura sviluppato da Palo Alto Networks ha ridotto la rilevazione del codice originale dal 100% a meno dell’1%.
Difesa contro l’offuscamento basato su LLM
Per contrastare queste tecniche, Palo Alto Networks ha utilizzato un approccio basato sulla “data augmentation”. Gli esperti hanno creato un dataset contenente migliaia di varianti di JavaScript riscritte da LLM e lo hanno usato per addestrare nuovamente i modelli di rilevazione. Questa strategia ha migliorato la capacità di identificare codice dannoso reale di circa il 10%.
Implicazioni per il futuro
L’uso di LLM per offuscare il malware rappresenta una minaccia crescente, ma offre anche opportunità per rafforzare le difese. Sistemi di sicurezza più avanzati, come il nuovo rilevatore di JavaScript di Palo Alto Networks, possono ora identificare migliaia di attacchi a settimana.
Mentre i criminali informatici sfruttano l’IA per evadere la rilevazione, le stesse tecnologie possono essere utilizzate per migliorare le difese. La ricerca e l’innovazione rimangono essenziali per mantenere un vantaggio sui metodi di attacco in evoluzione.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità critiche nei plugin WordPress WPLMS
Tempo di lettura: < 1 minuto. Vulnerabilità critiche nei plugin WordPress WPLMS: aggiornamenti obbligatori per proteggere i siti da attacchi RCE, SQL injection e escalation di privilegi.
Due plugin richiesti dal tema premium WordPress WPLMS, utilizzato da oltre 28.000 utenti, sono stati identificati con una serie di vulnerabilità critiche che potrebbero compromettere gravemente la sicurezza dei siti web. Le falle, scoperte dai ricercatori di Patchstack, consentono attacchi che spaziano dall’esecuzione remota di codice all’escalation di privilegi, fino a iniezioni SQL dannose.
Dettagli delle vulnerabilità in WPLMS e VibeBP
I problemi principali riguardano i plugin WPLMS e VibeBP, componenti chiave per il funzionamento del tema. Tra le vulnerabilità identificate:
- CVE-2024-56046 (CVSS 10.0): Permette a un attaccante non autenticato di caricare file malevoli, aprendo la strada all’esecuzione di codice remoto (RCE).
- CVE-2024-56043 (CVSS 9.8): Consente la registrazione come utente con ruoli privilegiati, incluso Amministratore, senza autenticazione.
- CVE-2024-56042 (CVSS 9.3): Permette l’iniezione di query SQL malformate per compromettere il database o estrarre dati sensibili.
Analogamente, il plugin VibeBP presenta falle come:
- CVE-2024-56040 (CVSS 9.8): Attaccanti non autenticati possono registrarsi come utenti con privilegi elevati.
- CVE-2024-56039 (CVSS 9.3): SQL injection da parte di utenti non autenticati attraverso input non sanitizzati.
Risoluzione e aggiornamenti
Gli sviluppatori di Vibe Themes, in collaborazione con Patchstack, hanno rilasciato aggiornamenti che risolvono le falle. Si raccomanda agli utenti di aggiornare immediatamente:
- WPLMS alla versione 1.9.9.5.3 o successiva.
- VibeBP alla versione 1.9.9.7.7 o successiva.
Raccomandazioni di sicurezza
- Implementare controlli rigorosi per i caricamenti di file.
- Sanitizzare gli input SQL per prevenire attacchi.
- Rafforzare i controlli basati sui ruoli per limitare l’accesso non autorizzato.
Le vulnerabilità nei plugin WPLMS e VibeBP evidenziano l’importanza di mantenere aggiornati i plugin WordPress e di adottare misure preventive per proteggere i dati sensibili. Gli amministratori di siti che utilizzano WPLMS dovrebbero agire immediatamente per evitare rischi.
Sicurezza Informatica
Operazione “Old School”: la Polizia Postale contro la pedopornografia online
Tempo di lettura: < 1 minuto. Operazione “Old School”: la Polizia Postale arresta quattro persone per pedopornografia online, grazie a una collaborazione internazionale.
La Polizia di Stato ha concluso con successo l’operazione “Old School”, arrestando quattro persone e denunciandone una quinta per produzione, diffusione e detenzione di CSAM. L’indagine è stata condotta dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Genova, in collaborazione con il Centro nazionale per il contrasto del CSAM e l’organizzazione britannica no profit Child Rescue Coalition.
Indagini e metodologia dell’operazione
L’operazione è stata avviata monitorando account sospetti su piattaforme online utilizzate per condividere e scaricare materiale pedopornografico. Attraverso tecniche avanzate di investigazione digitale, gli agenti hanno identificato gli utenti responsabili di tali attività.
Le perquisizioni personali e informatiche sono state eseguite in tutto il territorio ligure, portando alla scoperta di un ingente quantitativo di materiale illegale, detenuto dagli indagati. Questa azione sottolinea il costante impegno della Polizia Postale nel combattere la diffusione di contenuti illeciti e nel proteggere i minori da abusi online.
Collaborazione internazionale
Il coinvolgimento della Child Rescue Coalition ha giocato un ruolo cruciale, fornendo strumenti e dati utili per localizzare gli account coinvolti. Questa collaborazione rafforza l’importanza di un approccio globale nella lotta contro la pedopornografia, integrando risorse tecnologiche e investigazioni tradizionali.
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