No, non è italiano il rappresentante ONU per l’Intelligenza Artificiale

da Redazione
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paolo benanti

In questi giorni il mondo tech esulta per Paolo Benanti, italiano nato a Roma, e grande teorico dell’intelligenza artificiale e di tutto il contesto tematico che coinvolge gli algoritmi fino ad arrivare ai cyborg del futuro. E’ stato nominato membro del nuovo Organo consultivo dell’ONU per l’intelligenza artificiale. Anche la redazione di Matrice Digitale augura buon e proficuo lavoro all’esperto di intelligenza artificiale che da tempo gestisce una rubrica per la testata cattolica Avvenire sul tema, agendo come precursore dei tempi moderni.

La nomina è di quelle pesanti in ambito internazionale e dovrà decidere le sorti del pianeta dal punto di vista dell’implementazione dell’intelligenza artificiale del futuro, oltre ChatGPT, anticipando la risoluzione dei problemi che deriveranno dal maggior utilizzo di una tecnologica che rappresenta la ruota del nuovo millennio.

Chi è Paolo Benanti?

Un percorso accademico e di ricerca

Dal 2008, ha insegnato presso istituzioni come la Pontificia Università Gregoriana e l’Istituto Teologico di Assisi. Oltre alla morale sessuale e alla bioetica, si è specializzato in neuroetica, etica delle tecnologie e intelligenza artificiale. Dal 2015, ha sviluppato concetti come “algoretica” e “algocrazia”. Dal 2020, in collaborazione con Sebastiano Maffettone, ha esplorato l’interazione tra realtà virtuale e esistenza, coniando il termine “paraferno”.

Contributi all’intelligenza artificiale in Italia

Nel 2017, è stato incluso nella Task Force Intelligenza Artificiale per supportare l’Agenzia per l’Italia digitale. Questo lavoro ha portato alla pubblicazione del libro bianco sull’intelligenza artificiale. Nel 2018, è stato nominato membro corrispondente della Pontificia accademia per la vita per l’intelligenza artificiale. Nel 2019, è stato selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro di un gruppo di esperti per elaborare strategie nazionali sull’intelligenza artificiale.

Riconoscimenti e nomine

Papa Francesco lo ha nominato Consigliere della Penitenzieria Apostolica nel 2019 e membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita nel 2021.

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L’Italia fa festa, ma è esclusa

L’Italia è rimasta esclusa da questo giro mentre nel paese si articolano addirittura due comitati della Presidenza del Consiglio, che comunque dialogheranno con lo stesso Benanti, presente in tutti e due come componente, al quale spetterà decidere le sorti dell’editoria, dell’informazione e dell’impatto che l’AI avrà sul Paese di concerto con professori universitari qualificati sul tema e qualche imbucato che solo la politica sa proporre con stile.

Per chi gioca Paolo Benanti?

La presenza di docenti universitari in una materia così complessa e decisiva per la società italiana del futuro, per i nostri figli ed i nostri nipoti per intenderci, nasconde anche gli interessi privati delle accademie che non sono dello Stato, ma appartengono a gruppi privati ed hanno come primo obiettivo il fatturato prim’ancora della Pubblica Istruzione.

Paolo Benanti almeno non è parte di queste realtà private, ma pochi dicono, o minimizzano, che è il consulente del capo di stato del Vaticano, Papa Francesco, lavora presso una università vaticana, Pontificia Università Gregoriana, e quindi segue una linea di indirizzo che non rispecchia la laicità dello Stato Italiano che gli ha dato i natali.

Discorso duro da digerire, soprattutto per chi nell’entusiasmo generale ritiene che Padre Paolo Benanti sia in realtà il più alto esponente che l’Italia poteva proporre e lo incensa come se fosse un giocatore della propria squadra, ma nei fatti non è così.

Il Vaticano ha dimostrato di sapersi giocare le sue carte mentre l’Italia ha preso un treno importante sul tema, portato dalla Premier all’attenzione dei consessi internazionali, ed avrà bisogno del consulente del papa per un ponte con l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Si può anche come

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