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Continuano le fake news sui dati social: Draghi è stato già dimenticato dagli Italiani

Tempo di lettura: 3 minuti. C’è differenza tra chi fa indagini OSINT per attività giornalistiche e chi viene pagato dai privati per farlo.

Pompare un premier detestato dalla maggior parte del popolo italiano non serve solo a tenerlo in fresco per altre crisi di Governo, ma è stato un tentativo per riciclare l’immagine di chi porta la non ben vista “agenda Draghi” nei suoi propositi elettorali.

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Tempo di lettura: 3 minuti.

Continua la strumentalizzazione dei dati social da parte dei quotidiani. Mario Draghi si è dimesso in data 21 luglio 2022 e dopo qualche settimana sono usciti sui quotidiani degli articoli che parlano di una Italia affranta sui social per la resa del Premier del Governo dei migliori.

L’argomento è stato già affrontato in precedenza, subito dopo le dimissioni, ma dinanzi ad un dato di questo tipo sbandierato nel mentre della campagna elettorale è chiara anche la matrice di un messaggio veicolato in questo modo.

Come sbugiardare la propaganda vestita da analisi

Nella ricerca a cura di Matrice Digitale, Draghi Asocial, i dati del dibattito su Draghi hanno espresso una media molto risicata sui social come Twitter dove è consentito ancora un dibattito politico meno stringente rispetto alle policy di Facebook che penalizzano contenuti informativi politici o attuali nel campo della finanza e della geopolitica.

I tweet in 17 mesi che hanno interessato il premier sono stati 1.900.000 circa che fanno una media di 112.000 tweets circa. Nella settimana successiva alla caduta del Governo Draghi, con i social freschi del dibattito sulla notizia dello scioglimento delle Camere, il Premier ha raccolto 291.000 tweets con il massimo dei rendimenti di “considerazioni” ottenuto appena per tre giorni: tanto è stata importante la caduta del Governo Italiani nel mondo social.

Considerando che la notizia del Draghi che manca agli italiani è uscita appena il 10 agosto e la media dei tweet espressa dal 24, tre giorni dopo il dibattito, al 9, che è il giorno prima della pubblicazione della ricerca, ma è sicuro sia stata chiusa il giorno 8 la media è di 113.268 tweets.

Superiori alla media sicuramente, ma c’è un dettaglio da non trascurare ed è per questo che è stata pubblicata la notizia di un Draghi ben voluto da tutta Italia: la parola “agenda”. Dare risalto alla figura di Draghi è stato un tentativo per riabilitare tutte le forze politiche che si sono spese per l’agenda Draghi, soprattutto PD e Terzo Polo, ma assistendo alle previsioni elettorali questo tentativo non è riuscito se non per far racimolare qualche consenso in più alle vedovelle dello stimato finanziere.

Ancora un altro dettaglio lo fornisce Google trends dove Mario Draghi, sia come termine di ricerca sia come personaggio sia come governo, ha il picco il giorno della caduta per poi riassestarsi.

Ritornando ai commenti espressi dal popolino, un campione casuale ci fornisce bene l’idea di quelli che sono stati i pareri succeduti nei giorni in cui secondo i media il consenso di Draghi aumentava.

Possono non bastare, ma proprio perché il sistema di gestione del sentiment è fallace sotto molti punti di vista, e più volte lo abbiamo rivendicato, Matrice Digitale per una questione di trasparenza verso i lettori, pubblica l’intero dataset dei commenti in modo da poter fornire una prova a supporto del fatto che anche i dati dei Social Media possono essere utilizzati per fare propaganda e “pompare” chi è stato chiamato dagli eletti a risolvere i problemi del Paese ed è stato mandato via senza che il popolo ne avesse nostalgia.

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Metaverso Politico: Meloni perde terreno, ma non c’è opposizione

Tempo di lettura: 6 minuti. Matrice Digitale pubblica l’analisi del Metaverso Politico di novembre che conferma il fronte critico su Meloni, ma denota l’assenza di una opposizione coesa

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Continua il viaggio nel Metaverso politico di Matrice Digitale nel mese di novembre. Dopo la rilevazione di ottobre, in cui avevamo anticipato i sondaggi di Pagnoncelli di un mese e previsto un calo di Giorgia Meloni, prima delle sconfitte politiche in Umbria e Emilia Romagna, questo mese emerge una nuova realtà: l’opposizione nel Paese è praticamente inesistente. Nonostante il calo di Giorgia Meloni, il Governo sta performando positivamente sui social network grazie all’assenza di una vera opposizione, evidenziata da una scarsa partecipazione e adesione del pubblico e di una frammentazione eccessiva con tre aree di posizionamento.

L’analisi del Metaverso Politico, esclusiva di Matrice Digitale, è stata sviluppata attraverso la piattaforma Antares. Sono stati analizzati i profili politici su X dei rappresentanti del Governo e dei partiti di Governo, suddivisi in Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Per l’opposizione, i profili analizzati includono Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Elly Schlein. Per il centro, sono stati classificati Matteo Renzi, Riccardo Magi ed Emma Bonino, mentre Carlo Calenda è stato considerato come candidato indipendente.

L’analisi ha totalizzato 256.379 tweet che hanno generato 4.835.910 “mi piace”, 802.182 condivisioni, 181.305.457 visualizzazioni e 622.504 commenti con 66.123 citazioni. Il periodo analizzato va dal 1° al 30 novembre 2004.

Risultati principali dell’analisi

Matteo Salvini si conferma leader per numero di tweet pubblicati: 112 tweet a novembre, con 180.000 “mi piace” e un engagement totale di 617.735. Giorgia Meloni, pur avendo pubblicato solo 38 tweet, ha ottenuto 585.940 “mi piace” e 18.957.687 visualizzazioni.

Carlo Calenda, con 34 tweet, e Antonio Tajani, con 83 tweet, seguono a distanza. Emma Bonino ha pubblicato solo 3 tweet, ottenendo circa 9.000 “mi piace”. Matteo Renzi e Riccardo Magi hanno ottenuto risultati simili, nonostante abbiano pubblicato rispettivamente 22 e 34 tweet. Come per il mese di settembre, Elly Schlein latita e non figura in classifica.

Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno pubblicato 41 e 45 tweet, ma il loro rendimento è stato modesto. Giuseppe Conte, con 47 tweet, ha raccolto 41.000 “mi piace” circa.

Il profilo più commentato è stato quello di Matteo Salvini, seguito da Giorgia Meloni. Nicola Fratoianni ha ricevuto molti commenti critici, evidenziando una polarizzazione del dibattito.

Indici di gradimento, viralità e dibattito

Giorgia Meloni domina gli indici di gradimento con la media più alta di “mi piace” per tweet e di interazioni (like, citazioni e condivisioni combinate). Anche Emma Bonino si distingue, pur con pochi tweet pubblicati. Salvini, Conte e Renzi seguono, mentre Angelo Bonelli, Maurizio Lupi e Antonio Tajani registrano performance inferiori.

Per le condivisioni, Meloni, Bonino, Salvini e Conte si confermano tra i leader, mentre Calenda perde posizioni nonostante la frequenza di pubblicazione. La differenza principale tra Calenda e Salvini è la capacità di quest’ultimo di generare un maggiore engagement.

Anche il dibattito politico ha visto Giorgia Meloni e Salvini al centro dell’attenzione, con Bonino che ha registrato un numero significativo di commenti, posizionandosi terza. Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni rimangono tra i politici più discussi.

Influencer del Metaverso Politico non collegati ai protagonisti analizzati

Tra gli influencer non direttamente collegati ai principali attori politici italiani, emerge Narendra Modi, premier indiano, che ha ottenuto il maggior numero di “mi piace”, insieme a Ivanka TrumpBricks News e le scuole dell’Austria Academy di Economia. Questi dati sottolineano una forte internazionalizzazione del dibattito politico italiano, evidenziandone la centralità. Diversi profili internazionali dimostrano un interesse crescente verso l’Italia e le sue dinamiche politiche.

Sul fronte dell’opposizione spicca Sirio, mentre il profilo Radiogenoa, noto per le sue posizioni filogovernative, mantiene una presenza rilevante. Inoltre, Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, appare in classifica, anche se perde posizioni. Tra i personaggi emergenti troviamo il profilo Megatron, che si distingue per l’analisi dei conflitti globali. Alessandro Orsini, noto per le sue analisi geopolitiche, supera Biden in termini di preferenze, guadagnando visibilità soprattutto sui temi inerenti lo scenario internazionale.

Coinvolgimento internazionale e risultati italiani

Questo mese ha registrato un’importante contaminazione di profili stranieri, molti dei quali hanno mostrato supporto alla Premier Giorgia Meloni. Nel panorama italiano, tra i più menzionati figurano MeloniSalvini e Conte. Colpisce la presenza di Elly Schlein, che, nonostante non abbia twittato, risulta il quarto profilo politico più rilevante, superata solo dal Vicepremier con delega agli Esteri, Antonio Tajani.

In termini di partiti politici, Fratelli d’Italia guida la classifica per menzioni, seguito dal Movimento 5 Stelle. Anche Elon Musk compare tra le menzioni insieme al Partito Democratico. Tra i ministri, il primo non capo di partito a emergere è Giuseppe ValditaraMaurizio Lupi, pur essendo presente in classifica, registra risultati limitati.

Media e dibattito politico

Tra i media, Il Fatto Quotidiano è il giornale più citato, seguito da La Repubblica. La Farnesina si distingue per il suo lavoro nella politica estera che attrae molti commenti negativi. Sul fronte internazionale, troviamo Donald Trump e Raffaele Fitto, il quale ha ricevuto menzioni per il suo ruolo nell’Unione Europea.

Tra gli argomenti di maggiore interesse figurano Trump, la questione albanese, il codice della strada, e il presidente Sergio Mattarella. Anche le trasmissioni televisive, come “Otto e Mezzo”, hanno contribuito al dibattito negli ultimi mesi. Netanyahu chiude la top 20.

Sentiment e commenti

Carlo Calenda è il politico con il maggior numero di consensi positivi, seguito da Elly Schlein e Giorgia Meloni. Nonostante i pochi tweet pubblicati, Meloni mantiene una forte presenza nelle analisi. In coda alla classifica troviamo Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che registrano il maggior numero di commenti negativi, insieme ad Antonio Tajani e Maurizio Lupi.

In termini di engagement complessivo, CalendaMeloni e Renzi sono i politici con le percentuali più basse di commenti negativi. Matrice Digitale ha evidenziato una correlazione tra l’indice di gradimento, l’indice di viralità e l’indice di dibattito, con il Governo che mantiene il consenso grazie al supporto del centrodestra.

Analisi dell’Autore

L’analisi del mese è molto chiara: ci troviamo di fronte a un governo che affronta una fronda di opposizione crescente sul social network di Elon Musk, come emerge dall’analisi dei commenti. Tuttavia, l’opposizione non riesce a essere incisiva, apparendo agli occhi degli utenti social compromessa in termini di credibilità.

Un discorso diverso riguarda AzioneMatteo RenziEmma Bonino e Riccardo Magi, che mantengono un engagement positivo da parte degli utenti. Questo risultato è significativo, poiché indica una tendenza a consolidare l’elettorato già acquisito. L’opposizione, invece, con Fratoianni e Bonelli, si trova in una posizione scomoda, soprattutto per le loro prese di posizione su temi come il caso dell’Albania e quello di Ilaria Salis, che incidono negativamente sulla percezione degli utenti non allineati al loro partito.

Dall’altro lato, il governo di centrodestra, a differenza di precedenti esperienze, riceve ripetuti appoggi internazionali, che ne rafforzano il consenso. Salvini e Meloni, nonostante il dissenso significativo che li circonda, continuano a godere di un favore consistente dell’opinione pubblica grazie anche agli endorsment Trumpiani.

Un altro elemento critico riguarda Antonio Tajani, che si trova a dover gestire questioni spinose come il conflitto in Ucraina e quello in Medio Oriente, con un impatto percepito negativamente. Nel frattempo, Maurizio Lupi, pur rappresentando una figura moderata e non incline a metodi polarizzanti, non riesce a sfondare sui social con il suo partito Noi Moderati, nonostante il supporto politico ricevuto. Questo ha creato malumori all’interno del centrodestra, specialmente con Forza Italia.

Un altro aspetto che dovrebbe far riflettere riguarda l’opposizione. Per ottenere maggiore efficacia, sarebbe necessario un maggiore coinvolgimento di Elly Schlein sui social. Nonostante la sua attività limitata sulla piattaforma, Schlein riceve commenti positivi. Questo suggerisce che la sua strategia di non pubblicare frequentemente potrebbe rivelarsi vincente: riduce le citazioni negative, ma le permette di ottenere pareri favorevoli indiretti sulla sua leadership del Partito Democratico.

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Prime Time: novembre di Capezzone e Del Debbio. Successo Report

Tempo di lettura: 6 minuti. Continua l’analisi esclusiva di Matrice Digitale sulle trasmissioni televisive di informazione del BelPaese e la loro portata sul social X di Musk

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Tempo di lettura: 6 minuti.

Continua la rilevazione di Matrice Digitale in esclusiva sui account e profili social legati al mondo della televisione italiana su X. Il mese di novembre ha portato cambiamenti significativi nello scenario televisivo, con diverse trasmissioni analizzate:

  • RAIReport e Porta a Porta.
  • MediasetFuori dal CoroQuarta RepubblicaDritto e Rovescio4 di sera weekendZona Bianca.
  • La7Piazza PulitaDi MartedìOtto e Mezzo.
  • Canale 9Che Tempo che Fa.

I dati di novembre

La ricerca di Matrice Digitale ha analizzato 94.332 tweet che hanno generato:

  • 1.148.980 like,
  • 183.126 condivisioni,
  • 13.240 citazioni,
  • 131.921 commenti.

I dati sui profili

Tra le trasmissioni analizzate, Che Tempo che Fa si conferma la più apprezzata dal pubblico sui social, grazie ai 599 tweet pubblicati nel mese di novembre che hanno raccolto oltre 200.000 like. Seguono Report di Rai 3, con 78.129 apprezzamenti, e Fuori dal Coro, che si distingue come la trasmissione Mediaset più gradita. Anche Quarta Repubblica e 4 di Sera registrano risultati significativi, attestandosi entrambe intorno ai 24.000 like. Tuttavia, Zona Bianca e Porta a Porta restano indietro, occupando stabilmente gli ultimi posti nella classifica dei mi piace.

Format TVTweetMi piaceRetweetCitazioniCommenti
Che Tempo Che Fa599200.50417.2241.9777.387
4 di sera15024.8143.91371114.348
Report13978.12925.4941.3566.867
Quarta Repubblica13024.4153.8467676.441
Piazzapulita – La712912.6033.0403946.856
Otto e Mezzo925.7559101453.470
Fuori dal coro8934.51411.6508282.589
diMartedì648.3641.6612024.233
È sempre Cartabianca551.02413819531
Dritto e rovescio5311.1291.6393976.617
Porta a Porta24201124156
Zona Bianca231351511126

Passando alle condivisioni, il quadro non cambia molto: Report si conferma leader indiscusso con 25.000 condivisioni, seguito da Che Tempo che Fa, che si ferma a 17.000, e Fuori dal Coro, che raggiunge quota 11.000. Anche in questa graduatoria, i fanalini di coda sono Zona Bianca e Porta a Porta, incapaci di generare un impatto significativo sulla rete.

Sul fronte dei commenti, è 4 di Sera a distinguersi, risultando la trasmissione con il maggiore coinvolgimento del pubblico grazie alla mole di discussioni generate. Subito dietro troviamo Che Tempo che FaQuarta RepubblicaPiazza Pulita e Dritto e Rovescio, che si attestano intorno ai 6.000 commenti ciascuna. In linea con le altre classifiche, Zona Bianca e Porta a Porta chiudono la graduatoria, incapaci di stimolare un dialogo vivace tra gli utenti.

Indici di gradimento, viralità e dibattito

Matrice Digitale ha anche analizzato le performance complessive delle trasmissioni attraverso tre indicatori specifici: gradimento, viralità e dibattito. Per quanto riguarda il gradimento, misurato sulla base della media dei like per tweet, Report si conferma in testa, seguito da Fuori dal Coro e Che Tempo che Fa. Quest’ultimo, però, sembra iniziare a perdere smalto rispetto ai mesi precedenti. In fondo alla classifica, come prevedibile, si trovano Zona Bianca e Porta a Porta.

L’indice di viralità, che combina citazioni e condivisioni per tweet, premia ancora una volta Report, con Fuori dal Coro e Dritto e Rovescio a ruota. Questi programmi, insieme a Quarta Repubblica, riescono a superare persino Che Tempo che Fa, che scivola più in basso in questa specifica analisi. Anche in questo caso, Zona Bianca e Porta a Porta occupano gli ultimi posti.

Infine, l’indice di dibattito, basato sul numero di commenti medi per post, vede prevalere Dritto e Rovescio, seguito da 4 di SeraDi Martedì e Piazza Pulita. Le trasmissioni di La7 riescono così a ritagliarsi uno spazio rilevante nella discussione online. Tuttavia, come negli altri indicatori, Zona Bianca e Porta a Porta restano in coda, confermando una scarsa capacità di attirare l’attenzione e stimolare il confronto.

Un elemento curioso emerso dall’analisi riguarda Sempre Carta Bianca, che si colloca stabilmente al terz’ultimo posto in tutte le classifiche. Questo risultato suggerisce una certa difficoltà nel competere con gli altri programmi, pur mantenendo una presenza costante.

Gli influencer del Prime Time

Anche questo mese, gli influencer collegati alle trasmissioni televisive non mostrano grandi cambiamenti in classifica. Tra i profili di spicco troviamo ancora Virna, Il Grande Faggello e Un Girovago, che si schierano apertamente in opposizione al governo Meloni. La7 continua a essere il canale televisivo più rappresentato al di fuori dei profili ufficiali dei format analizzati, con una forte presenza di figure comuni, ma anche di personaggi come Cristina Correani, la giurista Vitalba Azzolini e la politica Silvia Sardone. Da segnalare inoltre Davide Scifo, che si posiziona al quarto posto nella graduatoria ed è una voce più vicina alla destra.

Chi sono i desiderata del pubblico

Per quanto riguarda le menzioni, Daniele Capezzone si conferma il profilo più citato, seguito da Pierluigi Bersani. In evidenza anche la Premier Giorgia Meloni e il Vicepremier Matteo Salvini, i cui nomi entrano stabilmente nella classifica delle figure più discusse. Tra i conduttori, Fabio Fazio occupa il quarto posto, confermando la sua rilevanza nel panorama televisivo. Capezzone, in particolare, questo mese supera per gradimento Tommaso Cerno, che invece aveva dominato le rilevazioni legate alla stampa. Massimo Giannini, con la sua costante presenza sulle reti di La7, si colloca nella media classifica.

Tra i giornalisti, oltre a Tommaso Cerno, si distinguono Francesca Fagnani e Nicola Porro, il conduttore di Quarta Repubblica, che resta però dietro Paolo Del Debbio, protagonista indiscusso per Mediaset. La7 mantiene una forte presenza anche grazie al buon indice di gradimento degli influencer e alle analisi politiche. Da segnalare inoltre il ruolo del Canale 9, che con una sola trasmissione riesce a superare Mediaset Infinity.

Argomenti più discussi

Per quanto riguarda i temi discussi sui social, emergono figure come Gratteri, Bersani, Bannacci, Salvini, Musk e Lilly Gruber, insieme a un interesse per questioni legate agli Stati Uniti.

Sentiment format TV

Dal punto di vista del sentiment generale, Dritto e RovescioZona Bianca e Piazza Pulita sono i programmi che ricevono il maggior numero di commenti positivi. Al contrario, ReportOtto e Mezzo e Che Tempo che Fa sono in fondo alla classifica per quanto riguarda l’indice di sentiment positivo.

Quando si parla di commenti negativi, invece, Report occupa la prima posizione, seguita da Quarta Repubblica, che ha superato Che Tempo che Fa.

Indici di gradimento, viralità e dibattito per Reti

Analizzando il gradimento complessivo delle reti televisive, il Canale 9 si distingue grazie a una sola trasmissione, seguito da Rai, Mediaset e La7. L’indice di viralità vede prevalere Rai con Report, seguita da Mediaset, Canale 9 e La7. L’indice di dibattito, che misura il coinvolgimento del pubblico, è dominato da Mediaset, tallonata da La7, mentre Rai e Canale 9 si trovano in fondo.

Sentiment di Rete

Mediaset si distingue anche per il numero di commenti positivi, seguita da La7, Rai e Canale 9. Tuttavia, i commenti negativi vedono tutte le reti equamente coinvolte, con Rai e Canale 9 che registrano un volume significativo.

Analisi dell’autore

Un’analisi più approfondita evidenzia come Report della Rai abbia recuperato posizioni grazie alla sua capacità di attirare attenzione e generare viralità, pur pagando il prezzo di un maggior numero di commenti negativi. Che Tempo che Fa comincia invece a soffrire la concorrenza e l’assenza in Rai sembra pesare, con Fabio Fazio che, su Canale 9, tenta di mantenere viva l’attenzione intorno al programma riuscendoci anche grazie alla sua base personale.

Per Mediaset, Paolo Del Debbio emerge come una figura centrale, con Dritto e Rovescio che supera Quarta Repubblica sotto tutti gli indici, inclusi quelli legati al dibattito e con 4 di sera che coinvolge le masse sui social. Mario Giordano, invece, continua a sostenere il suo pubblico di nicchia, anche se il ritorno sui social sembra mirato a contenere una perdita di notorietà rispetto a quella guadagnata soprattutto da Porro.

Infine, Piazza Pulita di La7 raccoglie consensi significativi, ma deve affrontare la forte concorrenza della Rai e di Mediaset. Anche Canale 9, con la sola presenza di Che Tempo che Fa, riesce a ritagliarsi un ruolo importante nel panorama televisivo. Tuttavia, Mediaset si trova a dover fare i conti con i risultati deludenti di Sempre Carta Bianca e Zona Bianca, che non riescono a decollare nonostante le loro ambizioni.

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Brogli elettorali in USA: Donald Trump è al suo terzo mandato?

Tempo di lettura: 8 minuti. Donald Trump ha vinto le elezioni USA con 450.000 voti in più e 10 milioni di voti in meno del Partito Democratico.

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La notizia dei brogli nelle elezioni del 2020 ha portato la democrazia più importante del mondo a vivere il momento dell’assedio di Capitol Hill. A distanza di 4 anni, le ultime elezioni USA si sono confuse ancora una volta con quelle del Messico in virtù di due attentati a Donald Trump e un pò a quelle italiane con le registrazioni di Epstein dove parla del suo rapporto con il Tycoon noto per le sue perversioni sessuali che gli sono costate multe salatissime.

Quello che però non torna al grande pubblico è l’esito delle ultime elezioni dove il Partito Democratico ha incassato una sonora sconfitta perdendo una decina di milioni di voti con Trump che ha guadagnato appena 450.000 voti.

Secondo molti è la prova dei brogli della scorsa tornata elettorale unitamente alla notizia che Kamala Harris abbia vinto negli stati dove non è richiesto il voto di identità. Matrice Digitale ha verificato i dati e li serve freddi al grande pubblico con l’intento e la speranza di fugare qualsiasi dubbio sugli imbrogli che potrebbero aver decretato il terzo mandato di Trump alla Casa Bianca.

Le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 hanno evidenziato significative differenze rispetto al 2020, sia a livello nazionale che nei cosiddetti “Swing States”, gli stati in bilico che spesso determinano l’esito elettorale.

Differenze a livello nazionale

Partecipazione elettorale: Nel 2024 si è registrato un calo dell’affluenza rispetto al 2020, con una diminuzione significativa dei voti per la candidata democratica Kamala Harris rispetto a quelli ottenuti da Joe Biden nel 2020. Questo calo ha contribuito alla vittoria di Donald Trump, che ha ottenuto oltre il 50% del voto popolare, ridisegnando la mappa politica americana. 

Cambiamenti demografici: Si è osservato un aumento del sostegno a Trump tra gli elettori ispanici, che in precedenza tendevano a favorire i democratici. Questo spostamento è stato particolarmente evidente in contee come Osceola in Florida e Starr in Texas.

Differenze negli Swing States

Gli Swing States, noti per la loro imprevedibilità elettorale, hanno mostrato cambiamenti significativi tra il 2020 e il 2024:

  • Arizona: Nel 2020, l’Arizona aveva sostenuto il candidato democratico Joe Biden. Nel 2024, tuttavia, ha virato verso il repubblicano Donald Trump, contribuendo alla sua vittoria complessiva. 
  • Georgia: Similmente, la Georgia, che nel 2020 aveva votato per Biden, nel 2024 ha sostenuto Trump, indicando un cambiamento nelle preferenze elettorali dello stato. 
  • Michigan, Pennsylvania e Wisconsin: Questi stati, parte della cosiddetta “Blue Wall” democratica, avevano sostenuto Biden nel 2020. Nel 2024, tuttavia, hanno virato verso Trump, segnando una significativa inversione di tendenza. 
  • Nevada: Tradizionalmente uno stato in bilico, il Nevada ha mostrato un cambiamento verso i repubblicani nel 2024, contribuendo alla vittoria di Trump. 
  • North Carolina: La Carolina del Nord, spesso considerata uno stato in bilico, ha sostenuto Trump sia nel 2020 che nel 2024, consolidando la sua posizione repubblicana. 

Questi cambiamenti negli Swing States hanno avuto un impatto significativo sull’esito delle elezioni del 2024, evidenziando una riorganizzazione delle alleanze politiche e delle preferenze degli elettori rispetto al 2020.

Qual è stato il quantitativo del calo di affluenza?

Nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, si è registrato un calo dell’affluenza rispetto al 2020, fenomeno che ha avuto un impatto significativo sull’esito elettorale.

Impatto del calo di affluenza:

Il calo dell’affluenza ha danneggiato principalmente il Partito Democratico. In particolare, la candidata Kamala Harris ha ottenuto meno voti rispetto a Joe Biden nel 2020, mentre Donald Trump ha mantenuto una base elettorale più stabile. Questo ha contribuito alla vittoria di Trump nel 2024. 

Stati con il maggior calo di affluenza:

Il calo dell’affluenza è stato più pronunciato in alcuni Swing States, che spesso determinano l’esito delle elezioni:

  • Pennsylvania: Si è osservato un significativo calo della partecipazione, soprattutto tra gli elettori afroamericani, una fascia demografica cruciale per i democratici. 
  • Georgia: Anche qui, la diminuzione dell’affluenza ha penalizzato i democratici, contribuendo al successo di Trump nello stato.

Percentuale del calo di affluenza:

A livello nazionale, l’affluenza è diminuita di circa il 5% rispetto al 2020. Tuttavia, in alcuni Swing States, il calo è stato più marcato, raggiungendo punte del 7-8%. Questo decremento ha avuto un impatto significativo sull’esito elettorale, favorendo il candidato repubblicano. 

In sintesi, il calo dell’affluenza nelle elezioni del 2024 ha avuto un impatto negativo soprattutto sul Partito Democratico, con effetti particolarmente rilevanti in stati chiave come Pennsylvania e Georgia.

Sulla base dei tuoi calcoli, quanti voti ha perso Kamala Harris e quanti voti ha ottenuto Trump?

Nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, Donald Trump ha ottenuto 74,65 milioni di voti, mentre Kamala Harris ne ha ricevuti 70,9 milioni. Rispetto alle elezioni del 2020, dove Joe Biden aveva ottenuto circa 81,3 milioni di voti e Donald Trump circa 74,2 milioni, si osserva quanto segue:

Come è possibile che la media di affluenza sia stata tra il 3 ed il 7 e Kamala ha perso puù del 10% di voti?

La discrepanza tra il calo dell’affluenza (tra il 3% e il 7%) e la perdita di oltre il 10% dei voti di Kamala Harris rispetto a Joe Biden nel 2020 può essere spiegata da diversi fattori:

La discrepanza tra il calo dell’affluenza (tra il 3% e il 7%) e la perdita di oltre il 10% dei voti di Kamala Harris rispetto a Joe Biden nel 2020 può essere spiegata da diversi fattori:

  1. Differenze nella mobilitazione dell’elettorato: Sebbene il calo dell’affluenza sia stato tra il 3% e il 7% a livello nazionale, ciò non implica che la distribuzione dei voti sia stata uniforme. È possibile che ci siano stati gruppi demografici, tradizionalmente sostenitori dei democratici, che abbiano partecipato in percentuali notevolmente inferiori rispetto al 2020. Ad esempio, una diminuzione significativa della partecipazione di elettori giovani, afroamericani o latinos avrebbe avuto un impatto maggiore sui voti democratici.
  2. Variazioni nella partecipazione degli elettori indipendenti: Gli elettori indipendenti spesso determinano l’esito delle elezioni nei cosiddetti Swing States. Se questi elettori hanno preferito non votare o hanno scelto in misura maggiore il candidato repubblicano, questo potrebbe aver amplificato la perdita di voti per Harris.
  3. Redistribuzione del supporto elettorale: Un calo dell’affluenza non implica necessariamente una riduzione uniforme dei voti per entrambi i partiti. In alcune aree, gli elettori democratici potrebbero aver scelto di non votare, mentre gli elettori repubblicani sono rimasti motivati. Questo squilibrio può portare a un calo maggiore del totale dei voti per Harris, anche con un’affluenza che è diminuita solo di pochi punti percentuali.
  4. Effetto Trump: Trump ha mantenuto una base di elettori particolarmente leale, il che potrebbe aver contribuito a una mobilitazione relativamente alta per i repubblicani nonostante la generale diminuzione dell’affluenza. Al contrario, l’entusiasmo per Kamala Harris potrebbe non essere stato allo stesso livello di quello visto per Biden nel 2020, portando a una perdita sproporzionata di voti.
  5. Effetto degli Swing States: Negli Swing States, dove l’affluenza è cruciale, il calo potrebbe essere stato più marcato per gli elettori democratici rispetto a quelli repubblicani. Questo è particolarmente vero in stati come Pennsylvania, Georgia e Michigan, dove i margini di vittoria sono spesso molto ridotti.

E’ vero che Kamala Harris ha vinto solo negli stati dove non era presente il riconoscimento attraverso carta di identità ai seggi?

La dichiarazione secondo cui Kamala Harris avrebbe vinto solo negli stati che non richiedono l’identificazione degli elettori è falsa. Harris ha ottenuto vittorie sia in stati che richiedono un documento d’identità per votare, sia in quelli che non lo richiedono. Ad esempio, ha vinto in stati come New York e Illinois, che non richiedono l’identificazione, ma anche in stati come Colorado e Delaware, dove è richiesta. 

Per quanto riguarda i voti per corrispondenza, i dati specifici sul numero esatto di voti postali ricevuti da ciascun candidato nelle elezioni del 2024 non sono stati resi pubblici. Tuttavia, è noto che il voto per corrispondenza ha avuto un ruolo significativo nelle elezioni recenti, con una maggiore propensione degli elettori democratici a utilizzare questo metodo rispetto ai repubblicani. Questo trend era già evidente nelle elezioni del 2020 e si è presumibilmente mantenuto nel 2024.

L’analisi di Chance Gardiner: cosa non torna

Il thread su X di Chance Giardiniere offre una riflessione critica sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 e del 2024, confrontando i risultati ottenuti da Biden-Harris e da Donald Trump, con particolare attenzione ai presunti problemi legati ai voti postali e alla verifica dell’identità degli elettori.

Nel 2020, la combinazione Biden-Harris ottenne 81,3 milioni di voti, con circa il 60% dei voti ricevuti tramite posta, mentre Trump raccolse 74,2 milioni di voti, di cui solo il 32% per posta. In termini di voti nei seggi fisici, Trump superò Biden con 50,5 milioni di voti rispetto ai 32,5 milioni ottenuti dai democratici. Questo evidenzia un notevole divario tra le modalità di voto preferite dagli elettori delle due parti: mentre i sostenitori democratici scelsero prevalentemente il voto per posta, gli elettori repubblicani preferirono votare di persona.

Nel 2024, Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza, ottenne 69,1 milioni di voti, registrando una perdita di 4,3 milioni di voti rispetto a Trump, e una diminuzione significativa di 12,2 milioni di voti rispetto a quanto ottenuto dalla combinazione Biden-Harris nel 2020. Trump, invece, subì un calo modesto di 816.240 voti rispetto al 2020, consolidando comunque una base elettorale piuttosto stabile. Secondo Chance, questo risultato dimostra come Harris non sia riuscita a mantenere il livello di sostegno raggiunto nel 2020, evidenziando una debolezza nella capacità di mobilitare l’elettorato democratico.

Un altro aspetto sollevato da Chance riguarda la distribuzione delle vittorie tra gli stati. Nel 2020, Biden-Harris vinsero principalmente in stati dove non era richiesta una verifica stringente dell’identità degli elettori, come l’assenza di obbligo di presentare un documento con foto. Nel 2024, Kamala Harris riuscì a vincere soltanto in alcuni di questi stessi stati, suggerendo che le condizioni meno rigide per l’identificazione degli elettori abbiano potuto favorire i risultati democratici.

Il Servizio Postale degli Stati Uniti (USPS) spedì un numero record di 136 milioni di schede elettorali postali nel 2020, ma solo una parte relativamente piccola venne utilizzata dagli elettori di Trump, con circa 23,75 milioni di schede votate. Secondo Chance, questo lascia circa 112 milioni di schede che potrebbero aver vagato per il paese senza un controllo adeguato, alimentando dubbi sulla sicurezza del voto per posta. Sebbene parte di queste schede siano state legittimamente utilizzate da elettori di Biden, Chance mette in discussione la validità di tutti i 48,8 milioni di voti postali ricevuti dai democratici, soprattutto negli stati che limitavano le verifiche sull’identità degli elettori.

Un punto centrale del thread riguarda la vittoria di Biden-Harris nel 2020, che secondo Chance non fu determinata dai 17,9 milioni di voti in più complessivamente ottenuti, ma piuttosto da pochi voti postali di differenza in alcuni stati chiave. Ad esempio, Biden vinse la Georgia per soli 11.779 voti e la Pennsylvania per 80.555 voti, margini esigui che alimentarono le contestazioni del risultato da parte di Trump.

Infine, Chance menziona il caso del segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, il quale, pur definendo le accuse di Trump come complottiste, ammise che alcuni voti irregolari furono effettivamente contati, tra cui quelli di quattro elettori deceduti. Questo, secondo Chance, prova la vulnerabilità del sistema elettorale e la possibilità di frodi, sollevando critiche sulla mancata apertura di indagini penali in merito, nonostante le evidenze di possibili irregolarità.

In sintesi, il thread di Chance Giardiniere è una critica approfondita sulle modalità di voto e sulla sicurezza elettorale nelle elezioni del 2020 e del 2024. Egli sottolinea come le discrepanze nei voti postali e la mancanza di rigorose verifiche sull’identità degli elettori abbiano influito sui risultati, suggerendo che questi fattori abbiano favorito i candidati democratici in entrambi gli anni.

Analisi dell’autore

George Floyd e il Covid hanno decretato la sconfitta di Trump alle scorse elezioni. L’autopsia ufficiale ha indicato che la causa della morte di Floyd è stata “arresto cardiopolmonare complicato da contenzione, compressione del collo e delle vie respiratorie“. La morte di George Floyd ha scatenato una serie di proteste globali contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, dando vita al movimento “Black Lives Matter”. Quel movimento ha portato la popolazione afroamericana a scendere in massa per portare voti a Joe Biden che si era promesso di pagare le spese legali agli autori delle proteste al limite della legge. Questa situazione ha portato il collettivo di Anonymous ed il movimento Black Live Matters a catalizzare l’attenzione su Twitter, screditando la reputazione di Trump nel mentre si vivevano i momenti più bui del Covid in tutto il mondo. Come già anticipato in altre inchieste dedicate alle elezioni statunitensi, un ruolo fondamentale è stato svolto da Elon Musk che ha trasformato il social media X in un’arma che ha neutralizzato le altre piattaforme che si sono defilate da una debole Kamala Harris, Mark Zuckerberg in primis, con solo Bill Gates a portare sostegno ufficiale alla candidata DEM. Questo però non ha assopito la componente DEM sul campo di battaglia mediatico come analizzato in esclusiva da Matrice Digitale pochi giorni prima delle elezioni. Quello che è calato vertiginosamente è stato il dato della comunità afro, capitanato dagli Obama che hanno provato in tutti i modi e fino all’ultimo a portare acqua al mulino della Harris, non riuscendoci. Ovvio e già appurato che ad aver fatto la differenza sia stata la situazione economica positiva sulla carta, ma inefficiente dal punto di vista della percezione: essendo l’inflazione un problema molto sentito negli USA.

Fonti:

Dati elezioni 2020: Wikipedia

Dati elezioni 2024: Google

Ispi Online Vanity Fair New York Post El País Open

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