Sommario
Gennaio 2025 si è rivelato un mese critico per il settore dell’informazione italiana, una vera emorragia nelle vendite dei quotidiani, con dati che dipingono un quadro sconfortante per la carta stampata. Il web, pur essendo una componente chiave della distribuzione dell’informazione, non ha saputo attrarre le masse, lasciando il peso della narrazione ai social media, agli editori e ai giornalisti, questi ultimi sempre più schiacciati da un mercato che non è più né competitivo né remunerativo. Il problema non è nelle capacità individuali dei professionisti del settore, ma in un modello che non riesce più a garantire sostenibilità economica e che vede il giornalismo trasformarsi in un campo di battaglia in cui la visibilità si gioca sulla capacità di generare coinvolgimento piuttosto che sulla qualità dell’informazione.
L’analisi di Matrice Digitale, Mainstream, un progetto che affonda le sue radici nel 2007 e che si consolida nel 2025, ha preso in esame il comportamento digitale dei principali quotidiani italiani, valutandone non solo il peso nel dibattito pubblico, ma anche il loro posizionamento rispetto alla linea ideologica e alla fede religiosa. Lo studio si è concentrato sulle testate Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il Manifesto, La Verità, Il Tempo, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Quotidiano Libero e Avvenire, evidenziando i punti di forza e le criticità del giornalismo digitale in un contesto in rapida trasformazione.
L’analisi di Matrice Digitale
I dati raccolti hanno analizzato 149.080 tweets che hanno generato 678.888 mi piace, 96.568 condivisioni, 10.064 citazioni e 88.309 commenti. Nonostante il volume di partecipazione, l’approfondimento lascia spazio a dinamiche di conflitto piuttosto che a una discussione costruttiva.

Matrice Digitale ha calcolato i principali indicatori che determinano l’influenza di una testata nel contesto digitale. L’indice di gradimento, ottenuto dividendo il numero di like per il numero di tweet, ha premiato La Verità e Il Manifesto, che risultano i giornali più apprezzati, seguiti dal Corriere della Sera. Subito dopo si posiziona La Stampa, che nel mese di gennaio ha oscillato tra la terza e la quarta posizione in termini di coinvolgimento. Anche l’indice di viralità, che misura la capacità di un contenuto di diffondersi sulla rete, ha visto Il Manifesto e La Verità dominare la classifica, mentre Il Fatto Quotidiano, al terzo posto, ha superato di gran lunga La Stampa di Torino in termini di interazione.
L’indice di dibattito, che misura la capacità delle testate di innescare discussioni, conferma ancora una volta Il Manifesto, La Verità e Il Fatto Quotidiano come le testate più influenti all’interno dell’ecosistema digitale. All’estremo opposto, Il Giornale, Il Tempo e Avvenire si sono rivelati poco incisivi nella generazione di engagement, alternandosi negli ultimi posti delle classifiche per gradimento, viralità e discussione. Il quotidiano Avvenire, in particolare, continua a detenere la posizione di testata meno coinvolgente tra quelle analizzate, incapace di innescare un dibattito significativo.
Gli influencer della Carta Stampata on Line

L’analisi ha evidenziato anche quali siano le figure più influenti nel giornalismo digitale, sia internamente alle redazioni che esterne al circuito tradizionale. Tra i professionisti più acclamati dalla critica e più seguiti dal pubblico, emergono Tommaso Cerno, Peter Gomez e Daniele Capezzone, ai quali si affiancano Nello Scavo, primo per Avvenire, e Bonifacio Castellane, il nome di punta per La Verità.
Chi sono quelli più menzionati?
Dal punto di vista delle menzioni, le figure più discusse dal pubblico sono state Peter Gomez, Massimo Giannini, Paolo Berizzi e Tommaso Cerno.

L’indagine ha evidenziato inoltre il peso della politica e degli influencer esterni al giornalismo tradizionale. Matteo Renzi è stato il politico più menzionato nel mese di gennaio, mentre tra le personalità emergenti nel dibattito digitale spicca Andrea Stroppa, che rappresenta gli interessi di Elon Musk in Italia ed è presente anche nella classifica dei più graditi. Sul fronte dei partiti politici, Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, è stato il nome più gradito tra le figure che si collocano al di fuori del mainstream politico dominante.
Un altro elemento di rilievo è rappresentato dalla crescente influenza delle trasmissioni televisive nel dibattito digitale. Quarta Repubblica, in particolare, si è posizionata tra i format più discussi, confermando come l’informazione si stia sempre più muovendo in uno spazio ibrido tra giornalismo tradizionale e nuovi canali di diffusione.
Argomenti più trattati
Gli argomenti che hanno dominato il dibattito informativo nel mese di gennaio hanno evidenziato, ancora una volta, la tendenza dei quotidiani a ottenere risultati non solo attraverso la cronaca politica e le hard news, come dimostrato da una ricerca condotta dal professor Gambaro e dal professor Puglisi, ma anche grazie a contenuti di puro intrattenimento. Tra i temi più discussi nel mese di gennaio, oltre a Giorgia Meloni e Donald Trump, spicca la presenza del Grande Fratello, a dimostrazione del fatto che il pubblico italiano continua a ricercare contenuti di svago, anche all’interno di piattaforme solitamente dedicate alla politica e all’attualità. Il caso AlMasri, seguito da Gaza e Salvini, ha avuto un impatto significativo nel dibattito, contribuendo a una discussione accesa sulle piattaforme social mentre la notizia positiva di Cecilia Sala e del suo rilascio lampo segue dopo lo scandalo libico.

Per quanto riguarda il dissenso nei confronti del governo, sottoforma di attivismo digitale, i profili ed i contenuti critici nei confronti dell’esecutivo come “governo della vergogna” e “Meloni vergogna nazionale” sono state ricorrenti nei commenti sui social, sebbene il tasso complessivo di partecipazione a questo tipo di discussioni si sia attestato attorno al 5% del totale.
Analisi del sentiment

L’analisi del sentiment realizzata con la piattaforma Aldebaran ha permesso di approfondire ulteriormente il rapporto tra le testate e il loro pubblico. La Verità è risultata la testata più divisiva, con una quota molto elevata di commenti negativi, ma anche con una forte presenza di commenti positivi, segno di una base di lettori molto fidelizzata. Libero ha ottenuto una percentuale di 80% di commenti positivi, mentre Corriere della Sera e Il Manifesto hanno mostrato un trend simile, con una prevalenza di commenti neutri. Repubblica, al contrario, si è confermata tra le testate più polarizzanti, con una bassa percentuale di commenti positivi, una caratteristica condivisa anche con La Stampa.