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Il think tank Australian Strategic Policy Institute (ASPI) ha affermato giovedì che i prodotti abilitati all’IA di fabbricazione cinese dovrebbero suscitare preoccupazioni simili a quelle per l’attrezzatura 5G proveniente dal Medio Regno e, pertanto, dovrebbero essere regolamentati.
Le preoccupazioni sulla 5G cinese
I corpi governativi dell’Occidente hanno classificato l’attrezzatura 5G cinese nei sistemi nazionali come un rischio per la sicurezza dal 2019, risultando in divieti e costosi programmi di ripristino e sostituzione. Le preoccupazioni includono possibili backdoor che permettono lo spionaggio e l’obbligo delle aziende cinesi di conformarsi a Pechino, indipendentemente da ciò che richiede. Huawei ha sempre negato queste affermazioni.
Il rischio dell’IA
In un rapporto intitolato “De-risking Authoritarian AI”, Simeon Gilding dell’ASPI ha sostenuto che i prodotti abilitati all’IA presentano forse un rischio ancora maggiore rispetto al 5G, che è anche più difficile da mitigare. Mentre il 5G è ancora per lo più limitato alle telecomunicazioni e quindi limitato in termini di portata e costi, l’IA sta iniziando a toccare tutti gli aspetti della vita umana in un modo a cui gli umani si abitueranno.
Raccomandazioni dell’ASPI
L’ASPI raccomanda un quadro di tre parti di audit, red teaming e regolamentazione dei prodotti abilitati all’IA. L’audit comporterebbe la valutazione di quanto sia critico il sistema per i servizi essenziali, la salute pubblica e la sicurezza, i processi democratici, i mercati aperti, la libertà di parola e lo stato di diritto. Esaminerebbe anche la scala di esposizione a un prodotto o servizio.