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Sicurezza Informatica

Caso CrowdStrike: l’informazione sulla sicurezza informatica è una cosa seria

Tempo di lettura: 5 minuti. Il caso CrowdStrike ha dato vita ad improvvisazioni sulla stampa con notizie date in modo frettoloso, ma c’è chi anche questa volta ha fatto il suo dovere

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In questi giorni di caos made in CrowdStrike si è assistito al classico giochino che piace tanto agli amici di Google in attesa del reddito universale promesso da Paolo Benanti e dalle sue Commissioni ai giornalisti che hanno un lavoro, quindi agli editori, e non a chi il lavoro non ce l’ha. Uscire prima su una notizia anche se questa viene data in modo errato. Eppure bastava seguire riviste specializzate che svolgono con costanza ogni giorno il lavoro giornalistico sulle tematiche cyber per comprendere come stavano realmente le cose.

L’errore fatto da molti è stato quello di associare il down di Windows, alle responsabilità di Microsoft, ma in realtà quello che ha creato il pasticcio è stato “l’antivirus” che ha buttato giù interi sistemi informatici censiti in circa 8 milioni di unità come raccontato in prima battuta da Matrice Digitale. Cosa ancora più curiosa è che l’azienda sconosciuta ai più è stata accusata da Donald Trump di ospitare delle informazioni scottanti non solo sul suo conto, ma anche su presunti affari dei democratici USA tra cui Clinton, Biden, Nuland e tutti i protagonisti della rivoluzione Ucraina che è poi sfociata in guerra con l’invasione della Russia e alla richiesta di impeachment contro Trump.

Nel 2019, l’ex presidente ha sollevato dubbi su CrowdStrike durante una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Trump ha suggerito che l’Ucraina avrebbe potuto possedere il server del DNC, Comitato nazionale democratico (DNC), mettendo in dubbio le scoperte di CrowdStrike. Questa controversia ha contribuito al primo tentativo di impeachment contro Trump andato a vuoto.

A fare da contorno al problema c’è la corsa alla dichiarazione di esperti che provano a posizionare più le proprie professionalità e meno le giuste spiegazioni ad un pubblico a corto di informazioni sul tema. Non tutti sono divulgatori capaci o liberi dagli schemi del mercato e Matrice Digitale ha raccolto quelle che ritiene le dichiarazioni più interessanti pubblicate online, diverse tra loro per tipo di approccio alla notizia.

Critiche e responsabilità secondo Roberto Beneduci

Roberto Beneduci, fondatore e CEO di CoreTech, ha recentemente espresso il suo sconcerto riguardo alla reazione pubblica agli incidenti informatici verificatisi il giorno precedente. L’evento ha evidenziato non solo i problemi tecnici, ma anche l’erronea attribuzione delle colpe, inizialmente assegnate a Microsoft invece che al reale responsabile, CrowdStrike.

Beneduci ha paragonato la situazione a un’escavatrice che taglia i cavi delle linee internet e i giornali che titolano: “Italia ferma, TIM non funziona!”, sottolineando quanto sia facile sbagliare nel giudicare le cause dei problemi informatici.

Egli ha inoltre ricordato episodi divertenti in cui alcuni clienti chiamavano lamentandosi del malfunzionamento del PC, solo per scoprire che mancava la corrente in ufficio.

La questione principale, secondo Beneduci, è che gli esperti del settore tecnologico, tra cui giornalisti, blogger, youtuber e influencer, dovrebbero fare maggiore attenzione nell’assegnare le colpe. Infatti, pur essendo Microsoft un nome molto conosciuto, è professionalmente scorretto e deontologicamente aberrante non considerare la responsabilità di CrowdStrike.

Beneduci si chiede se sia corretto incolpare Microsoft solo perché fornisce il sistema operativo, sottolineando che un sistema operativo, come Windows, consente a terzi di operare a vari livelli, fino al controllo dell’hardware. Questo significa che anche altri software possono creare problemi, come dimostrato dall’incidente con CrowdStrike. Anche sistemi operativi come Linux non impediscono agli utenti di fare danni se non usati correttamente.

Il punto cruciale è che, mentre un sistema operativo permette di fare certe cose, è responsabilità di chi sviluppa il software assicurarsi che non ci siano danni. Questo incidente mostra quanto sia facile cercare di fare scoop puntando a massimizzare l’audience anche veicolando informazioni false.

Down di CrowdStrike: l’analisi tecnica di De Lucia

Il 19 luglio 2024, CrowdStrike ha subito una significativa interruzione operativa a causa di un aggiornamento difettoso del suo software Falcon Sensor per sistemi Windows. L’incidente ha causato il temuto Blue Screen of Death (BSOD) su numerosi dispositivi, provocando disagi per molte aziende che si affidano alla piattaforma Falcon per la protezione degli endpoint ed Emanuele De Lucia, esperto di cybersecurity, si è preso la briga di analizzarne il caso studio

La causa dell’incidente è stata rintracciata in un aggiornamento di configurazione del Falcon Sensor, volto a migliorare la sicurezza contro i named pipe malevoli. Tuttavia, l’aggiornamento ha introdotto un errore logico che ha portato al malfunzionamento del Falcon Sensor. CrowdStrike ha reagito prontamente, rilasciando una correzione entro un’ora e mezza dall’incidente e lavorando per ripristinare i sistemi dei clienti.

L’errore critico risiedeva nel file di configurazione “Channel File 291”, processato dal driver CSAgent.sys del Falcon Sensor. Questo driver gestisce l’interazione con il kernel di Windows, implementando una serie di funzionalità critiche per la sicurezza e il monitoraggio. Tra queste, il filtraggio del file system, la tracciatura degli eventi (ETW), la comunicazione inter-processo (IPC), la gestione della memoria e delle comunicazioni di rete.

L’aggiornamento difettoso ha introdotto un errore nella gestione dei named pipe, un meccanismo di comunicazione inter-processo essenziale in Windows. Le problematiche includevano errori di allocazione della memoria e dereferenziazioni di puntatori nulli, che hanno portato ai crash di sistema. Il codice del driver CSAgent.sys è complesso e ottimizzato, ma anche i piccoli errori possono avere conseguenze disastrose in ambienti così delicati.

Microsoft ha subito un Data Breach?

Il down dei sistemi Microsoft, che ha creato disagi al mondo intero, “non è causato da un attacco hacker, ma da una falla di un software di cybersicurezza e, nello specifico, da un errore di configurazione che non si è aggiornato correttamente, generando interruzioni di servizi”. Così ha dichiarato l’avvocato Andrea Lisi, presidente di ANORC Professioni ed esperto in diritto dell’informatica e privacy, spiegando che “questo episodio è qualificabile come una violazione di dati (data breach)”.

Lisi ha sottolineato che una violazione di sicurezza, anche accidentale, che comporta la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali, deve essere considerata un data breach. Anche l’indisponibilità temporanea di accesso a dati personali, causata da un malfunzionamento di un sistema, rientra in questa categoria.

Lisi ha poi evidenziato come questa vicenda mostri un paradosso: una violazione di dati è probabilmente attribuibile a una soluzione che dovrebbe prevenire tali violazioni. Questo episodio, come molti altri che coinvolgono grandi player, dimostra l’importanza di portare avanti l’innovazione digitale, valutando però anche le fragilità su cui è basata.

Crowdstrike perde colpi ed i russi bannati dagli USA se la ridono

Kaspersky, bannata dagli USA che mantiene invece i rapporti con CrowdStrike, ha rilasciato una dichiarazione critica spiegando che per evitare situazioni simili, i fornitori di sicurezza informatica devono prestare la massima attenzione alla qualità degli aggiornamenti che rilasciano. In Kaspersky, tutti gli aggiornamenti sono sottoposti a numerosi test e controlli interni e finché questi non vengono superati, l’aggiornamento non viene distribuito ai clienti. Dal 2009, gestiamo un framework interno per prevenire guasti di massa tra i nostri clienti, sottoponendo ogni aggiornamento a un controllo di qualità multilivello. Questo processo consente di risolvere eventuali problemi prima del rilascio, di analizzare le cause alla radice e di sviluppare misure preventive.

Il danno poteva essere minore?

È inoltre fondamentale adottare il criterio del rilascio graduale degli aggiornamenti. Questo significa che gli aggiornamenti non vengono distribuiti globalmente a tutti i clienti contemporaneamente, ma gradualmente, permettendo di localizzare e risolvere rapidamente eventuali problemi imprevisti. Monitoriamo e rispondiamo immediatamente a qualsiasi situazione, sospendendo tempestivamente gli aggiornamenti in caso di necessità.

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Sicurezza Informatica

HubPhish, targeting politico e vulnerabilità critiche

Tempo di lettura: 3 minuti. HubPhish, targeting politico e vulnerabilità critiche: analisi delle minacce e linee guida di sicurezza di CISA per dispositivi mobili e reti.

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Le recenti analisi di esperti di sicurezza mettono in evidenza campagne sofisticate come HubPhish, che sfrutta strumenti di HubSpot per attacchi di phishing su larga scala, e azioni legali contro pratiche di targeting politico illecito in Europa. Parallelamente, CISA introduce linee guida per comunicazioni mobili sicure e aggiunge nuove vulnerabilità critiche al suo catalogo.

HubPhish: campagne di phishing sofisticate tramite HubSpot

Il gruppo responsabile della campagna HubPhish, individuato da Palo Alto Networks Unit 42, ha preso di mira oltre 20.000 utenti aziendali in Europa, utilizzando i servizi di HubSpot Free Form Builder per ingannare le vittime. I cybercriminali inviavano email di phishing a tema DocuSign che reindirizzavano a falsi login di Office 365, mirati a sottrarre credenziali.

La campagna sfrutta domini ospitati su TLD .buzz e infrastrutture come Bulletproof VPS per garantire persistenza nei sistemi compromessi. Gli attori aggiungono nuovi dispositivi sotto il loro controllo negli account compromessi, continuando con movimenti laterali verso infrastrutture Microsoft Azure per accedere a risorse cloud.

Questo esempio di phishing avanzato dimostra come i servizi legittimi possano essere abusati per campagne malevole, evidenziando la necessità di rigide misure di sicurezza, come il controllo di domini sconosciuti e l’uso di autenticazione a più fattori.

Targeting politico illecito e violazione del GDPR nell’UE

L’European Data Protection Supervisor (EDPS) ha dichiarato illegale il targeting politico dei cittadini basato sulle loro opinioni personali. La decisione segue una denuncia contro la Commissione Europea, accusata di utilizzare dati sensibili per una campagna a favore della regolamentazione CSAR (Child Sexual Abuse Regulation).

Le campagne di micro-targeting hanno sfruttato proxy data come parole chiave di interesse politico per segmentare il pubblico. La violazione del GDPR dimostra il rischio che pratiche simili possano influenzare la democrazia, spingendo i legislatori a considerare regolamenti più rigidi.

CISA: nuove linee guida per comunicazioni mobili sicure

La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha pubblicato un nuovo documento di riferimento con linee guida per migliorare la sicurezza delle comunicazioni mobili. Questo strumento è pensato per aiutare le organizzazioni a proteggere i dispositivi mobili aziendali e le reti wireless da minacce crescenti.

Le raccomandazioni principali includono:

  • Segmentazione delle reti mobili per separare dispositivi aziendali da quelli personali.
  • Autenticazione multi-fattore (MFA) per ridurre il rischio di compromissione delle credenziali.
  • Aggiornamenti regolari del firmware per mitigare vulnerabilità nei sistemi operativi mobili.
  • Monitoraggio continuo per identificare comportamenti anomali e attività sospette.

Le linee guida sottolineano anche l’importanza di educare i dipendenti sui rischi associati all’uso di dispositivi mobili per attività aziendali, enfatizzando il ruolo della consapevolezza nella protezione delle infrastrutture digitali.

Nuove vulnerabilità aggiunte al catalogo CISA

CISA ha aggiornato il proprio Known Exploited Vulnerabilities Catalog, aggiungendo quattro vulnerabilità critiche che sono già state sfruttate attivamente in attacchi mirati. Tra queste spiccano:

  • CVE-2018-14933 NUUO NVRmini Devices OS Command Injection Vulnerability
  • CVE-2022-23227 NUUO NVRmini 2 Devices Missing Authentication Vulnerability
  • CVE-2019-11001 Reolink Multiple IP Cameras OS Command Injection Vulnerability
  • CVE-2021-40407 Reolink RLC-410W IP Camera OS Command Injection Vulnerability

Queste vulnerabilità rappresentano rischi significativi per reti aziendali e infrastrutture governative. BOD 22-01, il Binding Operational Directive emesso da CISA, obbliga le agenzie federali a risolvere queste vulnerabilità entro scadenze specifiche. Tuttavia, CISA raccomanda a tutte le organizzazioni, pubbliche e private, di adottare lo stesso approccio per mitigare le minacce.

Le campagne di phishing come HubPhish, i rischi legati al targeting politico illecito e le vulnerabilità sfruttate attivamente evidenziano l’importanza di misure proattive di sicurezza. Con le nuove linee guida di CISA per le comunicazioni mobili e l’aggiornamento del catalogo di vulnerabilità, le organizzazioni possono rafforzare la propria difesa contro attacchi complessi e persistenti.

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TA397: spionaggio internazionale con WmRAT e MiyaRAT

Tempo di lettura: 2 minuti. TA397 utilizza nuove tecniche di attacco per distribuire WmRAT e MiyaRAT, colpendo organizzazioni governative e della difesa.

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Il gruppo di cyber spionaggio TA397, noto anche come Bitter, ha introdotto nuove e sofisticate catene di attacco per colpire organizzazioni governative e del settore della difesa, principalmente nelle regioni EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) e APAC (Asia-Pacifico). Proofpoint ha analizzato una recente campagna che utilizza tecniche avanzate per distribuire i malware WmRAT e MiyaRAT, progettati per raccogliere informazioni sensibili.

Una catena di infezione mirata e ingannevole

Il 18 novembre 2024, TA397 ha condotto un attacco mirato contro un’organizzazione della difesa in Turchia, utilizzando un’esca sotto forma di email di spear phishing. L’email conteneva un archivio RAR con diversi file, tra cui:

  • Un documento PDF legittimo proveniente dalla World Bank che descrive un progetto infrastrutturale in Madagascar.
  • Un file di collegamento LNK mascherato da documento PDF.
  • Flussi di dati alternativi (ADS) nascosti che contenevano codice PowerShell dannoso.

L’utente, attirato dall’apparente legittimità del file PDF, eseguiva inavvertitamente il file LNK, attivando una catena di infezione che includeva:

  1. L’apertura del PDF come decoy per distrarre l’utente.
  2. L’esecuzione di script PowerShell tramite il flusso ADS.
  3. La creazione di un’attività pianificata che comunicava regolarmente con il server di comando e controllo (C2) jacknwoods[.]com.

Questa attività pianificata inviava informazioni di base sul dispositivo della vittima e scaricava ulteriori payload malevoli, tra cui i RAT (Remote Access Trojans) WmRAT e MiyaRAT.

WmRAT e MiyaRAT: strumenti di spionaggio avanzati

WmRAT, scritto in C++, offre funzionalità classiche di RAT, come la cattura di screenshot, l’esfiltrazione di file e l’esecuzione di comandi remoti. Il malware utilizza una semplice crittografia per comunicare con il server C2, rendendo difficile l’intercettazione da parte delle difese di rete.

MiyaRAT, introdotto più recentemente, include funzionalità simili, ma con una crittografia più sofisticata e un livello più elevato di offuscamento del codice. Questo strumento è riservato a obiettivi di alto valore, come evidenziato dalla distribuzione limitata in campagne selezionate.

Entrambi i malware sono stati utilizzati per raccogliere informazioni critiche, come dati sulle directory, processi in esecuzione e geolocalizzazione, e per interagire direttamente con la rete dell’organizzazione compromessa.

Tecniche di persistenza e copertura delle tracce

TA397 dimostra una notevole abilità nell’evadere le misure di sicurezza, utilizzando:

  • Attività pianificate per garantire la persistenza.
  • Offuscamento dei file esca, mascherati per sembrare innocui.
  • Crittografia personalizzata per proteggere le comunicazioni con i server C2.

Queste tecniche, combinate con un’infrastruttura di comando e controllo che utilizza domini legittimi e indirizzi IP non direttamente riconducibili al gruppo, complicano ulteriormente le indagini forensi.

TA397 “rappresenta una minaccia significativa per organizzazioni strategiche in tutto il mondo”. Le sue campagne mirate dimostrano una continua evoluzione delle tecniche di attacco, sottolineando la necessità di misure di difesa avanzate e un monitoraggio costante delle infrastrutture IT per rilevare attività sospette.

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Careto: ritorna in scena lo storico APT

Tempo di lettura: 2 minuti. Careto APT torna in azione con nuove tecniche di attacco, sfruttando server email e malware avanzati come FakeHMP.

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Il leggendario gruppo APT Careto, noto anche come The Mask, è tornato in azione con nuove tecniche di attacco avanzate, dopo un decennio di silenzio. Questo attore, attivo almeno dal 2007, si concentra su attacchi altamente mirati contro organizzazioni governative, diplomatiche e di ricerca. L’ultimo rapporto di Kaspersky, presentato alla Virus Bulletin International Conference 2024, rivela dettagli inediti sulle campagne più recenti di Careto.

Nuove tecniche di persistenza: attacchi al server MDaemon

Una delle campagne più recenti, osservata nel 2022, ha preso di mira un’organizzazione in America Latina, utilizzando un metodo sofisticato per mantenere la persistenza nei sistemi compromessi. Gli attaccanti hanno sfruttato una funzionalità del server email MDaemon, nota come WorldClient, che consente l’aggiunta di estensioni personalizzate per gestire richieste HTTP.

Careto ha creato un’estensione malevola configurata per caricare payload e mantenere il controllo del server tramite richieste HTTP indirizzate a una URL specifica. Questa tecnica ha permesso al gruppo di raccogliere informazioni sensibili e di diffondere l’infezione all’interno della rete tramite movimenti laterali.

FakeHMP e altre innovazioni per il movimento laterale

Un elemento centrale delle nuove campagne di Careto è il malware FakeHMP, progettato per eseguire azioni avanzate come:

  • Registrare input da tastiera,
  • Catturare screenshot,
  • Estrarre file e distribuirli su sistemi compromessi.

Per diffondersi, Careto ha utilizzato file legittimi del software di sicurezza HitmanPro Alert, sfruttandone un driver vulnerabile (hmpalert.sys) per caricare un DLL malevolo. Questo ha permesso agli attaccanti di iniettare codice in processi privilegiati come winlogon.exe, garantendo un controllo persistente.

Una variante di questa tecnica è stata osservata nel 2024, quando gli attaccanti hanno sfruttato il processo di aggiornamento di Google per distribuire il malware.

Attacchi storici e sovrapposizioni tattiche

Il gruppo Careto è stato associato a diverse campagne storiche, tra cui attacchi documentati nel 2019 e tra il 2007 e il 2013. Le tattiche utilizzate, come il COM hijacking per la persistenza e l’uso di sistemi virtuali per archiviare plugin, sono rimaste coerenti nel tempo, suggerendo una continuità operativa.

Nel 2019, Careto ha utilizzato due framework malevoli denominati Careto2 e Goreto. Questi strumenti implementavano funzionalità avanzate, come keylogger e screenshot taker, e sfruttavano servizi cloud come Google Drive per caricare ed eseguire comandi in remoto.

Il ritorno di Careto APT dimostra la resilienza e l’evoluzione del gruppo, che continua a sviluppare tecniche innovative e malware multi-componente. La comunità di sicurezza deve restare vigile, poiché le future campagne di questo attore saranno probabilmente altrettanto sofisticate.

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