Sicurezza Informatica
Google Maps inganna l’Italia: incubo traffico
Tempo di lettura: 2 minuti. Google Maps ha causato un incubo di traffico in Italia a causa di dati errati, evidenziando la necessità di miglioramenti nella navigazione.
In una svolta ironica del destino, Google Maps, l’app di navigazione su cui milioni di persone fanno affidamento per i loro spostamenti quotidiani, è recentemente diventata la fonte di un grande mal di testa per il traffico. L’incidente, avvenuto durante un periodo di intenso traffico tra Italia e Austria, evidenzia sia il grande valore che i potenziali rischi di questi ausili tecnologici.
Il problema è iniziato quando Google Maps ha indirizzato i conducenti fuori dall’autostrada e su strade locali. Questa deviazione di massa dall’arteria principale è stata causata da un errore nei dati dell’app, che indicava falsamente la chiusura completa dell’autostrada. In realtà, l’autostrada era completamente operativa. Questa disinformazione ha mandato ondate di conducenti alla ricerca di percorsi alternativi, provocando un effetto domino.
Le strade locali, solitamente tranquille e non abituate a un tale volume di traffico, sono state sopraffatte. Chilometri di ingorghi si sono materializzati, lasciando i conducenti bloccati per ore. La situazione è peggiorata ulteriormente a causa dell’impossibilità di contattare direttamente il supporto di Google Maps. Le autorità del traffico e la polizia, rendendosi conto della situazione, hanno cercato di gestire il caos. Nonostante le notifiche in-app e la segnaletica temporanea per informare i conducenti dell’autostrada aperta, il danno era già fatto.
Lezioni imparate dall’incidente
L’incidente di Sterzing, come notato dal Vice Sindaco, ha sottolineato il potenziale di anche le app di navigazione più affidabili di portarci fuori strada. Questo malfunzionamento ha esposto una vulnerabilità nell’algoritmo di Google Maps: la sua tendenza a fare troppo affidamento sulla congestione prevista, anche per situazioni minori. Tali istanze possono erodere la fiducia degli utenti e sollevare preoccupazioni sulla capacità dell’app di fornire informazioni affidabili in tempo reale.
Lezione di Caos: discussione critica
L’incidente di Sterzing serve come trampolino di lancio per una discussione critica sul futuro delle app di navigazione. Ecco alcune domande chiave che emergono:
- Miglioramento della Precisione dei Dati: Come possono gli sviluppatori migliorare i metodi di raccolta e elaborazione dei dati utilizzati dalle app di navigazione per ridurre al minimo il rischio di errori?
- Mitigazione delle Deviazioni Errate: Gli algoritmi possono essere perfezionati per differenziare meglio tra rallentamenti temporanei e chiusure complete, prevenendo deviazioni inutili?
- Priorità al Controllo Umano: Dovrebbero essere stabiliti protocolli per consentire alle autorità del traffico di segnalare e correggere i dati errati dell’app in tempo reale?
Suggerimenti pratici per gli Utenti
L’incidente spinge gli utenti ad adottare un approccio più critico verso le app di navigazione. Sebbene questi strumenti offrano un’indubbia comodità, è fondamentale mantenere un certo grado di consapevolezza situazionale. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Consultare Più Fonti: Verificare le informazioni fornite da Google Maps con altre app di navigazione o rapporti sul traffico prima di seguire ciecamente un percorso.
- Mantenere la Consapevolezza dell’Ambiente: Prestare attenzione alla segnaletica stradale e usare il proprio giudizio quando le istruzioni dell’app sembrano illogiche.
- Segnalare gli Errori: Segnalare attivamente le discrepanze a Google Maps in modo che gli sviluppatori possano affrontarle.
L’incidente di Sterzing serve come monito, ricordandoci che la tecnologia, nonostante i suoi incredibili progressi, non è infallibile. Promuovendo la collaborazione tra sviluppatori di app, autorità del traffico e utenti, possiamo navigare verso un futuro in cui le app di navigazione rimangono alleate affidabili nei nostri viaggi.
Sicurezza Informatica
Europol: operazione Morpheus contro l’uso criminale di Cobalt Strike
Tempo di lettura: 3 minuti. Europol coordina un’azione globale contro l’abuso criminale di Cobalt Strike, coinvolgendo forze dell’ordine e partner privati per disabilitare versioni non autorizzate.
L’Europol, in collaborazione con il settore privato, ha recentemente coordinato un’azione globale per combattere l’abuso di un legittimo strumento di sicurezza da parte di criminali informatici e, durante una settimana di operazioni, dal 24 al 28 giugno, vecchie versioni non autorizzate del tool di sicurezza Cobalt Strike sono state bersagliate per impedire il loro utilizzo malevolo.
Specifiche dell’Operazione MORPHEUS
L’operazione, denominata MORPHEUS, è stata guidata dalla National Crime Agency del Regno Unito e ha coinvolto autorità di vari paesi tra cui Australia, Canada, Germania, Paesi Bassi, Polonia e Stati Uniti. L’Europol ha coordinato le attività internazionali e ha collaborato con partner privati per identificare e disabilitare le versioni non autorizzate dello strumento. Durante la settimana di azione, sono stati segnalati ai fornitori di servizi online 690 indirizzi IP associati ad attività criminali, di cui 593 sono stati disabilitati. Questa operazione è il risultato di un’indagine complessa iniziata nel 2021.
Abuso da Parte dei Cybercriminali
Cobalt Strike è una piattaforma di software di penetration testing prodotta da Fortra utilizzata principalmente dai professionisti della sicurezza informatica per simulare attacchi informatici e valutare la sicurezza delle reti. Sviluppato per fornire una suite di strumenti avanzati, Cobalt Strike permette ai tester di creare scenari realistici di attacco, compresi il phishing, il movimento laterale, l’escalation dei privilegi e il comando e controllo (C2). La piattaforma offre funzionalità come la generazione di payload malevoli, la gestione dei beacon (agenti che comunicano con il server di comando e controllo) e l’automazione degli attacchi, rendendo possibile l’identificazione delle vulnerabilità e la valutazione delle difese di sicurezza. Tuttavia, la potenza e la versatilità di Cobalt Strike lo rendono anche una scelta popolare tra i cybercriminali, che lo utilizzano per eseguire attacchi sofisticati contro le reti bersaglio oggetto di indagine da parte di Europol.
Nonostante Fortra abbia adottato misure significative per prevenire l’abuso del suo software e abbia collaborato con le forze dell’ordine durante questa indagine, in rari casi i criminali sono riusciti a rubare versioni più vecchie di Cobalt Strike, creando copie crackate per ottenere accesso non autorizzato ai sistemi e distribuire malware. Queste versioni non autorizzate sono state collegate a diverse indagini su malware e ransomware, tra cui RYUK, Trickbot e Conti: qui trovi tutte le notizie.
Cooperazione con il Settore Privato
La cooperazione con il settore privato è stata fondamentale per il successo di questa azione. Numerosi partner del settore, tra cui BAE Systems Digital Intelligence, Trellix, Spamhaus, abuse.ch e The Shadowserver Foundation, hanno fornito capacità avanzate di scansione, telemetria e analisi per aiutare a identificare attività malevole.
Grazie al regolamento modificato di Europol, che ha rafforzato la capacità dell’Agenzia di supportare meglio gli Stati membri dell’UE, è stata possibile questa nuova approccio. Europol ha potuto accedere a informazioni in tempo reale sulle minacce e ottenere una prospettiva più ampia sulle tattiche dei cybercriminali. Questa collaborazione ha permesso una risposta più coordinata e completa, migliorando la resilienza complessiva dell’ecosistema digitale in Europa.
Supporto di Europol
Il Centro Europeo per la Criminalità Informatica (EC3) di Europol ha supportato questo caso dal settembre 2021, fornendo supporto analitico e forense e facilitando lo scambio di informazioni tra tutti i partner. Durante l’intera indagine, oltre 730 pezzi di intelligence sulle minacce sono stati condivisi, contenenti quasi 1,2 milioni di indicatori di compromesso. Europol ha organizzato oltre 40 riunioni di coordinamento tra le agenzie di polizia e i partner privati. Durante la settimana di azione, Europol ha istituito un posto di comando virtuale per coordinare le azioni delle forze dell’ordine a livello globale.
Sicurezza Informatica
Garante Privacy: tutte le attività del 2023 in una relazione -LEGGI
Tempo di lettura: 2 minuti. Relazione annuale 2023 del Garante Privacy, con focus su digitalizzazione, intelligenza artificiale e tutela dei dati sanitari.
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali (Garante Privacy), composta da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza, ha presentato la relazione annuale sull’attività svolta nel 2023. Quest’anno è stato caratterizzato da interventi in ambiti innovativi come la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e il PNRR, oltre a tematiche costanti come il contrasto al telemarketing aggressivo, la tutela dei dati sanitari e la protezione dei soggetti vulnerabili.
Interventi rilevanti
Intelligenza Artificiale
Il 2023 ha visto un aumento significativo nell’uso dell’intelligenza artificiale (IA), con il Garante che ha effettuato importanti interventi. Inizialmente, è stato bloccato l’uso di ChatGPT per raccolta illecita di dati personali e mancanza di sistemi di verifica dell’età. Successivamente, la piattaforma è stata riaperta con più trasparenza e diritti per gli utenti. Il Garante ha anche bloccato il chatbot Replika per i rischi associati ai minori e alle persone emotivamente fragili e avviato un’istruttoria su Sora, un modello di IA che crea brevi video da poche righe di testo.
Tutela dei Minori
L’Autorità ha posto particolare attenzione alla tutela online dei minori, continuando la vigilanza sull’età di iscrizione ai social media. È stato firmato un protocollo d’intesa con Agcom e nuovi protocolli con Co.Re.Com di diverse regioni per combattere il revenge porn e il cyberbullismo. Sono stati organizzati incontri con i giovani e premiate le scuole vincitrici del contest “Ambasciatori della Privacy”.
Digitalizzazione
L’accelerazione del processo di digitalizzazione ha portato a numerosi interventi dell’Autorità, inclusa la gestione centralizzata delle credenziali dell’identità digitale (CIEId), il Single Digital Gateway (SDG) per lo scambio transfrontaliero di prove e la Piattaforma Unica per le Notifiche Digitali di atti amministrativi. Il Garante ha anche lavorato alla realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e del sistema nazionale di telemedicina, parte della Missione 6 del PNRR.
Cybersecurity
In collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), il Garante ha sviluppato le linee guida per la conservazione delle password. Nel 2023 sono stati notificati 2.037 data breach, con il settore pubblico coinvolto nel 37% dei casi e il settore privato nel 63%.
Telemarketing Aggressivo
Il Garante ha applicato pesanti sanzioni contro il telemarketing aggressivo per l’uso non consensuale dei dati degli abbonati. È stato approvato il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling.
Attività Internazionale
Il Garante ha partecipato attivamente a livello internazionale, con 235 riunioni. Ha contribuito all’adozione di linee guida del Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) su temi complessi come il diritto di accesso, il riconoscimento facciale nel settore della polizia e giustizia e il calcolo delle sanzioni pecuniarie. Importanti sono state anche le attività legate all’euro digitale e al trattamento dei dati in materia di antiriciclaggio.
Le cifre
Nel 2023, il Garante Privacy ha adottato 634 provvedimenti collegiali, risposto a 19.281 reclami e segnalazioni, reso 59 pareri su atti normativi e amministrativi, effettuato 7 comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria e 144 ispezioni. Le sanzioni riscosse ammontano a circa 8 milioni di euro, mentre sono stati notificati 2.037 data breach.
Leggi la relazione in forma integrale
Sicurezza Informatica
Approvato il DDL sulla Cybersicurezza: nuove misure e normative
Tempo di lettura: 4 minuti. Il Senato ha approvato il DDL sulla Cybersicurezza, introducendo nuove misure e normative per rafforzare la sicurezza informatica nazionale
Il Senato italiano ha approvato in via definitiva il Disegno di Legge (DDL) sulla Cybersicurezza, trasformandolo in legge. Questo provvedimento, che introduce nuove misure per rafforzare la sicurezza informatica delle Pubbliche Amministrazioni e degli istituti finanziari, rappresenta un passo significativo nella lotta contro i cyber attacchi e nella protezione delle infrastrutture critiche del paese.
Principali novità del DDL Cybersicurezza
Rafforzamento della Sicurezza Nazionale
Il nuovo DDL prevede l’implementazione di una governance centralizzata degli aspetti di sicurezza informatica, migliorando la capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e risposta agli incidenti di sicurezza informatica. La legge rafforza le funzioni dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e prevede un maggiore coordinamento con l’autorità giudiziaria.
Obbligo di segnalazione degli incidenti
Uno dei punti chiave della nuova legge è l’obbligo di segnalazione entro 24 ore all’ACN di incidenti che hanno un impatto significativo sulle reti. Questo obbligo si applica a operatori che svolgono funzioni istituzionali o essenziali per gli interessi dello Stato.
Strutture per la Cybersicurezza nelle PA
Il DDL prevede che tutte le Pubbliche Amministrazioni che ancora non l’hanno fatto istituiscano una struttura dedicata alla cybersicurezza con un referente unico per l’ACN. Inoltre, verrà istituito il Centro Nazionale di Crittografia all’interno dell’ACN.
Adempimenti per le Pubbliche Amministrazioni al DDL Cybersicurezza
Soggetti interessati
Le pubbliche amministrazioni obbligate a conformarsi alla legge includono:
- Pubbliche amministrazioni centrali incluse nell’elenco annuale ISTAT.
- Regioni e province autonome di Trento e Bolzano.
- Città metropolitane.
- Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti.
- Comuni capoluoghi di regione.
- Società di trasporto pubblico urbano ed extraurbano con bacino di utenza significativo.
- Aziende sanitarie locali.
- Società in house che forniscono servizi informatici, di trasporto, gestione delle acque reflue e dei rifiuti.
Rafforzamento della resilienza in materia di Cybersicurezza
Le pubbliche amministrazioni devono dotarsi di una struttura per la cybersicurezza che preveda:
- Sviluppo di politiche e procedure di sicurezza delle informazioni.
- Produzione e aggiornamento di un piano per il rischio informatico.
- Produzione e aggiornamento di un documento organizzativo per la sicurezza delle informazioni.
- Pianificazione e attuazione di interventi di potenziamento delle capacità di gestione dei rischi informatici.
- Adozione delle misure previste dalle linee guida dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
- Monitoraggio e valutazione continua delle minacce alla sicurezza.
Segnalazione degli incidenti
Le pubbliche amministrazioni devono notificare gli incidenti informatici entro:
- 24 ore per una prima segnalazione.
- 72 ore per una notifica completa.
Le notifiche devono essere effettuate tramite le procedure disponibili sul sito dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Adozione degli interventi risolutivi
In caso di specifiche vulnerabilità segnalate dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, le pubbliche amministrazioni devono adottare gli interventi risolutivi entro 15 giorni. La mancata adozione può comportare sanzioni amministrative pecuniarie.
Adempimenti per le Società Private
Soggetti interessati
La legge si applica anche a soggetti inclusi nel Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica, soggetti sottoposti alla Direttiva NIS (e in futuro alla Direttiva NIS2) e in alcuni casi specifici, soggetti Tel.Co.
Obblighi di notifica
Le società private devono notificare gli incidenti informatici osservando i seguenti termini:
- Massimo 24 ore per una prima segnalazione.
- Massimo 72 ore per una notifica completa.
In caso di inosservanza, si applicano sanzioni amministrative pecuniarie.
Verifica delle applicazioni e programmi
Le società devono verificare che le applicazioni e i programmi informatici rispettino le linee guida sulla crittografia e non contengano vulnerabilità note.
Adozione degli interventi risolutivi
Le società devono adottare tempestivamente gli interventi risolutivi indicati dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale entro 15 giorni. La mancata adozione comporta sanzioni amministrative pecuniarie.
Novità nei contratti pubblici di Beni e Servizi Informatici
La legge introduce criteri di cybersecurity nei contratti pubblici di beni e servizi informatici per garantire la confidenzialità, l’integrità e la disponibilità dei dati. Un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri definirà entro 120 giorni gli elementi essenziali di cybersicurezza da considerare nei contratti pubblici.
Responsabilità Amministrativa degli Enti
La legge modifica il Decreto Legislativo 231/2001, aumentando le sanzioni per i reati informatici e introducendo nuove fattispecie di reato legate all’estorsione informatica. Prevede anche sanzioni interdittive per gli enti in caso di condanna per reati informatici.
Preclusioni all’Assunzione di Personale
La legge introduce preclusioni all’assunzione di personale che abbia ricoperto specifici ruoli presso pubbliche amministrazioni centrali o nell’intelligence, per un periodo di due anni successivi alla conclusione di percorsi formativi di specializzazione in cybersicurezza.
Inasprimento delle Sanzioni
Il disegno di legge introduce nuove fattispecie di reati informatici e inasprisce le pene per reati esistenti. Ad esempio, l’accesso abusivo a un sistema informatico ora prevede pene più severe, specialmente se commesso da un pubblico ufficiale. Inoltre, il DDL prevede sanzioni per il delitto di estorsione mediante reati informatici, mirate a contrastare il fenomeno crescente dei ransomware.
Nuove circostanze attenuanti
Il DDL introduce nuove circostanze attenuanti per i reati informatici, consentendo una riduzione delle pene nei casi di lieve entità o quando l’autore del reato collabora con le autorità per prevenire ulteriori danni.
Impatto sulla Responsabilità degli Enti
La legge modifica il Decreto Legislativo 231/2001, ampliando la responsabilità amministrativa degli enti per reati informatici. Le modifiche prevedono un innalzamento delle sanzioni pecuniarie per gli enti coinvolti in reati informatici e introducono la possibilità di applicare sanzioni interdittive.
Prospettive Future
Il DDL rappresenta il primo di tre passaggi parlamentari destinati a cambiare la sicurezza informatica in Italia. I prossimi passaggi includono il Decreto Sicurezza, che prevede una strategia nazionale contro gli attacchi ransomware, e il recepimento delle direttive europee Nis 2 e Cer, che mirano a migliorare la resilienza dei soggetti critici.
Leggi il testo completo sulla Gazzetta Ufficiale
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