Il recente leak di oltre 5.000 documenti da parte di un informatore anonimo, indignato per il comportamento della Russia nella guerra in Ucraina, ha offerto uno sguardo raro alle strategie del regime di Putin nel cyberspazio. Tra gli elementi emersi, vi sono strumenti per prendere il controllo di server vulnerabili, campagne di disinformazione e metodi per monitorare digitalmente le potenziali minacce al regime.
Guerra nell’ombra
La Russia utilizza diversi metodi per condurre guerre nel cyberspazio, dall’impiego di gruppi legati a agenzie ufficiali come il GRU (intelligence militare) e il FSB (intelligence interna), fino all’utilizzo di bot, troll e “curatori cittadini” per diffondere false narrazioni.
Le rivelazioni su Vulkan
Il leak riguardante Vulkan aggiunge ulteriori dettagli su metodi, tattiche e obiettivi russi nel cyberspazio, come il software Skan-V per monitorare Internet alla ricerca di server vulnerabili da attaccare e il progetto Fraction per identificare oppositori del regime attraverso l’analisi delle parole chiave sui social media.
Combattere gli attacchi cibernetici russi
Gli attacchi cibernetici sono insidiosi perché possono essere usati in combinazioni multiple e rivolti a diversi obiettivi, rendendo difficile costruire resilienza e deterrenza. Oltre a colpire infrastrutture e industrie, questi attacchi mirano anche ai punti di pressione sociali, rendendo l’aperto e libero scambio di opinioni una potenziale vulnerabilità nelle democrazie.