LockBit ha rubato 78 GB di dati dall’Agenzia dell’Entrate

da Livio Varriale
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E’ toccata anche al centro dell’amministrazione digitale di un paese di essere attaccata dalla più pericolosa ransomware gang dell’attuale scenario internazionale del crimine informatico. Sul suo sito nel dark web, LockBit ha rivendicato il furto dei dati ed estorto una somma non definita entro cinque giorni all’Ente predisposto alla regolarità fiscale del paese.

Attualmente il sito risulta lento a causa delle impostazioni anti DDOS messe in piedi dal sito dei criminali informatici, ma è già stata rivendicata ufficialmente l’azione di intrusione e di esfiltrazione dei dati.

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Chi è Lockbit?

LockBit è il secondo gruppo ransomware nella classifica mondiale degli attacchi informatici di tipo estorsivo dopo Conti. Sono tanti gli attacchi effettuati, vicino ai 200 con ingenti somme riscosse dai criminali che hanno aggiornato anche il loro sistema di intrusione aprendo a collaborazioni di utenti ai quali subappaltano il loro ransomware dando vita ad un servizio a noleggio che poi prevede il pagamento di una commissione quando gli attacchi hanno l’esito sperato in termini economici.

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Una pessima figura dell’amministrazione pubblica italiana

Dopo mesi a parlare di identità digitale, di servizi al cittadino con elogi da parte della stampa all’Agenzia di sicurezza informatica del paese, ACN, l’attacco di LockBit è un colpo al cuore della datasfera statale e richiede chiarezza al netto dei dati che possono essere anche irrilevanti come si sente solitamente dire nei comunicati ufficiali delle vittime illustri nel settore dell’industria e della PA, con la dicitura “hanno rubato dati di un archivio obsoleto e in disuso”. La Polizia Postale ha avviato una indagine per estorsione, ma l’iniziativa di contrasto ad eventi del genere difficilmente potrà essere risolta in questo modo. L’unico gruppo smantellato ad oggi è REvil e l’arresto è stato possibile grazie ad una collaborazione tra Europol, Interpol, con l’ausilio dell’intelligence russa. LockBit, tra l’altro, non ha preso parti nella guerra tra Putin e l’Occidente e la Russia non può collaborare perchè sospesa dalla stessa polizia europea.

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Già scoppiano le prime polemiche sui social in riferimento non solo all’attività di prevenzione dell’Agenzia preposta, ma anche all’amministrazione informatica di Sogei che ha proprio in questi giorni ha presentato sulle pagine del Corriere la sua mega struttura bunker dove sono conservati i dati dei cittadini. Sembrerebbe una beffa consequenziale all’articolo di elogio apparso sui giornali. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate ha chiesto una spiegazione alla Sogei comunicandolo in un comunicato ufficiale.

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Si può anche come

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