Carmine Gallo, ex poliziotto di alto profilo coinvolto nell’inchiesta Equalize, è morto all’età di 67 anni a causa di un malore mentre si trovava ai domiciliari. L’ex funzionario era accusato di aver partecipato a un’associazione a delinquere finalizzata agli accessi abusivi nelle banche dati strategiche nazionali, ottenendo informazioni riservate.
L’evento ha immediatamente attirato l’attenzione della magistratura. Sul posto, nell’abitazione di Garbagnate Milanese, sono intervenuti la pm Giancarla Serafini, la polizia scientifica e un medico legale per eseguire gli accertamenti. La sua figura, centrale nell’inchiesta, rende necessaria un’indagine più approfondita sulle circostanze della morte.
L’indagine Equalize aveva portato alla luce un complesso sistema di raccolta illecita di dati, con Gallo ritenuto uno dei vertici dell’organizzazione. Il caso aveva suscitato grande scalpore per il coinvolgimento di un ex investigatore di spicco in un meccanismo di violazione della sicurezza nazionale.
La storia di Equalize
L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha portato alla luce una sofisticata rete di cyber-criminalità che coinvolge la società Equalize srl, accusata di aver ottenuto profitti illeciti superiori ai tre milioni di euro attraverso la vendita di dati sensibili. Coordinata dal pubblico ministero Francesco De Tommasi, l’indagine ha rivelato un sistema criminale basato sull’accesso abusivo a informazioni riservate, con implicazioni che toccano il mondo della politica, delle aziende e delle forze dell’ordine.
La portata del caso è allarmante: oltre 800.000 dati sarebbero stati sottratti con tecniche avanzate di phishing e hacking, spesso sfruttando credenziali falsificate e persino email clonate di personaggi pubblici, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le informazioni trafugate venivano trasformate in dossier dettagliati e rivendute a soggetti terzi, evidenziando l’esistenza di un vero e proprio mercato nero dei dati sensibili.
Equalize non si è limitata a operazioni di spionaggio informatico, ma avrebbe anche monitorato esponenti politici e industriali con l’obiettivo di influenzare dinamiche di potere. Secondo le accuse, la società avrebbe fornito informazioni riservate su Letizia Moratti durante la sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia, per favorire il suo avversario Attilio Fontana. Allo stesso modo, sarebbero stati raccolti dati su personalità come Giovanni Gorno Tempini e il giornalista Guido Rivolta, con l’intento di ottenere leve strategiche nei rapporti politici e istituzionali.
Il gruppo criminale avrebbe inoltre infiltrato i sistemi informatici di grandi aziende come Erg e Barilla, impiantando software malevoli per intercettare comunicazioni interne. Nel caso di Erg, l’obiettivo era individuare operazioni di insider trading, mentre in Barilla l’interesse era rivolto a verificare eventuali collegamenti tra dipendenti e giornalisti d’inchiesta.
Un ruolo chiave nell’organizzazione è stato attribuito a Carmine Gallo, ex poliziotto con una lunga carriera nelle forze dell’ordine, ora al centro dell’indagine per aver gestito l’accesso illecito a database riservati. La sua esperienza nel settore della sicurezza gli avrebbe permesso di stringere alleanze con esponenti della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, garantendo all’organizzazione un accesso privilegiato a informazioni classificate. Tra gli indagati figurano infatti anche un maresciallo della Guardia di Finanza, Giuliano Schiano, e un maresciallo dei Carabinieri, Tommaso Cagnazzo, accusati di aver fornito dati riservati in cambio di denaro.
L’inchiesta mette in evidenza la fragilità dei sistemi di sicurezza informatica italiani e il pericolo rappresentato dal commercio illecito di informazioni. Le autorità stanno ora lavorando per ricostruire la rete di connessioni tra Equalize e altre possibili organizzazioni criminali, nella consapevolezza che la cyber-criminalità rappresenta una delle minacce più insidiose del nostro tempo.