Ransomware su ESXi e botnet AIRASHI: nuove minacce alla cybersicurezza globale

da Livio Varriale
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Ransomware su ESXi e botnet AIRASHI

Negli ultimi mesi, la cybersicurezza è stata messa alla prova da due minacce emergenti che stanno attirando l’attenzione degli esperti. I server VMware ESXi sono stati bersagliati da ransomware avanzati che sfruttano tecniche come il tunneling SSH, mentre la botnet AIRASHI, con la sua capacità di attacchi DDoS fino a 3,1 Tbps, rappresenta una sfida per reti e infrastrutture globali. Analizziamo come queste minacce operano e quali strategie possono essere adottate per mitigarle.

Attacchi ransomware su server VMware ESXi: il ruolo del tunneling SSH

I server VMware ESXi, utilizzati per la virtualizzazione aziendale, sono diventati obiettivi primari per gli attacchi ransomware. La tecnica principale utilizzata dagli attori della minaccia è il tunneling SSH, che consente loro di stabilire connessioni nascoste con server di comando e controllo. Questo approccio sfrutta strumenti nativi per manipolare il traffico di rete senza destare sospetti immediati.

Come agisce la minaccia?

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Il tunneling SSH viene spesso implementato per bypassare i firewall e instaurare una comunicazione sicura con i server controllati dagli attaccanti. Utilizzando credenziali rubate o sfruttando vulnerabilità conosciute, i cybercriminali configurano connessioni persistenti che permettono loro di eseguire comandi remoti, installare malware e compromettere ulteriormente l’infrastruttura aziendale.

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I log dei server ESXi spesso non vengono monitorati regolarmente, offrendo agli attori malevoli un ambiente ideale per nascondersi e operare indisturbati. Inoltre, la configurazione di regole di firewall inadeguate o l’assenza di segmentazione della rete aumentano i rischi di compromissione.

Come rispondere all’attacco?

Per mitigare questi attacchi, è fondamentale adottare strategie preventive, come configurare correttamente i log forwarding per monitorare le attività sospette, limitare l’accesso SSH solo a utenti autorizzati e applicare regole firewall stringenti. La segmentazione della rete può inoltre limitare il movimento laterale degli attaccanti all’interno del sistema.

AIRASHI: la botnet globale che sfrutta vulnerabilità nei router

AIRASHI è una botnet altamente sofisticata che sfrutta vulnerabilità nei router cnPilot per diffondere il malware e condurre attacchi DDoS devastanti. Questa rete di dispositivi infetti è stata progettata per scalare globalmente, con attacchi registrati in regioni chiave come Cina, Stati Uniti, Polonia e Russia.

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Ciò che distingue AIRASHI è l’uso di tecniche avanzate di crittografia, come RC4 e ChaCha20, per nascondere le sue comunicazioni. Le sue capacità DDoS, con picchi fino a 3,1 Tbps, sono state testate e dimostrate pubblicamente dagli operatori della botnet su piattaforme come Telegram. Questi attacchi mirano a siti governativi, aziende private e infrastrutture pubbliche, causando danni significativi in termini di downtime e perdita di dati.

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La botnet è anche dotata di una struttura modulare, che consente agli operatori di aggiornare rapidamente le sue funzionalità, come l’introduzione di proxy per nascondere ulteriormente le sue operazioni. Questo livello di flessibilità la rende particolarmente difficile da contrastare.

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Per ridurre i rischi legati ad AIRASHI, è essenziale aggiornare regolarmente i dispositivi di rete, monitorare il traffico sospetto e implementare regole di sicurezza nei firewall per bloccare le comunicazioni verso domini di comando e controllo associati alla botnet.

Due minacce per un rischio concreto

Le minacce rappresentate dai ransomware su ESXi e dalla botnet AIRASHI sottolineano la necessità di un approccio proattivo alla cybersicurezza. Mentre il tunneling SSH e gli attacchi DDoS diventano sempre più sofisticati, aziende e governi devono investire in soluzioni di monitoraggio avanzato, aggiornamenti regolari e politiche di accesso rigorose. Solo attraverso una combinazione di tecnologie avanzate e strategie di difesa efficaci sarà possibile proteggere le infrastrutture critiche e minimizzare i danni causati da queste minacce globali.

Si può anche come

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