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Sicurezza Informatica

Salt Typhoon infiltra spie cinesi negli ISP degli Stati Uniti

Gli attacchi cyber cinesi di Salt Typhoon e le infiltrazioni nelle infrastrutture di rete degli Stati Uniti mettono in luce la crescente minaccia alla cybersecurity globale e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza.

Le crescenti tensioni globali hanno evidenziato il ruolo critico della cybersecurity. Due recenti episodi hanno portato sotto i riflettori l’attività dei cyber-spie cinesi: il gruppo Salt Typhoon, noto anche come “Bronze Riverside” o “APT“, e l’infiltrazione dei servizi di rete negli Stati Uniti. Entrambe le vicende sottolineano i rischi legati alla cybersecurity e le tecniche avanzate utilizzate dagli hacker cinesi per condurre attacchi mirati.

Salt Typhoon: nuovo APT Cinese sotto i riflettori

Salt Typhoon è un gruppo avanzato di cyber-spie legate alla Cina, recentemente individuato come responsabile di campagne di spionaggio a livello globale. Le loro operazioni sembrano focalizzarsi su istituzioni governative, aziende tecnologiche e organizzazioni no-profit, con un’attenzione particolare ai paesi occidentali. Il loro modus operandi si basa su attacchi mirati di spionaggio e raccolta di informazioni sensibili, impiegando sofisticate tecniche di intrusione per aggirare i sistemi di sicurezza e sottrarre dati strategici.

Le operazioni di Salt Typhoon sono state rilevate principalmente attraverso l’utilizzo di malware personalizzati e tecniche di spear-phishing. Una delle tattiche più comuni utilizzate dal gruppo è quella di sfruttare vulnerabilità conosciute ma non ancora risolte nei sistemi informatici delle vittime. Questo approccio permette loro di installare malware e ottenere accesso remoto ai dispositivi compromessi, riuscendo così a raccogliere informazioni e dati preziosi.

Le agenzie di sicurezza, tra cui Microsoft, hanno lanciato l’allarme su questo gruppo, sottolineando la necessità di aggiornamenti regolari e l’implementazione di misure di sicurezza robuste per prevenire questi attacchi. Il governo cinese ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nelle attività di hacking, ma le evidenze raccolte suggeriscono che queste operazioni facciano parte di una più ampia strategia di spionaggio cyber da parte della Cina.

Infiltrazioni nelle infrastrutture Internet degli Stati Uniti

In un altro caso di attacco cyber legato alla Cina, un gruppo di hacker sponsorizzato dallo stato cinese è riuscito a infiltrarsi nelle infrastrutture di rete di importanti provider negli Stati Uniti. Questo attacco, descritto come un tentativo sistematico di compromettere i servizi internet e le reti di comunicazione, ha messo in luce le debolezze delle infrastrutture critiche nazionali.

Gli hacker cinesi sono riusciti ad accedere a sistemi di rete sensibili, sfruttando vulnerabilità presenti nei dispositivi di rete e nei firewall. Queste infiltrazioni hanno dato loro la possibilità di monitorare il traffico di rete, intercettare comunicazioni e, potenzialmente, interrompere o manipolare i dati che attraversano queste reti. La preoccupazione principale riguarda l’accesso a informazioni sensibili, comprese quelle legate alla sicurezza nazionale e alle comunicazioni governative.

L’attacco ha evidenziato la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza delle infrastrutture di rete, in particolare per quanto riguarda l’implementazione di aggiornamenti di sicurezza tempestivi e la gestione di eventuali vulnerabilità. Le autorità statunitensi hanno sottolineato l’importanza di un coordinamento tra settore pubblico e privato per rafforzare la resilienza cyber delle infrastrutture critiche.

Panorama Cyber sempre più complesso

Entrambi gli episodi sottolineano come la cybersecurity sia una componente sempre più essenziale per la sicurezza nazionale e internazionale. Gli attacchi da parte di hacker cinesi, come quelli condotti da Salt Typhoon e altri gruppi APT, evidenziano l’importanza di una difesa cyber avanzata e coordinata per proteggere dati sensibili e infrastrutture critiche.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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