Sommario
Il mondo dell’intelligence italiana sembra scosso dalle ultime vicende che riguardano il viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti d’America e dalla discussione di StarLink in Italia. La premier italiana è volata a Mar-a-Lago per congratularsi con Donald Trump, non potendo essere presente alla nomina del Presidente degli Stati Uniti d’America il 19 gennaio. Giorgia Meloni è andata a Mar-a-Lago, per parlare con l’establishment statunitense in considerazione del fatto dello sulla situazione di Cecilia Sala, oggi sbloccata dopo la sua visita e le dimissioni dal DIS di Elisabetta Belloni.
Per far sì che il viaggio fosse proficuo, Giorgia Meloni non solo ha parlato con Trump di Cecilia Sala, ma secondo alcuni media avrebbe affrontato anche la vicenda Starlink con Elon Musk, accusato di essere un imprenditore senza scrupoli dall’area politica di Opposizione, capace di imporre a Giorgia Meloni l’acquisto della comunicazione satellitare di StarLink. Il dissenso si è elevato sui social e sui media, sotto impulso delle aule parlamentari, e l’accordo a detta di molti sarebbe stato già firmato, ma la notizia è stata smentita dalla stessa Meloni.
StarLink e la comunicazione satellitare: il contesto
In realtà, il dialogo tra Governo italiano e Starlink è già iniziato qualche mese fa, da quando Elon Musk ha iniziato a fornire servizi di comunicazione satellitare ai governi in difficoltà, fra cui quello ucraino di Zelensky, che lo ha ringraziato per aver sopperito alla mancanza di comunicazioni terrestri dopo che queste erano state abbattute dai russi non senza polemiche da parte di Musk che ha ricattato l’Ucraina e le agenzie di governo USA perchè non sapeva chi dovesse pagarlo.
Starlink in Italia è stato utilizzato anche in occasione dell’alluvione in Emilia-Romagna ed Elon Musk ha messo a disposizione una serie di apparati di comunicazione per favorire i soccorsi. Un’altra vicenda che riguarda Starlink ed Elon Musk è, in questo preciso momento, la necessità da parte dei servizi militari di tutto il mondo di sopperire a una casistica sempre più crescente di incidenti in mare, dove vengono tagliati i cavi di comunicazione sottomarina. Questo è avvenuto sia nelle acque artiche sia nel sud del mondo, dove sono presenti gli UTI. Il sistema satellitare riesce, in un certo senso, ad aiutare i Paesi dell’area NATO ad avere un sistema di backup delle comunicazioni.
Esiste l’alternativa europea a StarLink in Italia?
Dopo aver analizzato il contesto, c’è bisogno di iniziare a fare chiarezza su quelle che sono state le contestazioni e su quali siano le contromosse da parte dell’Unione Europea a Starlink in Italia. L’Unione Europea si sta infatti schierando contro Elon Musk per alcune sue ingerenze o pareri, espressi attraverso il suo social X dove gode di una visibilità privilegiata perché ne è il proprietario, su questioni politiche interne ai singoli Paesi. In primo luogo, avrebbe appoggiato la candidata tedesca dell’AfD, considerato un partito neonazista.
Dall’altro canto, invece, sta criticando il procuratore Starmer sulla questione delle grooming gangs pakistane che, secondo la narrazione “muskiana”, non hanno ottenuto giustizia sufficiente con condanne esemplari. Starmer sarebbe stato responsabile, in qualità di procuratore, di questa giustizia incompleta secondo l’imprenditore.
Al netto di questo, l’Europa ha proposto un sistema alternativo a Starlink e la politica italiana sta spingendo affinché questo sistema venga adottato dal governo. C’è solo un piccolo dettaglio: il progetto Iris 2, già affrontato da Matrice Digitale, è in realtà un progetto in divenire, dove l’Italia continua a pagare la propria quota per lo sviluppo di questa nuova tecnologia che dovrebbe fronteggiare, con i suoi sciami di satelliti a bassa altitudine, l’offerta di Starlink in Italia. Quest’ultima conta 200 satelliti in rampa di lancio contro i 7000 già mandati in orbita da Musk.
Un’altra considerazione è che Elon Musk, per conto della NASA, ha sviluppato un sistema di vettori di lancio per i satelliti che può essere riutilizzabile, cosa attualmente assente in Europa.
Tecnologia affidata a un privato o al governo USA?
Un altro aspetto fondamentale è che se ci troviamo dinanzi all’esigenza di acquisire comunicazioni satellitari, è anche perché quelle ordinarie in fibra, rame o GSM risulterebbero in questa fase molto più esposte ad attacchi informatici. Ciò significa sostanzialmente che Elon Musk fornisce una tecnologia a prova di intercettazione e per questo farebbe gola al Governo italiano. Suscita quindi sorpresa la mole di polemiche sollevate dall’opposizione, che parla di “svendere la tecnologia italiana” o la “sicurezza nazionale” ad agenzie straniere o a un singolo privato.
Premesso che Starlink sia un’azienda che appartiene a un privato, in realtà è sostanzialmente un’azienda di Stato sia per i rapporti con la NASA sia per tutto il supporto militare che fornisce agli Stati Uniti d’America. Parlare di Musk come proprietario di una tecnologia militare ci mette di fronte a una dichiarazione un po’ forzata. Starlink è controllata dal governo statunitense, così come Microsoft, Google e tutte le Big Tech a cui l’Italia, ancora prima della Meloni, ha svenduto pezzi della sua sovranità.
Il discorso che non torna, dal punto di vista dell’opposizione, è appunto “da quale pulpito?”. Quando l’Italia ha ceduto il cloud a Google e ad Amazon, e allo stesso tempo ha fatto sì che i server dell’ACN poggiassero sui server Microsoft negli Stati Uniti (quindi in un suolo extraeuropeo, come rilevato in esclusiva da Matrice Digitale), tutti sono stati in silenzio, risulta oggi difficile non parlare di incoerenza.
Allo stesso modo, non si può non evidenziare l’incongruenza di elementi del governo che, in passato, non solo sono stati bloccati perché volevano appaltare la sicurezza del Paese ad agenzie straniere come il Mossad, ma allo stesso tempo parliamo di governi che hanno ceduto le proprie informazioni e si sono prestati a creare uno dei più grandi complotti orditi contro Trump, come il “Russiagate”, fornendo assistenza alle agenzie di sicurezza internazionali statunitensi.
La comunicazione satellitare è sicura?
Questo aspetto dovrebbe indurre tutti a essere più cauti nell’affrontare polemiche. Secondo una fonte interpellata da Matrice Digitale, la comunicazione satellitare risulterebbe più sicura perché è più difficile intromettersi nelle trasmissioni, rispetto alle possibilità di “sniffaggio” che sono più praticabili attraverso le reti in radiofrequenza, rame o fibra, seppur con livelli di rischio diversi. Ciò dovrebbe tranquillizzare tutti sul fatto che Starlink fornisca al governo un’“autostrada”: le “auto” che corrono su questa autostrada, infatti, dovrebbero essere blindate. E nonostante le strade siano blindate, sarebbe comunque più difficile entrare nelle comunicazioni.
Atlantismo o europeismo? Incoerenza
In poche parole, l’Italia bipartizan atlantista sta riscoprendo l’atlantismo e i problemi che ne derivano, portando avanti un progetto che l’Europa non riesce a sviluppare in maniera concreta. Questo dimostra anche la differenza di capacità tra i due continenti: mentre gli USA hanno sponsorizzato le attività di Elon Musk, l’Europa ha perso tempo e sprecato soldi per l’innovazione e la ricerca, per un progetto di cui si discute da anni e che, allo stato attuale, potrebbe essere pronto solo nel 2030. E la colpa, certamente, non è di Meloni, ma forse di coloro che oggi la criticano invocando l’impiego di un progetto europeo andando contro la propria linea politica degli ultimi anni.
Il progetto di comunicazione satellitare è gestito dai nostri alleati, ai quali abbiamo già delegato importanti responsabilità, riflettendo un atlantismo influenzato da questioni storiche legate alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, l’atlantismo sembra ora rappresentare un rischio politico per l’Italia, complicato dal fatto che il nostro legame con Donald Trump è più forte rispetto a quello con altri paesi, suggerendo che l’Italia possa essere vista come il nemico da affrontare in questo contesto europeo.
StarLink in Italia: necessario e conveniente?
Proprio per questo motivo, in vista dei prossimi quattro anni che attendono il nostro Paese, Giorgia Meloni può continuare a intraprendere la scelta “StarLink” in Italia senza fare una corsa al ribasso, anche dal punto di vista tecnologico, solo per compiacere alleati che in passato non hanno fatto altro che erodere la sovranità del Paese nei posti istituzionali parallelamente alla stessa economia.
Inoltre, secondo il principio dell’amministrazione pubblica in tema di gare e appalti, Starlink oggi presenta l’offerta più conveniente: un miliardo e mezzo per le comunicazioni satellitari su una tecnologia già rodata sono soldi ben spesi, e non si tratta di uno sperpero di risorse a fronte di investimenti che da anni procedono tra Iris, Gaia e Iris 2, e che finora hanno prodotto scarsi risultati.
Tra l’altro, se l’Europa ha assunto una posizione bellica suddita a quella della NATO, l’Italia ha l’obbligo e il diritto di tutelarsi al meglio con la tecnologia esistente sul mercato se consideriamo la presenza dei centri interforze collocati nel Bel Paese, StarLink in Italia è quanto c’è attualmente di meglio per una soluzione pronta. Ancora una volta emerge come si possa interpretare in modo diverso il concetto di sicurezza e di sovranità a seconda di chi governa.