Le più recenti ricerche di Google Project Zero hanno portato alla luce nuove vulnerabilità nel sistema operativo Windows, dimostrando come sia ancora possibile sfruttare alcune delle sue funzionalità per ottenere privilegi elevati e aggirare le protezioni di sicurezza. Tra i problemi individuati, spiccano due classi di attacco particolarmente insidiose. La prima riguarda l’utilizzo della nuova implementazione di SMB locale su Windows 11 24H2, che può essere sfruttata per eseguire operazioni malevole sulla memoria virtuale, con possibili conseguenze sui controlli di sicurezza del sistema. La seconda riguarda una tecnica avanzata di attacco basata sull’interfaccia IDispatch, che consente di manipolare oggetti COM in modo da eseguire codice arbitrario in processi protetti, aprendo la strada a un’escalation di privilegi.
Gli esperti di sicurezza sottolineano che questi attacchi non richiedono necessariamente l’uso di exploit di tipo tradizionale, poiché sfruttano meccanismi legittimi del sistema operativo per ottenere il controllo su funzioni normalmente protette. Si tratta di una strategia particolarmente efficace per bypassare le difese di Windows senza suscitare sospetti immediati, rendendo ancora più difficile il rilevamento e la mitigazione delle minacce.
SMB locale e l’abuso della memoria virtuale in Windows 11
Uno degli aspetti più interessanti delle vulnerabilità identificate riguarda l’introduzione di una nuova versione del protocollo SMB (Server Message Block) locale in Windows 11 24H2. Questo aggiornamento, pensato per migliorare la gestione delle connessioni ai file server all’interno della stessa macchina, ha involontariamente aperto la porta a un possibile exploit legato alla gestione della memoria virtuale.
Google Project Zero ha dimostrato come un attaccante possa configurare un falso server SMB sulla stessa macchina, utilizzando una porta personalizzata per intercettare richieste di accesso ai file. Questo stratagemma può essere utilizzato per orchestrare attacchi di tipo TOCTOU (Time of Check, Time of Use), una tecnica che sfrutta il tempo che intercorre tra la verifica di un’operazione e la sua esecuzione effettiva per modificare le condizioni del sistema. Alterando la risposta del server SMB nel momento giusto, un attaccante potrebbe manipolare i controlli di accesso ai file, ottenendo autorizzazioni non previste e riuscendo potenzialmente a eseguire codice malevolo.
L’implicazione più grave di questa tecnica è che non richiede necessariamente privilegi di amministratore per essere eseguita, rendendo possibile l’attacco anche da parte di utenti con permessi limitati. Ciò significa che, in scenari aziendali, un attaccante interno con accesso a una macchina potrebbe sfruttare questa vulnerabilità per compromettere il sistema senza necessità di ottenere i privilegi più elevati.
Manipolazione degli oggetti COM: il rischio di attacchi contro processi protetti
Un’altra vulnerabilità identificata riguarda un problema insidioso nella gestione degli oggetti COM (Component Object Model) e nella loro interazione con l’interfaccia IDispatch. Questa funzionalità, nata per facilitare l’interazione tra processi e permettere l’uso dinamico di componenti software, può essere utilizzata per ottenere il controllo su oggetti con privilegi elevati.
La ricerca di Project Zero ha dimostrato come sia possibile intrappolare alcuni oggetti COM all’interno di processi più privilegiati, esponendo metodi che normalmente dovrebbero rimanere inaccessibili. Grazie all’uso di IDispatch, un attaccante potrebbe sfruttare questa debolezza per forzare l’esecuzione di codice arbitrario all’interno di un processo con privilegi superiori, aggirando i meccanismi di protezione tradizionali.
Un caso particolarmente interessante analizzato dai ricercatori riguarda l’oggetto StdFont, utilizzato per la gestione dei caratteri all’interno di Windows. Questo oggetto, apparentemente innocuo, può essere manipolato per forzare la creazione di altri oggetti COM all’interno di processi privilegiati, tra cui quelli appartenenti al sistema operativo stesso. In questo modo, un attaccante potrebbe ottenere l’esecuzione di codice arbitrario in un processo protetto, riuscendo così a compromettere componenti critici del sistema.
Le implicazioni per la sicurezza e le possibili contromisure
Le vulnerabilità individuate da Google Project Zero mettono in evidenza come il panorama delle minacce informatiche stia diventando sempre più sofisticato. Gli attaccanti non si affidano più solamente a exploit basati su vulnerabilità di buffer overflow o esecuzione remota di codice, ma utilizzano tecniche più sottili, capaci di sfruttare meccanismi legittimi del sistema operativo per ottenere accesso ai privilegi più elevati.
Microsoft, da parte sua, ha implementato alcune misure di mitigazione, ma gli esperti sottolineano come le protezioni attuali non siano sufficienti a bloccare completamente queste tecniche di attacco. Per le aziende e gli utenti più esposti a questi rischi, le principali contromisure includono il monitoraggio attento dei processi e delle connessioni SMB, l’adozione di sistemi avanzati di rilevamento delle minacce e l’applicazione tempestiva degli aggiornamenti di sicurezza.
L’evoluzione delle minacce dimostra come sia sempre più necessario adottare un approccio proattivo alla sicurezza informatica. Gli attacchi basati sull’abuso delle funzionalità di Windows richiedono un livello di attenzione ancora più elevato, poiché non possono essere bloccati semplicemente aggiornando il software o installando un antivirus. Solo una strategia di difesa in profondità, combinata con un monitoraggio continuo delle attività anomale, può garantire un livello di protezione adeguato contro queste nuove forme di attacco.
Le ricerche di Google Project Zero mettono in luce due importanti vettori di attacco contro Windows: da un lato, la possibilità di sfruttare la nuova implementazione di SMB per manipolare la memoria virtuale e ottenere accesso non autorizzato ai file; dall’altro, la capacità di utilizzare COM e IDispatch per eseguire codice arbitrario in processi privilegiati. Entrambe queste tecniche dimostrano come, nonostante i progressi nella sicurezza, Windows continui a presentare vulnerabilità strutturali che possono essere sfruttate da attori malevoli con competenze avanzate.
L’importanza di un approccio attivo alla sicurezza non è mai stata così evidente. Le organizzazioni e gli utenti devono adottare misure di protezione più sofisticate per prevenire attacchi di questo tipo, garantendo che i loro sistemi siano costantemente monitorati e protetti dalle minacce emergenti.