Sommario
Un team di ricercatori dell’Università di Bristol e dell’Università del West England sta promuovendo un approccio innovativo per affrontare il problema dei rifiuti elettronici (e-waste) che consiste nel riprogrammare i robot alla fine del loro ciclo di vita, anziché riciclarli o stoccarli, contribuendo così a ridurre l’accumulo globale di rifiuti elettronici, che secondo le stime potrebbe raggiungere 75 milioni di tonnellate metriche entro il 2030.
Robot ed e-waste: un problema emergente
Sebbene i robot non siano attualmente classificati come rifiuti elettronici, soddisfano molte delle definizioni applicabili e potrebbero essere inclusi in questa categoria in futuro. La crescente adozione di sistemi robotici in settori come la logistica, la produzione e l’assistenza sanitaria ha reso urgente l’elaborazione di strategie per la loro gestione sostenibile.
La ricerca sottolinea che i robot obsoleti vengono spesso “ibernati”, ovvero conservati senza essere utilizzati, una pratica che non contribuisce a ridurre l’impatto ambientale né sfrutta il potenziale economico dei componenti ancora funzionanti mentre riprogrammare i robot potrebbe essere una soluzione al problema.
Il ruolo dell’economia circolare
Il progetto dei ricercatori di Bristol mira a promuovere un’economia circolare per i robot, allineandosi con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12 delle Nazioni Unite, che promuove modelli di consumo e produzione responsabili. Questo approccio implica la riprogrammazione dei robot per nuovi utilizzi, riducendo la necessità di produrre nuovi dispositivi e limitando l’estrazione di materiali rari necessari per la produzione.
Helen McGloin, ricercatrice della School of Engineering Mathematics and Technology dell’Università di Bristol, ha dichiarato che l’industria deve smettere di considerare i robot come “rifiuti elettronici” e iniziare a valorizzarli come risorse utili. La ricerca ha identificato una serie di passaggi specifici per il riutilizzo dei robot, simili a quelli adottati nello sviluppo di nuovi sistemi, ma con elementi unici che evidenziano l’importanza di questa transizione.
Sfide e opportunità nel riprogrammare i robot
Nonostante i vantaggi evidenti, il riutilizzo dei robot presenta sfide significative. Tra queste, la fattibilità economica, le barriere percepite dai consumatori e dalle aziende verso i sistemi di seconda mano, e la mancanza di incentivi per le organizzazioni a sviluppare infrastrutture per la riprogrammazione.
Il team di ricerca sta lavorando per comprendere meglio queste barriere e sviluppare soluzioni che possano incentivare il riutilizzo su larga scala. Inoltre, il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le industrie sull’importanza di una gestione responsabile dei robot obsoleti.
La ricerca dell’Università di Bristol offre una prospettiva innovativa su come affrontare il crescente problema dei rifiuti elettronici. Riprogrammare i robot, non solo si riducono i rifiuti, ma si contribuisce anche a creare un’economia più sostenibile e responsabile. La transizione verso un approccio circolare richiede sforzi congiunti tra industrie, governi e comunità accademiche, ma rappresenta una soluzione promettente per affrontare le sfide ambientali del futuro.