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Scandalo OnePlus 12 e OnePlus Open: utenti furiosi

OnePlus 12 e OnePlus Open affrontano critiche per l’installazione di app di terze parti senza il consenso degli utenti. Scopri i dettagli del problema e la risposta di OnePlus.

Recentemente, utenti del OnePlus 12 in India hanno segnalato una questione controversa durante il processo di configurazione del dispositivo tanto da fare scandalo. Secondo un rapporto di Android Authority, durante la fase di “Review additional apps”, gli utenti si trovano di fronte alla possibilità di scaricare applicazioni di terze parti pre-selezionate come LinkedIn, Policybazaar, Block Blast! e Candy Crush Saga. Queste applicazioni sono incluse nella sezione “From OnePlus”, suggerendo una predisposizione al loro download.

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Dettagli del Problema

La sezione dedicata alle app aggiuntive non è immediatamente visibile durante la configurazione, richiedendo agli utenti di selezionarla manualmente per deselezionare le app di terze parti. Questo passaggio può essere facilmente trascurato, portando all’installazione non voluta di tali app. Inoltre, il problema sembra essere più marcato in India, dove OnePlus ha aggiunto quattro app, mentre negli Stati Uniti è stata segnalata solo l’aggiunta di LinkedIn.

Questioni con OnePlus Open

Sul OnePlus Open, il problema appare ancora più grave con l’installazione predefinita di app come Meta App Installer, Meta App Manager e Meta Services, strumenti di sistema progettati per garantire il funzionamento ottimale delle app Meta. Queste applicazioni non sono disinstallabili, ma è possibile disabilitarle.

Risposta di OnePlus

In risposta alle critiche che fanno da scandalo, OnePlus ha dichiarato che la pre-installazione di app su OnePlus 12 era un errore di testing e che è stato corretto a partire dal 6 maggio. L’azienda ha assicurato che il OnePlus 12, scoprilo su Amazon, non viene fornito con queste app pre-caricate e che continuerà a mantenere un’interfaccia utente pulita e veloce, in linea con la sua reputazione di offrire una delle UI Android più pulite. Questo caso solleva importanti questioni sulla trasparenza e il controllo dell’utente nei processi di configurazione dei dispositivi, evidenziando la necessità per le aziende di garantire chiarezza e rispetto delle preferenze degli utenti.

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